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Fa la cosa giusta

La denuncia di De Col fa scuola, così salvò lo Spezia

Il gesto dell'ex aquilotto finisce tra i temi toccati dall'Integrity Tour della Lega B. La sua telefonata ai dirigenti era finita nelle intercettazioni del caso nigeriani. Anche il club bianco poteva finire deferito senza quel gesto di coraggio.

Filippo De Col

E’ il “caso Calaiò” ma ad aver fatto scuola è il comportamento di Filippo De Col e ora viene insegnato a tutti i suoi colleghi. Fa parte infatti dei casi analizzati durante gli incontri dell’Integrity Tour organizzato ogni anno da Lega B, Istituto per il Credito Sportivo e Associazione Italiana Calciatori negli spogliatoi di tutte le squadre cadette. Si parla con i calciatori di etica, di valori e di responsabilità “nei confronti dei tifosi, della maglia e della tradizione del club a cui si appartiene” con le parole del presidente Mauro Balata. Quelli che l’allora terzino dello Spezia dimostrò di saper mettere sopra ogni altra considerazione quando decise di avvertire la società dei messaggi che con leggerezza l’attaccante del Parma gli indirizzò a pochi giorni dalla partita che li avrebbe visti avversari.

Un precedente che è destinato a fare scuola e ad aprire potenzialmente tutto un nuovo modo di intendere il professionismo anche fuori dal campo di calcio. Lo sport americano si interroga da anni sull’impatto che i social network possono avere sulla carriera di uno sportivo e sui pericoli di un utilizzo troppo disinvolto, quello italiano non ancora. Oggi però è dimostrato che tra un innocente messaggio mandato senza pensare e la Procura Federale la distanza può essere minima. Di questa vicenda rimane peraltro un ulteriore aspetto da raccontare.
Filippo De Col in quell’occasione salvò anche lo Spezia, quantomeno da una possibile tempesta mediatica. Nel febbraio successivo sarebbe venuta fuori l’inchiesta della questura spezzina sui ragazzi nigeriani arrivati dall’Accademia di Abuja, conclusa in questi giorni con un patteggiamento per quanto riguarda la giustizia sportiva. Nei faldoni sarebbero finite ore di intercettazioni e tra queste anche la telefonata con cui il difensore, con la voce rotta, aveva avvertito i propri dirigenti dei messaggi arrivati da oltre Cisa. In quel frangente lo Spezia fu compatto nel fare la cosa giusta.

Se di questo non fosse stata informata la Procura Federale, anche per gli aquilotti si sarebbe potuta aprire la porta a un deferimento. Una volta rese pubbliche le conversazioni, a quel punto inedite, facile che la giustizia sportiva si sarebbe mossa per approfondire la questione. Certo, poi non sarebbero venuti fuori elementi tali da suffragare l’ipotesi di match fixing. Ma non è difficile pensare a quali ipotesi sarebbero scaturite nel frattempo, contando anche che la chiave della partita fu un rigore sbagliato da Gilardino, che diede il via al successo e alla promozione del Parma.
Per una squadra che ha giocato con un terzino con le ossa nasali fratturate solo pochi giorni fa, il rimpianto quindi non è solo tecnico. De Col è svincolato ed è impossibile pensare che a 26 anni appena compiuti e con 170 presenze in serie B non trovi una squadra a gennaio. Il calcio è un mondo strano e non sempre limpido, ma qui si parla del miglior terzino destro del campionato 17/18. Nel frattempo ha per adesso sempre rifiutato interviste per parlare del suo doloroso addio allo Spezia visto il campionato difficile della sua ex squadra. Non vuole rischiare di dire qualcosa che destabilizzi l’ambiente. Un’altra lezione.

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