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Spezia calcio

"Spezia casa mia, qui ho imparato da Ventura e Carpanesi"

Luciano Spalletti ospite d'onore del Gran Galà di Calcio Spezzino - Città della Spezia si racconta: "Sarebbe la mia festa perchè io sono partito dai dilettanti e ho sempre fatto i dilettanti: sono diventato professionista per caso".

Dall’affascinante Prospettiva Nevskij di San Pietroburgo alla passeggiata del Gianicolo di Roma. Luciano Spalletti si muove di bellezza in bellezza. D’altro canto il senso estetico della vita è sempre stato un fedele compagno di vita per un calciatore atipico, un allenatore cresciuto sotto tutti i punti di vista, un uomo che non ha mai perduto il contatto con il reale e che nel mondo del calcio ci sa stare meglio di altri perché capace a distaccarsene e a capirne le debolezze. Eppure i giornali della Capitale dicono che il tecnico di Certaldo sia nero non tanto per la cessione imminente di Pjanic alla Juve, già ampiamente digerita, quanto per quella possibile di Nainggolan che il Chelsea non ha intenzione di mollare. Per il calcio giocato, per la squadra che verrà, c’è tempo e il ritorno a casa, quello della moglie e dei suoi figli, è un bagno di folla alla IV Edizione del Gran Galà di Calcio Spezzino – Città della Spezia dove Spalletti era al tavolo d’onore a bordo piscina del ristorante Chéz des Amis di Ceparana con sua moglie, la cognata, l’amico fraterno Stefano Stefanini, l’ex compagno Francesco Siviero e l’ex guardalinee internazionale Luca Maggiani, voluto proprio da Luciano al suo tavolo.

Un tavolo di amici veri. Uno Spalletti informale che si è prestato quale grande animatore della serata disponibilissimo con tutti, un vero e proprio “one man show”, che ha voluto incontrare tutti i partecipanti in particolar modo i ragazzi diversamente abili della Onlus “Su La Testa” e posare con loro per le fotografie, insieme al difensore dello Spezia Nahuel Valentini, all’ex suo giovanissimo giocatore ai tempi della Sampdoria Mattia Biso con cui si è intrattenuto al tavolo, ai familiari del compianto Massimiliano Fiondella e alla piccola Giorgia Alberici del Ceparana premiata durante la serata. A lei, che ha perso il papà da piccolissima, ha voluto regalare un autografo con scritto “Alla splendida Giorgia, regista della mia squadra dei sogni”. E’ stata protagonista di un gol memorabile all’incrocio dei pali, proprio il giorno dell’undicesimo anniversario della morte del padre cui ha dedicato il pensiero con la maglietta “Ti voglio bene papà” che ha commosso tutti. Disponibilissimo con tutti, Spalletti non si è sottratto nemmeno al palco: “Questa è una festa di beneficenza ed una festa dei dilettanti. Sarebbe la mia festa perchè io sono partito dai dilettanti e ho sempre fatto i dilettanti: sono diventato professionista “per caso” e finchè non se ne accorgono va bene così. Anzi andrebbe invertito il nome: noi siamo i professionisti e quelli che giocano in serie A sono i dilettanti perchè noi mettiamo la passione in quello che facciamo. Mi dicevano che questa festa esiste da anni e fra tutti gli amici che ho qui nessuno mi aveva mai detto niente o invitato. Per cui mi prenoto già fin da ora per l’edizione del prossimo anno”.

I complimenti per il Gran Galà e l’amarcord. “Lo scopo di questa serata è uno scopo veramente nobile per cui tutti quelli che hanno partecipato hanno dato contributo che vale quanto me. Ognuno di voi vale un posto quanto il mio. Voi siete molti di più e siete stati i veri protagonisti, siete stati bravi a partecipare ed avete dato un contributo fondamentale per quelle persone che in questo momento hanno più bisogno di noi e queste sono le vere vittorie”. “Ho giocato su tutti questi campettini qui ed ho conosciuto molte realtà di qualità che purtroppo poi, ai miei tempi, diventava difficile riuscire a fare il salto di qualità e riuscire ad andare tra i professionisti, anche se molti che sono partiti da queste categorie lo avrebbero meritato e purtroppo su questi campi magari non sono riusciti a fare vedere tutte le loro qualità e le loro giocate”. E quel famoso “sbandieramento” di Luca Maggiani? “L’ho conosciuto sui campi di gioco, spesso mi faceva arrabbiare, ma siccome bisognava fare i bravi siamo diventati amici. Lui è stato uno dei grandi della professione e di grandi qualità”. A Spalletti è toccato anche premiare i tecnici che si sono contraddistinti: a partire da Claudio Tornar, fresco vincitore della II Categoria con la Bolanese, e tifoso della Roma: “Come mai ti si premia questa sera?” – ha chiesto il tecnico di Certaldo e Tornar ha risposto per la vittoria del campionato e lui prontamente ha risposto simpaticamente: “Allora devo venire ad imparare qualcosa…”

