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Pd: "Il conto dell’insostenibile leggerezza” di Toti lo pagano gli spezzini"

Partito democratico

“Tocca in primo luogo agli alunni e agli studenti, alle famiglie e ai lavoratori della Spezia pagare il conto dell’ “insostenibile leggerezza” di Toti e del suo malgoverno. Non solo il nostro territorio ha dovuto affrontare il “lockdown” senza un sistema sanitario adeguato (senza un ospedale dedicato ed efficiente e senza una medicina territoriale attrezzata), poggiando tutta l’emergenza sulle spalle eroiche di medici, infermieri e volontari, ma ora il capoluogo si vede inflitta l’ulteriore penalità del rinvio dell’apertura scolastica”. L’attacco giunge dal Coordinamento provinciale del Partito Democratico: “Così come durante il “lockdown” gli amministratori e i cittadini sono stati privati di una trasparente e corretta informazione sui dati dell’epidemia (più volte richiesti e sempre negati), con l’evidente obiettivo di coprire la responsabilità politica di una gestione disastrosa; così pure ora, pur di “distrarre” i cittadini dalle proprie responsabilità circa le misure non adottate al fine di prevenire che i festeggiamenti dissennati per la promozione della squadra di calcio, decidono in perfetto stile populista di scaricare la colpa su una sola parte della città e sulle comunità che la abitano”.

E ancora: “Ma poiché questo non basta, perché evidentemente il pasticcio provocato dalla notte delle follie è davvero serio, le scuole vengono fermate in extremis, dopo le temerarie rassicurazioni fornite fino a due giorni fa. Questo balletto intollerabile non fa che rimarcare la cifra connotante il governo regionale uscente: nessuna realizzazione fra le molte cose promesse in questi cinque anni, una pessima gestione della fase acuta della pandemia, una frettolosa indicazione del “liberi tutti”, che Toti volle personalmente interpretare con cavalcate e altre improvvisate guasconeggianti e, ora, una confusione di idee e di azioni che, permanendo costoro alla guida della Regione, rischia di candidare Spezia ad essere tra le prime candidate a ricadere nel “lockdown”. Davvero gli spezzini possono pensare che gli autori di questo sfacelo possano portarli nel futuro? Davvero sono disponibili ad assecondare ancora lo smantellamento dei servizi e delle prospettive di crescita economica e occupazionale nel territorio il cui capoluogo è pur sempre la seconda città della Regione?”

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