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Politica

Regionali, Morgillo: "Non restiamo in ostaggio delle dinamiche nazionali"

Il fondatore di Liguria Libera rivendica l'indipendenza del suo movimento: "Subiremo la scelta del candidato per volere di Lega e Forza Italia, ma diremo la nostra sul programma e presenteremo una nostra lista. Tra due anni alle amministrative".

Luigi Morgillo

Con Forza Italia non vuole avere più niente a che fare, gli restano “soltanto i ricordi”. Dopo una lunga serie di episodi in cui Luigi Morgillo ha criticato senza mezzi termini le scelte elettorali e strategiche del partito di Silvio Berlusconi, qualche tempo fa ha rassegnato le dimissioni da vice coordinatore regionale e se formalmente risulta ancora iscritto lo si deve solamente al fatto che la tessera ha una durata annuale.

“Negli ultimi cinque anni è stato sbagliato tutto e ad ogni chiamata alle urne abbiamo visto la Liguria frustrata dalla nomina di candidati calati dall’alto, scelti per dinamiche nazionali. Bisogna lavorare per il territorio: con i giochi romani, milanesi e di Ponte di Legno non voglio più saperne. Ai liguri – afferma – le questioni nazionali non interessano”. Così, da mesi, Morgillo ha lasciato il gruppo consiliare azzurro in Regione e ha lanciato il progetto di ‘Assemblea popolare’, fatto di incontri sul territorio e poi sfociato nel movimento Liguria Libera che correrà alle elezioni, a partire da quelle regionali di maggio. “Ma ci saremo anche per le amministrative future, nei Comuni che superano i 15 mila abitanti”.
L’intento con il quale Morgillo ha lanciato la nuova piattaforma è quello di favorire e allargare il più possibile la coalizione di centrodestra che oggi vede intorno al tavolo anche Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia. Se a fine 2014 sembrava che il candidato del Pd sarebbe stato il mattatore del voto di maggio, dopo il pessimo spettacolo delle primarie del centrosinistra i giochi sembrano aperti. Un’impressione suffragata anche dal sondaggio commissionato proprio da Liguria Libera: “E’ emerso che se andiamo compatti possiamo raggiungere il 30 per cento, a fronte di un 32 per cento per Raffaella Paita”.

La coalizione quindi è cosa fatta, e l’esito del tavolo promosso da Morgillo martedì scorso pone il sigillo alla situazione. Quel che bisogna ancora definire sono le modalità di presentazione delle liste e la definizione del candidato.
“Nell’ultimo incontro abbiamo proposto che ognuno dei quattro soggetti proponesse un nome e che la quaterna venisse poi sottoposta ad un sondaggio di opinione commissionato ad una società specializzata. L’idea – spiega Morgillo – è piaciuta a tutti, sarebbe stato un modo semplice per dare voce ai cittadini, sulla falsa riga delle primarie. Ma alla fine i due grandi partiti hanno fatto dietrofront perché, ancora una volta, le decisioni dovranno essere delegate si conciliabili nazionali, nell’ambito della spartizione delle Regione che andranno al voto tra Lega e Forza Italia”.
Se il sistema di selezione, appoggiato da Fratelli d’Italia, fosse stato accettato Liguria Libera avrebbe avanzato il nome di Enrico Musso, fondatore del movimento insieme allo stesso Morgillo, che ha spigato ai quattro venti di non volersi candidare, nemmeno come consigliere regionale.
“Credo che sarebbe stato il nome migliore: genovese, ben noto, apprezzato professionista e mai vittima delle logiche di partito, quindi in grado di ottenere anche i voti degli elettori delusi dal centrosinistra. Rixi è capace, ma difficilmente potrà sfondare verso sinistra. E Garaventa è poco conosciuto e quasi niente supportato dal suo partito”.
Ed è proprio sul nome del candidato di Forza Italia che molti nutrono dubbi nel caso in cui nel risiko delle Regioni e nella spartizione dei sette candidati tra Silvio e Matteo la Liguria toccasse agli azzurri. Molto, se non tutto, dipenderà dalle scelte di Flavio Tosi e quindi agli equilibri che andranno a costituirsi in Veneto. Da lì, a cascata, verranno disposti i pezzi sulla scacchiera. Garaventa, dicevamo, potrebbe essere scalzato da un esponente di Forza Italia più conosciuto. E se sembra tramontare l’ipotesi che porta a Giovanni Toti, riprende quota il nome di Sandro Biasotti, coordinatore regionale del partito e deputato, che verrebbe investito della candidatura secondo lo schema già seguito in Piemonte con Gilberto Picchetto.

“Subiremo il metodo di scelta del leader elettorale, ma non staremo nella coalizione come fratelli minori – rivendica Morgillo -. Chiediamo pari dignità e la possibilità di esprimere la nostra opinione sui programmi e sul perimetro dello schieramento. Abbiamo lavorato per una piattaforma aperta ai contributi e siamo pronti ad accettarli. Lo scopo è creare un’alternativa al Pd della Paita e siccome siamo quelli che inseguono non possiamo permetterci di lasciare alcun vantaggio ai concorrenti. Per questo crediamo che non si debba chiudere la porta a Ncd e siamo disponibili a fare una lista con i nostri simboli. Se alla Lega non va giù perché vuole rispecchiare in Liguria il quadro nazionale, rispondo che non mi interessano certe dinamiche. Le questioni politiche romane stiano fuori dalla Liguria: Le Pen e CasaPound non intralcino la nostra campagna elettorale. Bisogna ricordare che ogni scelta aumenta o riduce le probabilità di vincere contro il Pd e che gareggiamo per arrivare primi, non secondi”.
Tra domenica e lunedì, giorni di cene ad Arcore, il centrodestra ligure saprà se il nome di punta per ritornare a Palazzo Ducale sarà espresso dal Carroccio o da Forza Italia. Poi si ragionerà per la costituzione delle liste: Morgillo chiede di eliminare i nomi dei partiti e di creare una grande lista civica, ma ad oggi ha trovato solo dinieghi. Si pensa quindi a quattro liste in un’unica coalizione.
“La nostra, come si può immaginare guardando i nomi di chi partecipa alle iniziative di Liguria Libera, non sarà una ‘Forza Italia 2’. Non accettiamo imposizioni da nessuno e diktat relativi ai confini della coalizione. Il metodo da noi proposto, anche per la scelta del candidato a presidente, è sempre quello che prevede il confronto e la convergenza delle diverse forze in campo in seno al centrodestra. Chiariamo quindi che il simbolo di Liguria Libera sarà presente sulle schede elettorali. Nessuna decisione contraria è stata assunta all’interno della nostra formazione, unica artefice del proprio futuro”, conclude l’ex azzurro. Intanto, in provincia, scaldano i motori per l’iscrizione nell’elenco dei candidati al consiglio il braccio destro di Morgillo Maria Grazia Frjia, il sindaco di Follo, Giorgio Cozzani, e il consigliere comunale di Calice al Cornoviglio, Riccardo Roffo.

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