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Spezia calcio

MESTAMENTE PREDESTINATI, NON C’E’ LUCE IN FONDO AL TUNNEL

Uno Spezia fragilisimo riesce a produrre due occasioni con Situm e una traversa di Catellani. Ma in gol vanno i piemontesi con Galabinov. Poi il nulla, il senso della frustrazione e, ora, la necessità di avere coraggio. Retrocessione a soli 4 punti.

Leandro Chichizola

NOVARA-SPEZIA 1-0
Marcatori: 42’pt Galabinov

NOVARA (4-2-3-1)
Da Costa; Faraoni, Troest, Vicari (29’st Pesce), Poli; Casarini, Buzzegoli; Faragò, Gonzalez, Signori (40’st Corazza); Galabinov (34’st Evacuo). A disp. Tozzo, Ludi, Beye, Schiavi, Manconi, Adorjan, Evacuo. All. Marco Baroni.

SPEZIA (3-5-2)
Chichizola; Valentini, Postigo (14’st Nené), Terzi; Martic, Juande, Errasti, Acampora (19’st Ciurria), Migliore; Catellani (34’st Karim Rossi), Situm. A disp. Sluga, Milos, Nené, Piccolo, Misic, Canadjija, Azzi. All. René Poms

Arbitro: Pezzuto di Lecce
Collaboratori: Santoro – Bottegoni
Quarto uomo: Perotti
Ammoniti: Catellani, Postigo, Troest, Acampora, Da Costa
Recupero: 0′(pt), 3′(st)
Corner: 5-1

PRE-PARTITA
14.17 – La storia fra lo Spezia e Nenad Bjelica passa dal “Silvio Piola” di Novara, teatro di tante sfide di terza serie, ricordate anche in settimana dallo stesso Pietro Fusco che non ha certo dimenticato la sconfitta di rigore firmata da Rubino nella stagione 2005-06: un ko che per poco non mise fine ai sogni di serie B di quel gruppo di calciatori che firmò l’impresa di lì a poco.

14.25 – Ai ragazzi in maglia bianca si chiede l’impresa: riprendersi dal periodo nerissimo che ha portato alla messa in discussione del tecnico di Osijek, riconfermato lunedì dopo 24 ore di dubbi e confronti. Si riparte da lui con Pietro Fusco responsabile dell’area tecnica ed oggi in panchina insieme a Renè Poms, vista la squalifica di Bjelica. Si attendono circa duecento tifosi dalla Spezia che saliranno a Novara nella speranza di un’inversione di tendenza dopo un mese terribile.

14.38 – Uno Spezia che contro la squadra di Baroni, non ha lo squalificato Calaiò ma non c’è nemmeno Brezovec, nella lista dei 23 ma nemmeno in panchina, ufficialmente per un fastidio muscolare. E come un anno fa, nel momento più difficile, Bjelica si affida al 3-5-2, con capitan Terzi che riprende posto al centro della difesa composta anche dallo spagnolo Sergio Postigo e Nahuel Valentini. Forze fresche a centrocampo: ci sono Errasti nel ruolo di playmaker basso, con Juande e Gennaro Acampora pronti a sostenerlo mentre sulle corsie esterne toccherà a Migliore e Martic. Niente campo per Nenè dopo la frattura al setto nasale subita la settimana scorsa, la coppia d’attacco sarà formata da Catellani e Situm.

14.47 – Marco Baroni cerca la prima vittoria in carriera contro le Aquile. E’ la prima invece da ex per Felice Evacuo che nella stagione del triplete ha lasciato un segno indelebile: i suoi gol pesantissimi hanno aiutato quella squadra a vincere tutto e il rapporto con la piazza è rimasto molto bello ed autentico. Non sarà in campo, malgrado i tre gol consecutivi segnati in altrettante partite, mentre Buzzegoli, che giocava in maglia bianca proprio nell’anno di Evacuo, è fra gli undici.

