LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Sport

Laura Masciullo vive il sogno dell’esordio in A1

Uno dei giovani talenti della pallavolo italiana, la spezzina a Firenze è entrata nel finale con la casacca della capolista Igor Volley Novara. "Non me lo aspettavo, ringrazio la mia famiglia e la Nuova Oma Valdimagra".

Esordio in A1 per Laura Masciullo

Quando hanno chiamato il cambio, con quel numero 8 in nero su sfondo giallo che indicava chi sarebbe entrata, sugli spalti del Mandela Forum c’era una famiglia spezzina con la pelle d’oca. E’ stato il momento in cui Laura Masciullo, 18 anni ancora da compiere, ha fatto il suo precoce esordio in serie A1 con la casacca della capolista Igor Volley Novara sostituendo Kimberly Hill, nazionale statunitense e fresca campionessa del mondo.
Il talento che nella Nuova Oma Valdimagra giocava con l’under 16, con l’under 18 e in serie D contemporaneamente, che ha lasciato la sua la Spezia a 15 anni per inseguire il sogno di fare l’atleta di professione. Un anno di superiori in Liguria, due a Milano mentre gioca con il Club Italia, oggi iscritta al liceo scientifico “Antonelli” di Novara. Lo studio e gli allenamenti su quel campo in cui sa fare tutto o quasi, tanto che sul sito della Federvolley alla voce “ruolo” hanno scritto “universale”. La strada da fare rimane tanta, anche se in molti ti considerano uno dei talenti più puri del panorama nazionale.

Quando coach Luciano Pedullà ti ha detto di entrare cosa hai provato? Ti aspettavi che il tuo momento potesse arrivare proprio contro Firenze?
“Non me lo aspettavo sinceramente, anche perché quella contro Firenze era la mia prima convocazione ufficiale nella massima serie. Quando Luciano mi ha chiamata per il cambio su Hill è stato paralizzante, davvero emozionante. Una grande soddisfazione sul momento, e in prospettiva un’enorme motivazione a fare sempre meglio e a migliorare costantemente per raggiungere obiettivi sempre più alti”.

Nel 2012 la chiamata a Milano, hai lasciato la Spezia e la tua famiglia per inseguire il sogno di giocare professionista.
“E’ stato durante il Torneo dell’Appennino Reggiano del 2012 a Castelnovo ne’ Monti. Lì sono stata visionata come attaccante dai selezionatori nazionali e nell’aprile successivo è arrivata la convocazione per il progetto Club Italia, dove per due stagioni successive ho fatto la palleggiatrice presso il Centro Federale Pavesi allenata dai tecnici nazionali”.

Palleggiatrice prima e banda poi: sai fare un po’ di tutto. Tu in quale ruolo ti vedi?
“La decisione di cambiare ruolo è arrivata alla fine del progetto, frutto di svariati motivi tecnici. Dopo aver provato entrambi i ruoli posso dire che preferisco quello di attaccante, forse perché mi ha portato più soddisfazioni ed è stato l’inizio di tutto questo percorso. Sapevo che il cambio di ruolo non sarebbe stato facile, per ora penso sia stata la decisione giusta, visto anche il grande risultato personale di domenica”.

E’ dura lasciare casa a 15 anni, hai mai avuto qualche titubanza? Cosa ti manca?
“Non ho avuto titubanze, la determinazione nel raggiungere un obiettivo molto grande ha sempre avuto il sopravvento. La cosa che mi manca di più? Svegliarmi la domenica e trovarmi in mezzo a tutta la famiglia. Mia sorella Giulia è anche lei una pallavolista e domenica mi guardava dalle tribune del Mandela Forum insieme al resto della famiglia. Una felicità enorme che ha incorniciato al meglio il momento. Un grazie va ai miei genitori, che hanno sempre creduto in me”.

La prima parte della gavetta l’hai fatta nella Nuova Oma. Che ricordi hai e ci sono delle persone a cui sei particolarmente grata per gli insegnamenti che ti hanno dato?
“Sì, ho iniziato a giocare seriamente alla Nuova Oma e ringrazio gli allenatori Nicolò Caselli e Walter Soldati, e tutte le mie compagne. E’ anche grazie a loro se sto ottenendo queste soddisfazioni”.

Ti vediamo alle Olimpiadi 2020 di Tokyo con la maglia azzurra?
“Per come sono fatta preferisco pormi obiettivi a più breve termine. Passo dopo passo, senza perdersi troppo nei sogni…”

Più informazioni