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Spezia calcio

Attacco a tre da affinare, ma oggi puniti oltre i demeriti

Il 4-3-3 gira con meno fluidità del 4-4-2, ma il catenaccio del Carpi e l'arbitraggio ondivago non aiutano a fare un punto della tattica.

Gol

Ardemagni nell’attacco a tre, Ebagua in quello a due. E’ una prassi di quest’inizio di campionato che si ripete anche per Spezia-Carpi. Catellani spostato sull’esterno, il suo posto dietro la prima punta è preso da Bakic che parte da posizione di mezzala sinistra ed è il centrale di centrocampo con maggiore licenza di spingersi in avanti.

Carpi coperto, più che un 4-3-3 è un 4-1-4-1 quello impostato da Castori con Porcari davanti alla difesa e Lollo largo a destra nel centrocampo che in fase difensiva disegnano una sorte di 6-3-1 di catenacciara memoria. Mbakogu risulta molto isolato e servito solo con lanci lunghi su cui ha buona gioco il reattivo Valentini. E’ Suagher nei primi minuti a sganciarsi seguendo Ardemagni fino alla trequarti, e nei primi minuti arriva già il giallo per il difensore di scuola atalantina. A quel punto è Porcari ad andare a seguire a uomo il centravanti aquilotto, e anche per l’ex mediano di Serena arriva il giallo prima del decimo minuto.
Come nel primo tempo di Avellino, Catellani risulta però meno efficace nella sua posizione da esterno anche se un paio di volte può puntare il bravo Struna senza riuscire però a saltarlo. I cross non mancano da entrambe le fasce comunque, ma Ardemagni è costantemente seguito da tre difensori anche quando il Carpi è in fase di attacco e non riesce mai a girarsi. Lo Spezia tenta di lavorare ai fianchi gli avversari senza trovare mai l’occasione buona. Alla fine di un tempo di non-calcio e di tanti calci, il Carpi trova la rete dalla distanza con Bianco. Una vera beffa per i padroni di casa.

Secondo tempo.
Si capisce subito che per perforare un Carpi rugbistico serve l’azione perfetta. Ma lo Spezia fa confusione e preda della foga e inizia a sbagliare qualche appoggio dando coraggio agli ospiti. Bjelica se ne accorge e al 55esimo è già doppio cambio: fuori Cisotti e dentro Culina, fuori Bakic e dentro Ebagua. Si torna al 4-4-2 con Culina a destra e Catellani a sinistra, mentre i due panzer Ebagua e Ardemagni si prendono l’area di rigore.
Ora si carica a testa bassa, ma i passaggi risultano imprecisi ed ecco il raddoppio ancora un volta inatteso e immeritato: stop sbagliato di Valentini che finisce sui piedi di Mbakogu, servizio per Concas al centro dell’area che tira di potenza. Uno schiaffo come il primo.

Castori manda dentro Mbaye per Bianco, e se possibile mette ancora più copertura a un centrocampo di picchiatori. Lo Spezia invece è spregiudicato, ma Ebagua e Ardemagni non trovano il dialogo e raramente riescono a gestire un pallone senza subire l’aggressione dei difensori emiliani, raramente richiamati dall’arbitro Candussio che rispetto al primo tempo ha completamente cambiato metro di giudizio.
Al 32esimo, secondo cambio nei biancorossi che mettono dentro Di Gaudio per Concas. Non varia il dettame tattico di Castori, ovvero difendere in dieci e ripartire sfruttando la velocità di Mbakogu e Letizia.

Bjelica prova la mossa estrema e mette dentro Gagliardini per Ceccarelli: ora lo Spezia gioca con due soli difensori, ovvero Valentini e Madonna. Esce anche Mbakogu e entra Inglese, un attaccante per un attaccante. Buono l’impatto dell’atalantino sulla partita, ma lo Spezia trova il gol solo grazie a un’azione personale di Catellani che si procura un rigore e poi lo trasforma. E’ ormai troppo tardi e anzi il Carpi colpisce anche un palo. Finisce così, con il rombo dei fischi per il signor Candussio di Cervignano e gli applausi di consolazione della Curva Ferrovia per lo Spezia.

La sensazione che rimane, è che oggi la squadra di Bjelica non si esprima con il 4-3-3 con la stessa efficacia che mostra con il 4-4-2. Stasera come al “Partenio” di Avellino, né Ardemagni né Ebagua riescono a far salire la squadra e se non c’è Catellani che da seconda punta scende sulla trequarti a prendere il pallone, la manovra diventa più prevedibile e creare superiorità numerica meno scontato.
La qualità sugli esterni e la capacità di vincere gli uno contro uno riesce comunque a ovviare a tratti a questa mancanza. Un gap di qualità che l’arbitraggio cervellotico di Candussio ha però appiattito lungo tutto il match.
Difficile indicare un campanello d’allarme dopotutto, anche se forse il modo in cui la squadra è rientrata in campo nella ripresa, con il gol a caldo subito alla fine ancora nella testa, che ha fatto perdere lucidità. Lo Spezia aspetta i bomber, quelli che levano le castagne dal fuoco anche contro squadre che pensano solo a dinfendersi con ogni mezzo.

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