14.51 – Incrocio numero 47 tra Spezia e Novara, il ventiseiesimo in Piemonte. Tra bianchi e azzurri una delle “classiche” di questo campionato per gli aquilotti, che hanno vinto poche volte sul terreno de “Piola”. L’ultima volta toccò a Marco Sansovini mettere la sigla sul match: il 2-0 del 2014 con altra marcatura di Faragò, rallentava la marcia della squadra allora diretta da Devis Mangia. E che dire del gol di Gonzalez che punì lo Spezia di Serena l’anno precedente? Buona partita degli ospiti, sembrava uno 0-0 scritto prima dello svarione di Goian che consentì la rete della vittoria nel finale.

14.56 – In tribuna centrale c’è Marcello Lippi, ex tecnico della Nazionale campione del mondo nel 2006 in Germania. Con lui Ciro Ferrara. Squadre pronte ad entrare in campo: Spezia in divisa completamente bianca, Novara in maglia azzurra, con pantaloncini e calzettoni neri. Nuvole sul cielo di Novara ma anche diversi raggi di sole che rendono la temperatura ancora decisamente accettabile. In attesa del cambio meteorologico previsto già da domani. Tutti abbracciati al centro del campo i giocatori dello Spezia. Un patto d’onore per uscire da una situazione nemmeno pensabile a fine settembre. I bianchi non vincono da sei partite.

PRIMO TEMPO.
Uscire dalle sabbie mobili dell’insicurezza e dal fango dell’anonimato, senza per forza ricorrere ad una rivoluzione tecnica che manderebbe in soffitta un progetto iniziato soltanto un anno fa. Si passa da Novara contro una squadra in ottima salute che ha cambiato passo una volta trovato un modulo più equilibrato ed efficace. Un po’ quello che cerca Bjelica tornando all’amato 3-5-2, quello che un anno fa, permise ai bianchi di uscire dal guscio. Come sta lo Spezia? Qual’è il morale con cui la rosa ha vissuto la settimana? Perché tutto sembra essere sul filo del rasoio e il campo, fin dal principio, ne è onesto testimone.

Follia Chichizola, tocca la palla con le mani fuori area. Pezzuto lo grazia.
Perché di fatto la prima sbavatura di stagione di Chichizola potrebbe costare subito lo svantaggio: sono passati soltanto 90” che da un’azione offensiva dello Spezia con Situm sgambettato al limite dell’area che frana a terra con Pezzuto ad un metro fa spallucce, il Novara aziona un contropiede fulmineo con il portiere aquilotto che esce con i piedi ma invece di calciare, cincischia inspiegabilmente, regalando la sfera al rapace Gonzalez prima di uscirgli sui piedi, recuperare la sfera, toccando però platealmente la palla con le mani. Per il fischietto leccese non c’è fallo dell’estremo argentino: come sbagliare due volte in un solo minuto di gioco. Il primo. Catellani ha voglia di spaccare il mondo, pressa come un ossesso i playmaker di casa e cerca di guidare con spirito di sacrificio la fragile situazione psicologica che attanaglia squadra: il ’10’ di Reggio Emilia si becca un giallo che gli farà saltare il Crotone, seguito da Postigo che atterra Gonzalez ai venti metri, sfuggito per vie centrali.

Spezia fragilissimo, come scotta fra i piedi quella palla…
Non è semplice contro i blue piemontesi perché il Novara ha verticalizzazioni importanti, mostra tranquillità e idee chiare, esatto contrario dei bianchi che non fanno possesso e, malgrado il folto centrocampo, non beneficiano mai del passaggio facile per il compagno più prossimo anche perché Baroni chiede ed ottiene dai suoi un organico lavoro di pressing che toglie fiato ai mediani liguri, non certo dei velocipedi nel passare da una fase all’altra. E così lo Spezia si affida ai lampi dei suoi gioielli: belli e sfortunati quelli del 22′ sull’asse Catellani-Situm (buona l’intesa) con il primo che premia il taglio del compagno servito nel cuore dell’area: la spaccata del gioiello di Zagabria incrocia perfettamente ma Da Costa devia il suo diagonale e si ripete sul tap-in da terra dello stesso Situm. Un’occasione che legittima il parziale riequilibrio della gara, conquistato minuto dopo minuto dagli aquilotti, un po’ meno preoccupati del principio ma via via sempre più duri nei contrasti. Si rischia molto contro uno come Pezzuto che non fa sconti.

