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Insieme al gruppo spezia bene comune

Rifondazione comunista presenta un esposto in procura sugli appalti di Coopservice e Asl 5

L'ingresso del personale degli uffici Asl di Via XXIV maggio

“Gli arresti effettuati a Cosenza a dicembre circa la gestione degli appalti nella sanità non costituiscono certo un episodio di cronaca che riguarda la sola Calabria. Nel nostro territorio la situazione è parimenti allarmante, e da anni oramai la denunciamo. Questa mattina, come federazione provinciale di Rifondazione comunista in collaborazione con il gruppo consiliare Spezia Bene Comune, abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica richiedendo l’acquisizione di tutta la documentazione circa gli appalti relativi al contratto degli Oss. Tutto ciò è chiaramente aggravato ed amplificato dall’emergenza epidemiologica in corso”. Lo afferma il consigliere comunale Massimo Lombardi, capogruppo di Spezia bene comune.

“I servizi nella sanità, e le esternalizzazioni a cui sono stati sottoposti in misura sempre più intensa, si sono tradotti in una situazione su cui occorre fare luce: da un lato, sulla trasparenza degli appalti, dall’altro sulle effettive mansioni svolte dalle lavoratrici e dai lavoratori di Coopservice presso Asl 5. Il sistema degli appalti e delle esternalizzazioni – prosegue Lombardi – quando non si regge su trasparenza e chiarezza, genera un meccanismo che inquina la società a partire dal suo cardine senza dubbio più importante: la sanità. Sanità che per noi significa cura delle persone e trova il suo fondamento nell’articolo 32 della Costituzione, che definisce la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Sanità che non può mai tradursi in malaffare, tangenti, sprechi, sfruttamento della classe lavoratrice, per ingrossare le tasche dei pochi e diminuire il benessere dei molti. Il fenomeno delle esternalizzazioni è una conseguenza assai diffusa delle scelte di governi e regioni di favorire e imporre un vero e proprio “mercato”, dove il benessere collettivo è del tutto servente agli interessi di chi, quel mercato, lo gestisce. I tetti alle assunzioni di personale invece che la crescita della spesa per l’acquisto di beni e servizi da parte delle Asl sono una precisa scelta politica, come le esternalizzazioni sono un fattore di privatizzazione di un caposaldo dell’welfare come la sanità. Da anni chiediamo la reinternalizzazione (oggi nelle Asl persino la sterilizzazione dei bisturi viene normalmente esternalizzata) e l’assunzione con contratti a tempo indeterminato di un personale ipersfruttato. La ricetta che da anni proponiamo,è l’unica possibile, ma presenta una caratteristica intrinseca: essa conviene ed è materialmente utile al popolo e alle fasce deboli, che siano i lavoratori e le lavoratrici o chi, di buona sanità e sanità pubblica, ha bisogno. Bisogna reinternalizzare tutti i servizi per garantire una sanità efficiente e un’occupazione stabile a decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori.
Bisogna porre fine a questo sistema perché lo dobbiamo a un Paese e una città, la nostra,che merita certamente di più, almeno quando si parla della sanità e quindi della salute”.

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