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Politica

Saturnia, Montefiori: "Nessuna alternativa a Fos e terre da scavo"

Il consigliere comunale del Pd annuncia la presentazione di una mozione urgente nel corso del consiglio di questa sera.

Iacopo Montefiori

La brusca frenata impressa al progetto di messa in sicurezza permanente della discarica di Saturnia nel corso della procedura di Valutazione di impatto ambientale sta tenendo banco nel mondo dell’ambientalismo e della politica. Il ciclo dei rifiuti è uno dei temi più sentiti da parte della cittadinanza, uno di quelli di cui maggiormente si discute anche nelle sedi istituzionali. L’attenzione aumenta in modo esponenziale se si parla di discariche, ancora di più se ci si trova nelle martoriate alture orientali del golfo, quelle comprese tra Pagliari, Pitelli e Arcola. Gli abitanti della zona conoscono sin troppo bene le vicende del passato e la geografia di quelle colline. Tra loro ci sono visioni diverse sul modo di affrontare la situazione attuale, come è emerso con chiarezza nel corso dell’inchiesta pubblica dei mesi scorsi. Abbiamo raccolto quella di Iacopo Montefiori, abitante della zona e consigliere comunale del Partito democratico che segue da vicino la questione.

Qual è la sua posizione rispetto alla vicenda della procedura di Via sulla messa in sicurezza permanente?
“La mia posizione non può che essere quella più volte votata come consigliere comunale, che prevede la messa in sicurezza permanente del sito di Saturnia, l’abbandono di qualunque ipotesi di apertura di nuovi impianti di conferimento che si possano definire “discariche di servizio”. La coerenza non va molto di moda, ma ho sostenuto questo assetto proprio perché naturale e logica conseguenza di un impegno di anni sul fronte della differenziazione del rifiuto e di un sistema di raccolta che fosse il più possibile prossimo al cittadino. Non a caso vivo a Pitelli, che è stata insieme a poche altre oggetto della prima sperimentazione della cosiddetta raccolta “porta a porta”. Non vorrei essere frainteso: so che i disagi e le criticità in parte permangono, ma sono tutt’ora convinto che sia il sistema più virtuoso fra quelli possibili. Altri Comuni hanno operato scelte diverse ma da spettatore ho potuto verificarne i limiti congeniti. Penso a sistemi di raccolta stradale che nonostante l’utilizzo di tecnologie innovative presentano i soliti limiti già registrati in passato”.

Si tratta di una mera questione tecnica?
“Sono convinto che il parere della commissione tecnica sia del tutto privo di pressioni o indicazioni di natura politica, sarebbe inquietante anche solo pensare che dopo tutti gli sforzi fatti per non aver bisogno di una nuova discarica proprio la Regione ci invitasse ad aprirne una. Sia chiaro: nel Levante o in altri luoghi, non vogliamo un nuovo sito perché non serve e non deve servire un impianto di questa natura. Negli anni si è volutamente rinunciato a soluzioni sicuramente più convenienti finanziariamente quale per esempio l’incenerimento del rifiuto o come si usa dire oggi la “termovalorizzazione” proprio perché si è scelto di percorrere una strada che fosse da un punto di vista ambientale la meno impattante tra quelle possibili”.

La riduzione dei volumi proposta può essere la soluzione?
“Ci mancherebbe. Se Acam, come immagino, ripresenterà il progetto con le correzioni richieste mantenendo la natura di “messa in sicurezza” e “ambientalizzazione” del sito con la riduzione dei volumi penso che non ci sia nulla da obbiettare e anzi rappresenterebbe un fatto positivo in quanto si potrebbe registrare una riduzione della durata dell’opera”.

Nel corso del percorso di inchiesta pubblica erano già state sollevate problematiche geologiche. Non si poteva intervenire prima?
“Non sono un tecnico esperto in materia né un geologo nello specifico e diffido sempre da chi, anche fra i rappresentanti della politica locale, si lancia in improvvide considerazioni tecniche senza averne di fatto titolo. Credo che l’inchiesta pubblica abbia fatto il suo dovere e che sia stata utile come strumento di partecipazione e di comprensione del progetto. A me personalmente è sempre interessato accertarmi che i codici e la qualità del materiale conferibile fossero coerente con la messa in sicurezza. Non secondario è invece il tema della durata del progetto, altro motivo per cui mi ritengo contrario a qualunque suggestione diversa da quella prevista nel progetto presentato da Acam”.

C’è chi chiede la bonifica, al posto della messa in sicurezza permanente. È una prospettiva possibile?
“Ad oggi credo sia una strada impercorribile. Di certo se l’ipotesi dovesse essere diversa dal campo della “riambientalizzazione” diverrei un convinto assertore della tesi del non toccare nulla. Penso sia chiaro a tutti come la proprietà non abbia alcuna intenzione di intervenire sul sito con progetti di bonifica, e allora ripeto piuttosto si lasci tutto come è da decenni ad oggi”.

Quali saranno i prossimi passi?
“Ma per ora aspettiamo la revisione del progetto da parte di Acam rispetto alle osservazioni poste dalla commissione tecnica. Nel frattempo stasera presenteremo come maggioranza una mozione urgente dove coerentemente con quanto votato già in passato, chiediamo al sindaco di andare avanti secondo l’impostazione che ha caratterizzato questi anni di mandato e nello specifico su Saturnia proseguire con quella che per noi può essere solo una “messa in sicurezza” operata con Fos e terre da scavo. Chiederemo inoltre qualora il progetto venisse approvato in via definitiva la costituzione di tavolo permanente di monitoraggio dove vengano coinvolti i cittadini oltre ovviamente alle autorità di controllo competenti”.

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