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Dieci anni fa

"Spinti alla vittoria da due ali di tifosi lungo la strada", Cesarini è mister play off

L'unico spareggio promozione vinto dallo Spezia porta il suo nome. "Emozioni vive. Lo Spezia in A sarebbe clamoroso".

Alessandro Cesarini

Nelle partite ad eliminazione la qualità fa la differenza. Ieri sera Ciano contro il Cittadella ha ricordato un principio che aveva illustrato alla perfezione Alessandro Cesarini dieci anni fa. Primo e ultimo play off vinto dallo Spezia, marchiato a fuoco dalle giocate del fantasista spezzino. Che poi ha costruito una carriera da protagonista in ogni piazza in cui è stato: Viareggio, Savona, Pavia, Reggio Emilia e Siena… andate a chiedere a quei tifosi come ricordano il numero 10. Ma quel pomeriggio di gioia da profeta in patria è ancora l’apoteosi. “Come arriva il 13 giugno mi sale il ricordo di quella partita contro il Legnano, soprattutto quest’anno che è scattato il decennale. Era periodo di quarantena e ammetto che me le sono riguardate entrambe. Il tempo non ha annacquato quelle emozioni per me”, dice Cesarini.
La città respirava insieme alla squadra e la voglia di farcela era tale che i 6mila del Picco seppero portare dalla loro ogni episodio. “E’ chiaro che c’è tutta una preparazione dietro da parte degli allenatori, ma in partite così l’entusiasmo che avevo io, come i miei compagni, si era sommato alla spinta del pubblico ed era diventato fondamentale. Italiano e la sua squadra non potranno contare sul calore dentro lo stadio, ma sono sicuro che i tifosi si faranno sentire prima e dopo la partita”.

Un appuntamento come quello di oggi pomeriggio per caricare l’ambiente prima della partenza per Verona può essere un grande stimolo. Parola di chi ha vissuto un’esperienza del genere. “Ho questi flash della finale di ritorno al Picco. Noi alloggiavamo all’Hotel Europa sopra Lerici e man mano che ci avvicinavamo allo stadio vedevi la gente che camminava verso il Picco. Percorremmo Viale Fieschi come spinti dall’onda dei tifosi che seguiva il pullman… ci diede una carica incredibile. Se conosco Spezia, sicuramente il calore non mancherà di arrivare alla squadra anche in questo periodo così difficile”.
Poi in campo ci vuole qualcuno che trasformi le emozioni in magia. “In questo momento in cui i ritmi non saranno altissimi, visto che si gioca con un grande caldo e ogni tre giorni, penso che le giocate dei singoli possano fare la differenza. Lo Spezia ha tanti giocatori che sanno risolverla anche solo con un’invenzione”.

Per Cesarini la stagione della rinascita, a 31 anni appena compiuti è un monumento della Lega Pro con il solito codazzo di club che lo corteggiano. Le porte della serie B non si sono ancora schiuse anche per colpa di alcuni infortuni nei momenti topici. “Ogni volta che andavo in scadenza, ed ero più facile da acquistare, mi sono fatto male. Quest’anno ho vinto il Fedelissimo d’oro a Siena, un bel riconoscimento che hanno vinto tantissimi giocatori importanti della loro storia, anche in serie A. Venivo da un anno in cui ho subito due operazioni. Perone e caviglia, 8 mesi fuori. Non è stato facile tenere a bada la smania di tornare. Peccato essersi fermati perché avremmo potuto chiudere più in alto come squadra e io sentivo di poter andare in doppia cifra. Poi i play off sono andati come sono andati”.
Anche per lui l’appuntamento è davanti alla televisione. “Se Christian me lo permette (ride, ndr)… ha due anni ed è la priorità quando sono a casa. Mi sento parte della storia dello Spezia, ora mi auguro che il nostro non rimanga l’unico play off vinto. Speriamo sia la volta buona, vedere le Aquile in serie A sarebbe clamoroso”.

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