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Sortino: "Chiedo scusa, ma il video è stato ritoccato"

Bagarre in consiglio comunale dopo la frase pronunciata dal segretario comunale nella seduta precedente. Cartelli, grida. Il sindaco non interviene.

Dal consiglio comunale, Sortino: "Chiedo scusa, ma il video è stato ritoccato"

Il minuto di raccoglimento per lo scomparso ex consigliere comunale Riccardo Cattoi e l’applauso collettivo di tutto il consiglio nei confronti della fresca pensionata Roberta Bini, apre la seduta di un consiglio comunale che avrebbe dovuto affrontare le delibere sul futuro dell’area Enel e che invece piega subito sull’attualità in questo primo lunedì del mese che va verso una conclusione sorprendente. Il perché è tutto nella cronaca della serata, un’escalation di posizioni che viene bloccata d’imperio dal presidente Giulio Guerri. Quando la misura è colma e lui ad imporre il timeout per convocare la conferenza dei capigruppo.

“Mi sento in dovere di prendere la parola dopo un weekend che ha provato me e la mia famiglia – ha detto il segretario comunale Sergio Camillo Sortino al centro della bufera per il passato consiglio comunale per un’affermazione fatta con il sindaco Pierluigi Peracchini (clicca qui) -. In quei brevi momenti del video, volevo sdrammatizzare una situazione particolarmente incandescente; eppure non è mancata, da subito, una ridda di deduzioni nei miei confronti con le quali si è addossata a me un’azione sicuramente improvvida. Il video però è stato rielaborato nella parte audio, non ho la competenza tecnica, ma questo è un fatto oggettivo, basta andare nella pagina ufficiale del Comune e vedere quello originale. Mi è stato chiesto questo gesto di autodafè, ho parlato coi giornali per rispondere a quanto mi stavano contestando. Voglio sinceramente scusarmi per tutti coloro che si sono sentiti toccati. Ma ci tengo a dire che l’uomo che avete giudicato non sono io: sono amareggiato nel cuore perché sono state dette cose molto gravi, molte delle quali pronunciate da persone che non mi conoscono nemmeno. Chi mi conosce non ha mai sentito dalla mia bocca alcun discorso di natura sessista, sono stato invece oggetto di assimilazioni di ogni tipo, anche socio-culturali, mettendo in mezzo mia madre, mia sorella, mia figlia. La frase incriminata non ha alcun fondamento razionale se non come riferimento a femen con la speranza che quelle ragazze non ripetessero il gesto. Eppure tutte le mie considerazioni sono state rispedite al mittente. Speravo di poter fermare il fango apparso sui social network, ma non c’era alcun riferimento denigratorio nè sessista. È difficile per uno che ha il mio passato e il mio presente, aderire alla logica del macho. Scusate ancora ma era davvero solo una battuta e il sindaco Peracchini, almeno in questo caso, non c’entra nulla”. E’ Massimo Caratozzolo ad aprire il rubinetto di una marea che è soltanto all’inizio: “E’ scivolato sulla classica buccia di banana, credo però che le scuse andrebbero allargate al nostro sindaco. C’è stata una battuta in cui lei ha riso e per questo penso che dovrebbe farlo. E questo discorso vale per il presidente del consiglio che non ha saputo censurare quello che avveniva alle sue spalle rivolgendosi invece alle manifestanti. Può capitare di fare degli errori, e per questo si chiede scusa. Lo ha fatto solo il segretario prendendo sulle sue spalle tutte le responsabilità”.

Apriti cielo, dai banchi della maggioranza si cerca di normalizzare ma non è semplice. La consigliera Maria Grazia Frijia subito derubrica: “Io non mi sono sentito troppo offesa, oggi leggo cose ben più gravi. Era una battuta, una frase infelice, mi sono più sentita offesa dalle parole del consigliere Baldino che ha strumentalizzato questa vicenda”. Nella ressa verbale, anche Fabio Cenerini: “Ho apprezzato molto le parole del segretario Sortino, ritengo peraltro che abbia detto una cosa grave quando ha detto che quel video è stato rielaborato. C’è da capire se è una cosa lecita. Voglio dire una cosa alle donne: mi è sembrato un intervento sentito e credo che il fatto di chiedere scusa meriti la mia vicinanza. Una discussione che non si sarebbe fatta se Baldino non fosse intervenuto”.

Il presidente Guerri ricorda che non è previsto dibattito sulle parole del segretario ma è un fiume inarginabile soprattutto quando a prendere la parola è la leghista Federica Paita: “Stiamo parlando di una battuta infelice, vogliamo dire che è stata grave, diciamolo. E diciamo pure che è doppiamente grave perché non fatta al bar ma in un luogo istituzionale. Diciamo tutto questo ma proprio perché non siamo più nel Medioevo credo che ogni ragazza saprebbe rispondere per le rime senza cadere in psicodrammi. Come donna vorrei vedere da loro la stessa indignazione quando vedono gli occhi tristissimi di donne coperte dal burka, vorrei vedere la stessa rabbia da parte di uomini e donne che si comprano bambini, verso uomini che sposano delle bambine pescate dalle scuole anche di questo paese. La stessa rabbia verso extracomunitari che stuprano ed uccidono le donne. Quando la vostra parte politica giudicherà togliendosi gli occhiali arcobaleni potrà venire qui ed indignarsi”.

Il pubblico non apprezza il parallelo, Guerri porta tutti in conferenza dei capigruppo e quando si riparte parleranno solo le donne. Federica Pecunia, al primo consiglio comunale dopo la fuoriuscita dal Pd, è durissima: “Sono arrivate delle scuse che apprezzo ma che non bastano. Perché questo è un luogo delle istituzioni e troppe volte non viene rispettato. Ai colleghi della maggioranza che mi parlano sopra dico di prenotarsi. Di avere rispetto di chi parla, di smettere di banalizzare quando vi fa comodo. E’ sbagliato quello che è successo e non c’è nient’altro da dire”. Divisive le parole della pentastellata Donatella Del Turco che ne fa una questione di “genere”: “L’uomo è l’uomo, se sei abituato ad un certo tipo di linguaggio non ti rendi nemmeno conto che stai urtando la sensibilità delle persone. Semmai il mio appunto è verso le donne che devono imparare ad avere un linguaggio di rispetto fra di loro. Non posso accettare che qualcuna dica di non essersi sentita offesa”. La leghista Cozzani e Patrizia Saccone si dicono soddisfatte delle parole di Sortino, mentre l’altra pentastellata Jessica De Muro punta il dito sul sindaco, silente: “Mi aspettavo un suo intervento ma quando ho visto la sua reazione alle parole di Baldino che gli ha contestato di aver ridacchiato ho visto cosa ha detto lontano dal microfono. Che lui ride quando vede la sua faccia. Penso si commenti da solo”.

Un dibattito incandescente accompagnato dal folto pubblico che contava anche un gruppo di femministe. Alcune di loro hanno alzato una serie di cartelli in cui inneggiano ad una toponomastica al femminile.

Fabio Lugarini

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