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Spezia calcio

Colombo appende gli scarpini: "Sabato al Picco con mio figlio Tommaso"

Corrado Colombo

“Sono sereno, ho chiuso con il calcio giocato conquistando la mia città”. Nessun rimpianto, almeno a parole, perché la vita è fatta di parentesi e le persone intelligenti comprendono quando è venuto il momento di salutare. Così finisce la carriera da calciatore di Corrado Colombo da Vimercate, dopo una vita sui campi da calcio e una lunghissima serie di maglie indossate, custodite nelle collezione di famiglia che, simbolicamente, l’attaccante tiene ancora nella casa natia. Qualcuno a Pistoia sperava che ci ripensasse ancora, come successe nella passata stagione, perché vederlo con la fascia di capitano al braccio dava quasi un senso di protezione ai tanti ragazzi in maglia arancione.

Cinquecentocinque presenze e 101 gol in gare ufficiali nella lunghissima carriera che lo vide esordire in massima serie il 1º ottobre 2000 in Reggina-Inter 2-1, subentrando ad un certo Robbie Keane in un Inter grandi firme. Sabato si è chiusa una grande storia d’amore col pallone. E il commiato è arrivato nell’ultimo impegno della sua Pistoiese contro il Livorno, un avversario simbolico visto che probabilmente il gol segnato con la maglia labronica al Milan ai tempi della serie A degli amaranto è stato e rimane ad oggi il gol più importante della sua carriera. E chissà cosa avrebbero detto i suoi ex tifosi se sabato quella rovesciata fosse finita nel sacco: “Grazie di cuore alla mia città ma se faccio gol in rovesciata ….sono ancora la’ ad esultare”. E ha ragione, visto il gesto tecnico.

E nella conferenza stampa post partita, visibilmente emozionato, l’attaccante ha analizzato coi colleghi toscani la sua carriera, come sempre senza alibi e peli sulla lingua, com’è nel suo stile: “Ho sempre avuto un certo carattere – ammette -, e finora solo mia moglie e la mia famiglia sono riusciti a tenermi a bada. Di sicuro, se non ero fatto così avrei potuto giocare una decina di anni in serie A, ma molto dipende anche da come inizia la tua carriera. Dopo un settore giovanile, subito catapultato in Serie B e poi all’Inter, è normale che pensi di essere già arrivato. Questo non ha aiutato me, ma rimpianti non ne ho”. Per pensare a cosa fare da grande c’è tempo, anche se non è un mistero che il suo lungo tour da calciatore in tante realtà gli ha permesso di costruire relazioni praticamente ovunque, cosa non poco importante nel mondo del calcio. Intanto però il futuro prossimo si chiama… Spezia: “Vediamo se rimanere nel calcio ma non sul campo è una cosa fattibile, intanto mi godo i miei bimbi e sabato sarò al “Picco” al derby: Tommaso non lo ha mai visto”.

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