La Spezia - L'aveva preparata come avevo fatto per la sfida di un anno fa all'Olimpico. Consegne chiare, zero fronzoli, grande copertura non fine a sè stessa ma funzionale anche alla capacità di ripartire, sia facendo scivolare la palla, sia verticalizzando. Il resto, come spesso accade quando giochi su questi campi, lo fanno anche gli episodi, le prodezze dei propri calciatori e la nobile compnente della sorte che rende i pronostici mai scontati. Domenico Di Carlo nella mix-zone del "Barbera" parte dal dato forse più eclatante, che rende il successo conquistato all'ex La Favorita ancor più storico che quello di Roma: ovvero le assenze, tantissime, mai come questa volta :"E' vero. Avevamo tanti giocatori fuori e direi che siamo stati molto ordinati e abbiamo giocato la nostra con coraggio. Direi che è stata una partita equilibrata, e devo dire che ai calci di rigore avevamo la certezza di vincere. La qualità del Palermo è superiore ma noi abbiamo messo la grinta, adesso andremo a Napoli dove ci proveremo fino in fondo".
Per uno come lui, oggi allenatore, ma un tempo giocatore e capitano dei rosanero è comunque una gara speciale. Nel lontano 1987 dopo anni belli alla Ternana, viene chiamato dalla neo-rifondata società con cui conquista subito la promozione in Serie C1. Lì rimarrà per altre due stagioni, raggiungendo la finale di Coppa Italia Serie C 1987-1988, persa nel doppio confronto col Monza, giocando entrambe le sfide. Normale gli chiedano di questa crisi: "Hanno lottato, ci hanno provato. Sono molto legato a questa città e questa squadra, spero si possano riprendere. La nostra vittoria è un premio ai ragazzi e ai tifosi che ci hanno seguito fino qui. Solo con l'ingresso di Diamanti abbiamo sofferto un po’, complimenti alla mia squadra anche perché in campo c'erano ragazzi che non giocavano da tempo”.