La Spezia - Una lunga serata di consiglio comunale quella di ieri, l'ultima prima della pausa natalizia e dunque quella che chiude l'anno 2020. Una serata che non poteva iniziare se non con il ricordo di Redento Mochi, consigliere comunale leghista morto il 13 dicembre scorso dopo aver contratto il Covid: parole sentite per il dirigente della Lega, non soltanto quelle introduttive del presidente del consiglio Giulio Guerri, del sindaco Peracchini ("persona stupenda, l'avevo sentito anche il giorno prima che lo intubassero") e del gruppo consiliare del Carroccio ma anche da parte dell'opposizione per un tributo non retorico ad una persona che evidentemente ha saputo farsi apprezzare al di là di ogni schieramento. "Redento è insostituibile, il vuoto che ci ha lasciato non si colmerà mai", ha detto Guerri nel corso di un secondo intervento mentre il consiglio comunale, chiamato ad eseguire anche questi atti amministrativi, ha deliberato la surroga del consigliere deceduto con l'ingresso nel Parlamentino di Gianluca Bianchini. Una mezz'ora all'unisono, maggioranza ed opposizione protagoniste di una rara coesione dall'inizio della legislatura, prima che il clima inizi a surriscaldarsi nell'espletamento delle diverse pratiche.
Con un Lorenzo Forcieri, di solito piuttosto silente e mirato nelle sue uscite, che torna a porre il problema dello svolgimento in modalità smart working del consiglio comunale: "Non vedo perché non si possa tornare a farlo in presenza: la città ha spazi per farlo, penso a Sala Dante o al Palazzetto e visto che si spendono soldi per tante cose, penso sia giusto in nome della democrazia. Non servono chissà quali strutture, solo lo stretto indispensabile per svolgere un'assemblea in sicurezza. Succede alla Camera e al Senato ma anche in consiglio regionale". Una richiesta, quella di Forcieri, rimandata indietro prima da Guerri e poi da Cenerini che avverte l'opposizione di smetterla di intimorire il presidente del consiglio: "Conosciamo i motivi per cui non si può fare, abbiamo già detto quali sono i problemi della sala Dante. Oltretutto non mi sembra proprio il caso visto che stiamo per entrare nella 'zona rossa'". Federica Pecunia si associa alle parole di Forcieri: "Non ci avete mai fornito una relazione sul perché non si può tornare in presenza. Il presidenete si sentirebbe intimorito? Cenerini deve dire che cosa avrei detto per intimorirlo altrimenti chieda scusa. Noi, di contro, ci sentiamo lesi dal presidente che agisce antidemocraticamente, togliendo la parola o parlando sopra". Guido Melley chiede a Guerri di "abbandonare la tattica di interrompere i consiglieri di minoranza", Corbani e Costantini difendono a spada tratta il presidente, giudicando il suo operato ineccepibile e giudicando l'atteggiamento della minoranza "inopportuno e sgradevole".
E' Jessica De Muro, consigliera pentastellata, a leggere il question time con il quale il consiglio comunale abbandona le questioni di metodo e la discussione, già accesissima, sull'ordine del giorno. Si parla di sanità e dell'odissea riguardante i pazienti oncologici costretti per mesi a lunghe attesse fuori dal padiglione per potersi sottoporre alle visite: "Hanno dovuto attendere nel giardino, al freddo, magari sotto l'acqua. Ricorderete la mobilitazione dell'opposizione, la soluzione temporanea di una tenda riscaldata trasferita di fronte al padiglione day hospital oncologico. Al di là della necessità di ottenere un soluzione definitiva che non sia un container, alcuni pazienti ci hanno segnalato che la tenda non è poi andata in uso. Mi chiedo: voi ve ne siete accorti?". Tocca all'assessore Filippo Ivani rispondere: "La situazione ci è chiara, la soluzione attuale è temporanea e Asl, a proposito della sistemazione difinitiva, ci ha detto di volere prima valutare l'andamento della tenda installata. Sono andato personalmente sul posto e ho trovato la tenda aperta e con due riscaldamenti accesi all'interno. Ad ogni modo ho chiesto alla dottoressa Troiano di predisporre un piano di riorganizzazione dei lavori che sarà pronto nei prossimi giorni".