Ad un passo dall’euro-prodezza, Catellani fermato dalla traversa. Ma è il Novara a segnare.
Il predominio territoriale dice Novara ma lo Spezia ha le giocate dei suoi singoli e al 40′ Catellani nasconde la sua immensa delusione sotto la maglia quando praticamente da fermo, doma una palla errante e scarica un destro arcuato che si stampa sulla traversa. Nemmeno il tempo di disperarsi e magari convincersi che qualcosa di buono si può fare, che il Novara passa: cross dalla destra di Faraoni, colpo di testa Galabinov che angola perfettamente sul secondo palo, lasciando a Chichizola soltanto l’illusione di sfiorarla, senza toglierla dalla porta. Ovviamente il gol arriva a pochi istanti dall’intervallo, consuetudine ammazzamorale che lo Spezia si porta dietro da tempo.

SECONDO TEMPO.
Il furore di Martic e Migliore non può nulla se i compagni in regia non danno ritmo: Acampora, Juande ed Errasti finiscono per rallentare il gioco, rendendo tutto troppo facilmente leggibile da un Novara a cui basta accelerare un poco per rischiare il raddoppio: al 9′ Galabinov si traveste da pregevole suggeritore e calibra un cross morbido che Faragò di testa manda sul palo a Chichizola potenzialmente battuto. Il fatto è che la superiorità numerica in mediana è solo una questione di numeri perché al piccolo trotto non si va da nessuna parte: così diventa quasi naturale il cambio dell’ora di gioco con l’ingresso di Nenè per Postigo, il passaggio al 4-4-2 e l’arretramento di Migliore e Martic all’altezza dei difensori. Ma non c’è reazione nè pensata nè di nervi e al 21′ Nenè, tornato al limite della sua area, regala un pallone agli avversari che ha dell’incredibile. Peccato per Catellani che al 25′ raccoglie un assist al bacio del neoentrato Ciurria e calcia di forza verso la porta sull’esterno della rete.

Perdere da predestinati, non c’è luce in fondo al tunnel.
Con Ciurria e Nenè cresce d’intensità (ma solo quella perché l’idea di un gioco ‘altra storia) la squadra di Bjelica che attacca a spron battuto ma sbaglia cose facili, passaggi, posizioni. C’è confusione tattica, frustrazione psicologica, forse rassegnazione: lo Spezia non corre praticamente più e il Novara gestisce il possesso senza grossi assilli, se non quello di far trascorrere placidamente i minuti rimasti. Non c’è gloria nemmeno per Nenè che si alza bene e incorna il lob di Juande: la traiettoria però finisce fuori dallo specchio e Da Costa ringrazia per la mira dell’ex cagliaritano. Anche Chichizola deve ringraziare Corazza che in mezza rovesciata colpisce splendidamente la sfera senza fortunatamente angolarla a dovere mentre Evacuo potrebbe siglare il gol dell’ex ma non trova la misura del suo inserimento.

Anima persa e palla a Pietro Fusco.
Sconfitti di misura ma non è questo il punto. Prestazione malinconica anche quando sullo 0-0 c’era tutto per giocarsela: questa rosa ha perso la mentalità vincente, voglia di credere in sè stessa. Senz’anima si diventa mediocri ma quando perdi così tanto diventa difficile anche per i fuoriclasse. E allora giunge il momento delle decisioni irrimandabili? Di certo lo Spezia di Novara regala quel senso di impotenza proprio dei break point ma sarà Pietro Fusco, a questo punto, che dovrà confrontarsi con la proprietà e capire che cosa fare: divorziare da Bjelica e ripartire da un altro allenatore (e da un nuovo mercato, visto il nulla offerto dalla gran parte dei giocatori arrivati quest’anno), o continuare ancora con lui, aspettando almeno la gara contro il Crotone. Ai posteri l’ardua sentenza, non ci vorrà molto.

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