LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Oltre 200 gol in carriera

"Rossetti sarebbe stato felice di vedere lo Spezia in A, cuore a metà col Toro"

Il nipote racconta la passione di Gino, spezzino ex aquilotto e granata per sempre: "Mi ha sempre parlato di un ambiente bellissimo, è sempre rimato legato alla città e alla sua squadra".

Gino Rossetti nello Spezia al "Picco" nel 1938

“Gino Rossetti sarebbe stato felicissimo di vedere lo Spezia in Serie A. Ha sempre un pensiero per la sua città e la squadra, il suo cuore è sempre stato diviso a metà fra aquilotti e granata”. Luca Maiorano oggi ricorda così a CdS lo zio mancato nel 1992, spezzino di nascita e torinese d’adozione, che giocò in maglia bianca e divenne un pezzo di storia del Torino fra anni Venti e Trenta, formando il formidabile Trio delle meraviglie con Baloncieri e Libonatti, e conquistando i campionati del 26-27 (poi revocato) e del 27-28. Ala sinistra dal piede caldissimo – è ancora il terzo marcatore nella storia di sempre dei granata con 144 gol (ne segnò 36 nel campionato 28-29) – iniziò la sua carriera nella squadra della sua città dove rimase cinque stagioni prima di trasferirsi in Piemonte e tornare al Picco a fine carriera. A Maiorano, che cura anche la pagina Facebook “Gino Rossetti, uno del Toro” abbiamo chiesto un ricordo dello zio e del suo legame con Spezia e Torino che sabato si affronteranno in Serie A.

Che ricordo ha di suo zio e del suo rapporto con il calcio?
“Mi ha trasmesso la sua grande passione iniziando a portarmi allo stadio a vedere il Toro a metà anni Settanta. La domenica nel parterre con le vecchie glorie e il giovedì al Filadelfia a vedere gli allenamenti a contatto con i tifosi e i giocatori. Chiudeva il suo negozio e prendevamo il tram insieme, poi anni dopo mi fece l’abbonamento per andare in Curva Maratona. Era conosciutissimo, c’erano ancora persone che lo fermavano per chiedergli un autografo e ogni tanto qualcuno gli portava un pallone per vedere il suo famoso “stop di suola” che diceva di aver inventato. Era una persona eccezionale legatissima al calcio e alla sua gente, ricordo un’occasione in cui un signore lo tenne a lungo a parlare di una partita del 1928, alla fine gli chiesi come facesse a ricordare tutto e lui mi rispose “non ricordavo nulla ma non potevo deluderlo”. Era molto legato ai giocatori del “Grande Torino” e in particolare a Bacigalupo e conservava tutti i cimeli, parte dei quali gli furono purtroppo rubati”.

Cosa le ha raccontato invece del suo legame con lo Spezia?
“Mi ha sempre parlato di un ambiente bellissimo che aveva lasciato con dispiacere e di una città nella quale tornava sempre volentieri. Nella sua officina, dove più volte ha cambiato le gomme gratuitamente ai suoi tifosi, fra le tante foto c’era sempre anche quella dello Spezia. Era costantementeinformato sui risultati e si arrabbiava quando gli aquilotti perdevano, era sempre in contatto anche con i giocatori alcuni dei quali aveva portato anche a Superga. Con lui sono stato solo due volte in città, una delle quali a vedere il Picco, e sarebbe stato contentissimo di poter seguire lo Spezia in Serie A con il Torino”.

Sabato, in occasione di Torino-Spezia, si sarebbe schierato?
“Per lui sarebbe stata senza dubbio una partita dal sapore particolare perché ha sempre continuato a seguire lo Spezia anche da tifoso. Sicuramente avrebbe tifato per la salvezza di entrambe. Noi granata siamo messi male mentre la squadra di Italiano sta giocando un ottimo calcio, ho grandissima simpatia per gli aquilotti, c’è un ambiente molto positivo e un ottimo allenatore. Conoscendo zio Gino anche una vittoria dei bianchi non gli sarebbe dispiaciuta”.

Più informazioni