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Comitato spezzino, i nomi

Taglio del parlamento e la diminuzione della rappresentanza democratica, quelli del ‘no’ al referendum

Le ragioni: "Chi lo propone spera di avere un organo del tutto addomesticato, composto da individui spesso senza capacità e personalità, non eletti ma nominati, grazie ad un sistema elettorale che ha consegnato il potere alle segreterie dei partiti".

La scheda referendaria

Si è costituito anche alla Spezia il comitato del NO al referendum contro la proposta di legge costituzionale, che prevede un taglio al Parlamento e alla rappresentanza democratica. Il comitato provinciale “Spezia dice no” è presieduto dal prof. Giorgio Di Sacco Rolla, ne fanno parte tanti cittadini e cittadine di diverso orientamento politico e culturale, tra cui Maria Adelaide Ambrogetti, Costanza Ambrogetti, Sabrina Ambrogetti, Massimo Baldino Caratozzolo, Mirco Belforti, Francesco Maria Bellacosa, Raffaele Belle, Matteo Bellegoni, Augusto Bertirotti, Lorenzo
Bestetti, Alberto Biggi, Mauro Bisignano, Umberto Bonanni, Daniele Brunetti, Flavio Cabano, Chiara Cabano, Francesco Cabano, Alessandro Cabrini, Olivia Canzio, Saul Carassale, Fabio Carassale, Luciana Castagna, Flavio Cavallini, Vinicio Ceccarini, Gianmaria, Cristina De Angelis, Diego Del Prato, Angelo Del Santo, Riccardo Delucchi, Silvio Delucchi, Giorgio Di Sacco Rolla, William Domenichini, Luca Erba, Veruska Fedi, Paolo Ferrara, Michele Fiore, Giuseppina Florio, Lorenzo Forcieri, Clara Fregosi, Emanuele Fresco, Maria Fumanti, Marco Giacomazzi, Andrea Giannoni, Alberto Grassi, Giovanna Grilli, Luca Ianni, Daniele Idiili, Roberto Lamma, Rosanna Liberati, Nadia Lombardi, Massimo Lombardi, Anna Maccioni, Giuliana Maiolini, Fabrizio Marchi, Luca Marchi, Lorenzo Mascolo, Fioretta Mazzanti, Juri Mazzanti, Gabriella Mazzi, Elena Merendino, Chiara Micheletti, Paolo Mione, Beatrice Mione, Paolo Mione, Giuliano Nioi, Emilio Nioi, Federica Paganelli, Cristiana Pagni, Arturo Paita, Giacomo Paladini, Louiza Phottio, Alessandro Picci, Claudio Pinza, Rosanna Pittiglio, Anna Maria Pittiglio, Emiliano Quaretti, Sara Rabuffi, Gabriella Reboa, Massimo Resta, Jacopo Ricciardi, Salvatore Romeo, Elia Sarpi, Massimo Scarpa, Pierluigi Sommovigo, Pierluigi Stagnaro, Gabriella Tartarini, Christian Tomà, Franco Vaira, Matteo Valle, Vittori Verardi, Alessandra Vesco, Paolo Zanetti.

Le ragioni del no? “Perché i cittadini di ampie zone del nostro Paese e delle regioni più piccole, come la Liguria, resterebbero senza rappresentanti. Perché la democrazia si fonda sul Parlamento, sulle discussioni che avvengono al suo interno. Più rappresentanti vi sono, più settori dell’elettorato possono far sentire la loro voce e contribuire a varare leggi migliori. Minore il numero dei parlamentari, maggiore il potere delle segreterie dei partiti, delle lobby e dei gruppi di potere che le condizionano. Il rischio è che il parlamento venga completamente svuotato della sua funzione per divenire sempre più il luogo in cui si ratificano decisioni prese al di fuori dello stesso. Dunque, un impoverimento della democrazia. Si dice: meno parlamentari, meno costi per il contribuente, ma il risparmio sarebbe irrisorio, mentre la perdita, in termini di democrazia, altissima. Non ne vale la pena. Mai come oggi, in mezzo ad una crisi sanitaria ed economica, abbiamo bisogno di una politica alta, in cui tutti i cittadini si sentano pienamente rappresentati”.

Aderiscono inoltre come associazioni e partiti: + Europa La Spezia, Movimento AvantInsieme – Alleanza Civica – La Spezia, ARCI La Spezia, Partito Comunista Italiano – La Spezia, Rifondazione Comunista La Spezia, Spezia Dinamika.
Le adesioni sono ancora aperte a tutti coloro che preferiscono la Costituzione dei nostri Padri Costituenti a quella di Di Maio.

E ancora: “La politica si riforma candidando ed eleggendo persone serie, con grande spessore morale e dotate
di elevate capacità politiche. Chi propone il taglio spera di avere un parlamento del tutto addomesticato, composto da individui spesso senza capacità e personalità, non eletti ma nominati, anche grazie ad un sistema elettorale che ha consegnato tutto il potere alle segreterie dei partiti, togliendo ogni legame tra i parlamentari e i loro elettori.
I promotori di questa legge affermano di voler risparmiare e semplificare con una semplice riduzione della rappresentanza. Non è così: fanno leva sul diffuso sentimento di delusione e disincanto per continuare a mantenere
il proprio potere. Non fidatevi di chi dà risposte semplici a problemi complessi, perché o è incompetente o, peggio, è in malafede. Per questi e molti altri motivi al referendum noi invitiamo a votare NO!

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