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Situazione delicata

Allo stadio fino a luglio e play off in partita unica

E' una delle ipotesi per portare a termine il campionato serie B. Sull'argomento si esprimerà anche l'UEFA, che ha positicipato al 2021 l'Europeo. Il rischio per i club è soprattutto finanziario.

Tribuna

Necessaria premessa: qui il problema non è tornare allo stadio ad agitare le sciarpe, ma salvare un’industria che vale il 7% del PIL italiano (dati Deloitte) e migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti in tutta Italia. Anche alla Spezia, che fa parte delle circa novanta città italiane, grandi e piccole, che esprimono oggi un club professionistico di calcio. Città che, secondo le stime della FIGC, di questa industria da 4 miliardi e mezzo di euro l’anno, più altri 18 con l’indotto, rappresentano oltre i due terzi del valore. Una catena che inizia con i diritti televisivi da miliardi di euro a livello globale, passano dagli stipendi a cinque zeri (anche in serie B) dei calciatori e dei dirigenti e arrivano agli emolumenti dei dipendenti e ai fatturati dei fornitori, tutti molto più “umani”. Tutti molto più incerti dopo il blocco europeo del football.
Tornare a giocare sarà un segno evidente che la parte peggiore dell’emergenza sanitaria è alle spalle. Come e quando si tornerà a giocare stabilirà invece non solo le abitudini dei tifosi ma anche l’impatto sui conti dei club. La notizia odierna che l’UEFA ha proposto di posticipare al 2021 gli Europei che sarebbero dovuti partire da Roma in estate è un tassello fondamentale per incominciare a fare ipotesi anche per la serie B. L’estate si presenta ora priva di impegni internazionali e lascia spazio allo slittamento dei calendari dei campionati maggiori. Anche lì bisogna guardare perché se la serie A non stabilisce tre retrocesse, la serie B non potrà salutare tre promosse. A meno di non cambiare i format, cancellando con un colpo di spugna un punto di equilibrio che è stato trovato di recente con grande fatica. “É stato istituito un gruppo di lavoro con la partecipazione dei rappresentanti di campionati e club per esaminare soluzioni di calendario che possano consentire il completamento della stagione in corso e di qualsiasi altra conseguenza delle decisioni prese oggi”, fa sapere l’UEFA.

Il punto fermo è quindi concludere la stagione senza mutilazioni o scorciatoie che potrebbero ingenerare litigi ed eventuali ricorsi. Le società della cadetteria la scorsa settimana hanno dato disponibilità a giocare fino al 30 giugno e stabilito di non andare oltre il 9 maggio per la ripresa. Dieci giornate di campionato ancora da svolgere (più qualche recupero) e ancora due settimane di play off e play out sarebbero però molto compresse in solo 8 settimane e quindi non si può escludere di arrivare fino alla prima di luglio. Opzione per la quale serve una precisa deroga dalla FIGC, che non pare difficile ottenere. O ancora di prevedere spareggi a eliminazione diretta (in campo neutro?) o di non svolgerli proprio e promuovere la terza classificata.
Le altre ipotesi appaiono, per vari motivi, impraticabili ad oggi. Congelare le classifiche e lasciare lo stesso numero di promozioni e retrocessioni significherebbe andare a dire a quattro club di essere retrocessi in serie C “d’ufficio” e a tre di aver guadagnato la serie A “sulla fiducia”. Non tenere conto però dei piazzamenti avrebbe una grande danneggiata nel Benevento, virtualmente già promossa ma non ancora per la matematica. A Vigorito, comprensibilmente, non piace neanche l’ipotesi di spalmare il campionato su due stagioni ripartendo dalla classifica odierna.

Ogni soluzione che presuppone di giocare meno partite pone un altro tipo di problema. Quello di non potere, come Lega B, garantire a DAZN quel numero di partite da trasmettere come da contratto. Per cui il broadcaster ha già pagato fior di milioni. Si apre quindi uno scenario di penali e richieste di rimborso difficile anche solo da immaginare. In ogni caso meno entrate per tante società, che significherebbe una selezione naturale per quelle che non hanno proprietà in grado di intervenire iniettando liquidità. Il rischio dunque di fallimenti e del conseguente impatto economico e sociale sui territori.
Bene pensare allora concentrarsi sul finirlo questo campionato riprendendo da dove si è lasciato. Il primo segnale del ritorno alla normalità sarà la ripresa degli allenamenti, anche questo difficile da stabilire al momento. Tutti i club sono fermi, ma i contesti in cui vivono i tesserati sono diversissimi da città a città. A Trapani provincia ci sono ad oggi 14 casi di contagio da Covid-19 conclamati mentre sono 1.881 nel Cremonese di cui ben 585 nel solo capoluogo. Altro fattore da tenere presente: la serie B è l’unico campionato senza tesserati trovati positivi al momento. I casi di Fiorentina e Sampdoria dimostrano come un solo tampone può mandare in quarantena un intero settore sportivo e sconvolgere le prospettive nuovamente.

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