“Stiamo attenti a fare le regole, che poi i calciatori trovano sempre la soluzione”. Premiando Andrea Cervia, allenatore che ha vinto con il Don Bosco la I Categoria spezzina, Spalletti ha confermato le doti di anchorman: “Che modulo usavi? Ah il 4-2-3-1, anche io ero convinto di giocare così finchè non hanno cambiato le misure del campo, poi sono andato in Russia ed è cambiato tutto.” Poi parlando di capitani: “E’ quello che deve dare i messaggi positivi dentro lo spogliatoio. E’ quello che arriva prima di tutti, quello che va via dopo tutti ed il suo telefono nello spogliatoio non squilla mai. Ma se dovesse squillare un cellulare nello spogliatoio voi fate la multa?” Risponde di sì ed allora lui “Una volta nello spogliatoio suona un cellulare ed i compagni ‘mister mister’ guardi gli suona il cellulare è sempre lui è sempre lui! Io vado dentro, lo guardavo senza dire niente, questo guarda il telefono vede chi è e mi dice “Mister a questa bisogna che gli risponda!”, prende il telefono e mi dà 50€. Stiamo attenti a fare le regole, che poi i calciatori trovano sempre la soluzione.”

“Vieni a provare a Trigoria durante l’allenamento ti metto dalla parte di Nainggolan e poi vediamo…”
Premiando mister Zuccarelli per la storica salvezza della Fezzanese in serie D torna sul mestiere di allenatori: “Dobbiamo sempre stare con i calciatori, la prima qualità di un allenatore è fargli sentire l’apporto del proprio allenatore. Io sto con loro sempre, qualche volta no eh, dipende un po’ che fa… Io ho sempre avuto allenatori che mi dicevano: “per me siete tutti uguali”. Ecco, io appena sono entrato nello spogliatoio ho detto che per me non sono tutti uguali, perchè io pendo dalla parte di quello che viene con più entusiasmo, che lascia fuori dallo spogliatoio le situazioni di vita o i proprio problemi famigliari, non devono portarli dentro lo spogliatoio”. Geniale poi il riferimento alla sua Roma, durante la premiazione di Giulio Maggiore, Primavera dello Spezia e fresco di firma del primo contratto da prof: “Vieni a provare a Trigoria durante l’allenamento ti metto dalla parte di Nainggolan e poi vediamo…”. Immancabile la foto ricordo con i fondatori del “Roma Club Spezia Luciano Spalletti”.

“Questa è casa mia”. Il passaggio sullo Spezia è un inno alla storia di quello che era è e rimarrà “il capo degli ultras”: “Lo Spezia Calcio fa parte della mia vita, ma non solo lo Spezia anche la Spezia come città, come locazione bellissima sul mare e sotto i monti. Io ho trovato la mia splendida Tamara alla Spezia, qui sono nati due dei miei tre figli, ho iniziato a giocare tra i professionisti grazie a grandi allenatori dai quali ho preso moltissimo come Ventura e Carpanesi. Ho trovato degli amici di vita come il “capoccione” Francesco Siviero. Ci siamo conosciuti tanti anni fa, siamo rimasti in rapporti di vera amicizia: è un grandissimo uomo, oltre che essere stato un grandissimo calciatore”. Ha chiamato sul palco l’amico di sempre e la moglie Tamara chiedendo l’applauso del pubblico poi ha continuato: “Facevamo le tattiche per “troncare” gli avversari e ci pensavi tu perchè eri un terzinaccio. Ho ricevuto tantissimo dallo Spezia e dalla Spezia città e vi porterò sempre con me, grazie di avermi invitato qui, siete degli amici per me. Mi sento a casa mia”

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