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Politica

Successo per l’incontro contro il razzismo con Kyenge e Benifei

Il tavolo dei relatori al Centro Allende

Grande successo dell’evento “La sicurezza nell’integrazione: territori ed Europa contro il razzismo”,
con gli europarlamentari del PD Benifei e Kyenge, tenutosi questa mattina al Centro Allende della Spezia

Dalle iniziative prese dagli amministratori nello Spezzino ai profondi cambiamenti in atto a livello comunitario nelle politiche sull’immigrazione: è stato un dibattito vivace e appassionante quello che si è svolto questa mattina in un gremito Centro Allende, in occasione dell’incontro “La sicurezza nell’integrazione: territori ed Europa contro il razzismo”, organizzato dal gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento Europeo (S&D). Esponenti della politica e dell’associazionismo locale, cittadini e i due europarlamentari del Partito Democratico Brando Benifei e Cécile Kyenge hanno detto la loro sull’argomento, dando vita ad un’occasione di confronto ricca di spunti e riflessioni. Dopo i saluti del Segretario dell’Unione Comunale PD La Spezia Luca Erba e l’introduzione di Tiziana Cattani, Capogruppo PD nel Comune della Spezia, che ha moderato i lavori, sono intervenuti: Andrea Stretti, Assessore alle Politiche Sociali del Comune della Spezia, Antonella Franciosi, Presidente Arci La Spezia e membro del Comitato Solidarietà Immigrati, Elena Alpinoli, Responsabile Legalità Segreteria provinciale PD La Spezia e Paola Sisti, già Assessore Provinciale alla Cultura e Pari Opportunità della Provincia della Spezia. Quali strade intraprendere per rendere efficaci le politiche sull’immigrazione, assicurando la realizzazione dell’integrazione, il benessere dei migranti e contemporaneamente quello dei cittadini dei paesi ospitanti? Benifei ha illustrato come, insieme alla collega Kyenge abbia lavorato per aumentare l’attenzione della Commissione Europea sul tema, sottolineando come il Mediterraneo sia “la frontiera dell’Europa e non dell’Italia”. C’è ancora troppa disomogeneità nella considerazione di queste problematiche tra gli Stati membri: “Colpisce come l’immigrazione non sia percepita in egual maniera dai paesi del Nord e del Sud dell’Unione – ha sottolineato – : per questo è necessario ricostruire un rapporto di fiducia reciproca fra i popoli europei e arrivare ad una gestione ottimale del fenomeno, anche tramite un dibattito pubblico; auspico che le soluzioni e i temi di discussione giungano anche dal territorio. Assicuro il mio impegno in questo senso, anche tramite il mio lavoro nelle Commissioni Esteri e Affari Sociali”. L’intervento conclusivo è stato affidato all’europarlamentare Kyenge, che ha declinato il tema dell’immigrazione partendo dalle esperienze vissute in prima persona e dalla solidarietà dimostratale dopo l’increscioso attacco razzista rivoltole dal Vicepresidente del Senato Calderoli: “la mia – ha raccontato – si è trasformata da una battaglia personale ad una collettiva e simbolica, dopo che Palazzo Madama, negando l’autorizzazione a procedere contro di lui, ha fatto passare il razzismo all’interno delle istituzioni, con un danno a tutta la comunità”. L’ex ministro dell’Integrazione ha evidenziato l’importanza di intraprendere una “battaglia culturale, per combattere i danni prodotti da campagne stampa che stravolgono i fatti: oggi il paese non ha gli strumenti per capire cosa significhino le migrazioni, strumentalizzate dalla destra, che genera appositamente confusione. Bisogna, invece, partire da un accompagnamento da iniziare fin dalle scuole elementari, e dobbiamo e possiamo pretendere di più da chi ci governa”. Kyenge ha concluso il suo discorso entrando nel dettaglio dei lavori a livello europeo: “E’ necessario adottare un approccio olistico, uscire dall’ottica dell’emergenza e affrontare l’immigrazione come fenomeno naturale e inarrestabile: una richiesta ascoltata dal Commissario Avramopoulos e dall’Alto Commissario Mogherini. Insieme all’eurodeputata maltese Roberta Metsola (PPE), sto elaborando un rapporto di iniziativa da cui la Commissione partirà per elaborare le politiche future dell’Europa: si cercherà di avere un contributo da tutti i 28 paesi dell’Ue per costruire con una nuova metodologia, che coinvolga anche la cittadinanza e porti ad una rinnovata Unione, in cui in tema di immigrazione sia garantito il primato della persona”.

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