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Beccaria, dal Polo Marconi a Les Sables: una vittoria contro ogni pronostico

Il giovane skipper milanese, ormai spezzino di adozione, ha vinto la seconda tappa della Les Sables - Les Acores - Les Sables nonostante gli avversari avessero barche di nuova generazione: "Incredibile, non lo avevo pensato nemmeno nei sogni".

Ambrogio Beccaria a bordo del suo Pogo2 "Alla Grande Ambeco"

Nessuno ci credeva. Nemmeno lui. La sua “vecchia” barca a vela, rimessa faticosamente in sesto dopo un precedente naufragio in acque portoghesi, non avrebbe dovuto avere speranze nel confronto con le numerose e più moderne contendenti, invece Ambrogio Beccaria ha raccolto un fantastico secondo posto nella categoria “Serie” nella regata oceanica Les Sables – Les Acores – Les Sables, con una pazzesca vittoria nella tappa di ritorno. Al termine della competizione riservata ai Mini 6.50, tutti i velisti e gli organizzatori hanno gioito con lui, festeggiandolo più del vincitore: grazie a Bogi – come lo chiamano gli amici – il mondo della vela ha avuto la conferma che il fattore umano conta ancora moltissimo, talvolta più di quello tecnico.

Ambrogio è un ragazzo milanese di 24 anni, cinque dei quali trascorsi alla Spezia, tra il Polo universitario “Marconi” e il Golfo, dove ha trovato l’ambiente ideale per coltivare al meglio la sua passione e dare gambe a un progetto che è il sogno di tutti i velisti.
Non un esordio nel campo delle regate in solitaria, ma quasi.
“Con “Alla Grande Ambeco” avevo fatto solo la Genova – Giraglia, prima di questa: 200 miglia. Poco più di un trasporto se paragonata alle 2.600 miglia totali della Les Sables. Con una barca modello Pogo 2 ristrutturata in autonomia un anno e mezzo fa la mia idea era quella di partecipare sperando di finire nei primi 10 della generale, cosa che non era mai accaduta nel confronto con i nuovi Pogo 3. Invece sono riuscito a vincere una tappa. Non l’avevo pensato nemmeno nei miei sogni. Una cosa incredibile, non tanto per me, quanto per la barca”.
Evidentemente, Beccaria è bravo. Molto bravo, tanto che c’è chi lo considera non più una promessa, ma una bella realtà della vela italiana.
D’altronde sbaragliare una concorrenza fatta di scafi da 100mila euro con un mezzo pagato 6mila la dice lunga sulla bontà del progetto, sull’impegno profuso e sulle capacità di conduzione della barca, anche in condizioni estreme come quelle di una rotta nell’Oceano Atlantico, isolato dal resto del mondo.
Per lo studente di Ingegneria nautica, però, le sfide non sono finite.
“Il mio prossimo obiettivo – racconta a CDS al rientro alla Spezia, con Vittoria, la sua ragazza, sempre al suo fianco – è quello di partecipare alla Minitransat del 2017. Le tappe che ho affrontato, di 7 e 9 giorni, sono impegnative. Ma il tratto dalle Canarie alla Martinica che è richiesto per la traversata è lungo il doppio. Le sensazioni che regala la navigazione in solitaria sono speciali, ti senti un privilegiato, lontano da tutto, in mezzo al mare. Dopo tanti giorni, però, il fisico, ancora della mente, viene fortemente provato”. Il coraggio e la consapevolezza, a questo giovane spezzino di adozione, non sembrano proprio mancare.

E un merito, nella formazione agonistica di Beccaria, ce l’ha anche il Polo universitario, fucina sempre più generosa di realtà di primo piano nel mondo della vela.
“Il Polo – conferma l’assessore Alice Parodi, laureata con pieni voti in Via dei Colli e oggi detentrice della delega all’Università – accoglie tantissimi velisti e negli anni ha visto passare anche atleti olimpionici. Il nostro Golfo consente di coltivare le aspirazioni sportive dei ragazzi. Ad Ambrogio vanno le congratulazioni dell’amministrazione a nome di tutta la città: è riuscito a centrare un risultato importantissimo e a realizzare l’ambizione di tutti gli studenti, quella di applicare le teorie apprese, di sporcarsi le mani per un progetto personale. Lo facciamo da anni partecipando alle regate tra atenei di “1001Vela”, lui è andato ancora oltre, portando al successo l’unione tra la componente sportiva e l’amore per il mare, il tratto che più di tutti accomuna gli studenti”.

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