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L’atletica italiana boccia il cambiamento, sfuma il sogno di Stefano Mei

Lo spezzino sconfitto nella corsa alla presidenza Fidal, riconfermato il presidente uscente Alfio Giomi. "Trasparenza assoluta", aveva promesso l'ex campione europeo.

Stefano Mei

Non è bastato il tour attraverso la Penisola per perorare la causa del cambiamento. Non è bastata la magra figura delle zero medaglie ai Giochi di Rio. Non è bastato l’accorato discorso poco prima delle votazioni. Sfuma il sogno di Stefano Mei di diventare presidente della Federazione italiana di atletica leggera, battuto dal presidente uscente per circa 16mila voti all’assemblea di Ostia. La Fidal sceglie di non rinnovarsi e riconferma al vertice Alfio Giomi.
“Conosco lo sport e le dinamiche della federazione, so come si lavora in gruppo. Il mio percorso personale come atleta è fuori discussione, da tempo non faccio più parte del gruppo sportivo militare, lavoro in Polizia e può essere garanzia di onestà. In tanti anni non ho mai lesinato critiche, pagando sempre in prima persona. La mia candidatura è spinta da un gruppo di persone di alto profilo e competenza, che chiede di ridare fiducia all’atletica, lavorando per l’atletica e non con l’atletica. Le risorse economiche vanno cercate all’esterno e nel mio percorso, partito un paio di anni fa, ho trovato imprenditori disponibili a investire nell’atletica, ma non nell’atletica che in questi 4 anni ha acuito il trend negativo. Prometto che la mia federazione avrà trasparenza assoluta e ogni atto sarà subito reso pubblico. L’obiettivo realistico del mio programma è avere 9-10 finalisti olimpici, soprattutto in pista, senza utopie. Credo che l’attività tecnica vada ridisegnata, perché la federazione è mancata nel raccordo tra territorio e centro. Il presidente Giomi aveva detto che non si sarebbe ricandidato, ma l’atletica non può avere questo futuro e credo che sia arrivato il momento di cambiare”, il discorso di Mei prima che si aprissero le urne.

Parole chiare, come quelle di Giomi che ha sottolineato di aver “cercato di fare il meglio possibile, e basta confrontare i dati di oggi con quelli di 4 anni fa, però mi sono reso conto che non sarei riuscito a portare a termine il programma per uscire dal limbo in cui la federazione si era trovata. Questo sistema ha raggiunto i risultati, anche se non a livello mondiale e olimpico, in primis grazie al lavoro svolto sul territorio da atleti, tecnici e dirigenti”. E poi la parte che più interessa i 316 dirigenti di società presenti (che esprimono 50.668 voti) e i 407 dirigenti di società rappresentate per delega (26.203 voti): “Il patrimonio dell’atletica italiana sono le società, e i rimborsi per le società sono aumentati da 370 mila a un milione di euro”.

Finisce con il 61,56% delle preferenze (47.469 voti) al presidente uscente e il 38,14% (29.408 voti) al presidente dell’Atletica Spezia Duferco. In Consiglio federale vanno Oscar Campari, Elio De Anna, Sabrina Fraccaroli, Vincenzo Parrinello, Ida Nicolini, Matteo De Sensi, Alberto Montanari come dirigenti; la tecnica Liana Calvesii e per gli atleti Gerardo Vaiani Lisi e la martellista ligure Silvia Salis. Fraccaroli, Nicolini e Montanari provengono dalla lista presentata dal candidato presidente sconfitto.
“E’ stato un momento di confronto molto significativo, questo è un successo di tutti e perciò ringrazio Stefano Mei. Devo dire, però, che in alcuni momenti mi ha fatto male la cattiveria di pochissimi, che fuori dallo spirito dell’atletica mi hanno consentito di avere la forza e la determinazione per arrivare fino a oggi – ha detto Giomi – Amiamo tutti l’atletica, ora smettiamo di farci del male e lavoriamo insieme per farla crescere”. “Complimenti al presidente Giomi, rispettiamo l’esito dell’urna. Ringrazio chi è intervenuto oggi, dimostrando che l’atletica è viva, e spero di poter continuare a dare il mio contributo”, ha chiosato Mei.

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