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"c'era uno studio di giovani architetti..."

Paita: "Parco delle Clarisse? Priorità agli scavi per escludere la presenza di reperti archeologici"

La deputata Pd boccia il progetto dell'amministazione: "Non rispettosa del percorso intrapreso dalle vecchie amministrazioni. Le cose che hanno inaugurato le abbiamo fatte noi, mentre su Piazza Cavour si sta assistendo ad un ridicolo balletto".

I resti del convento delle clarisse

“Giudico positivamente che l’amministrazione comunale voglia procedere con il recupero dell’area del Convento delle Clarisse, rimango sorpresa del metodo e dell’assenza di continuità con le azioni e gli studi compiuti negli anni. Ricordo la grande azione di sensibilizzazione e di parziale recupero svolte in maniera volontaria dal Cres (centro ricerche etnografiche e storiche). Ricordo ricerche preziose di giovani architetti che hanno ricostruito meticolosamente la storia dell’edificio e realizzato una mostra al centro Allende”. L’onorevole Raffaella Paita bocca il progetto dell’amministrazione, presentato ieri in conferenza stampa: “Credo che per il recupero non si possa prescindere dal lavoro fatto in passato. Ora la priorità è procedere con gli scavi per escludere la presenza degli oggetti museali che erano stati trasferiti provvisoriamente e che poi rimasero sepolti dalle macerie generate dal bombardamento. La proposta presentata dal Comune non è coerente con l’ideale percorso verso il Castello San Giorgio e con l’obiettivo di farne una destinazione espositiva. Un’idea potrebbe essere quella di coinvolgere anche i privati con procedure di evidenza pubblica per rendere questo spazio un luogo vivibile e di partecipazione”.

“A questa amministrazione – Paita sposta il tiro sulla questione politica – sembra mancare una visione alta della città: fatta di orgoglio e consapevolezza vera delle sue potenzialità. Le precedenti amministrazioni hanno fatto il Museo Lia, il Camec, il Museo Diocesano, il recupero del castello San Giorgio, la nuova Beghi, la Mediateca che ora, chi amministra, non riesce neppure a tenere aperta. Adesso, chi governa la città, vuole trasformare un’area storica in un capannone senza destinazione chiara. Ci stanno riportando indietro, a quel sentirsi “figli di un dio minore”, una città dimessa, sotto tono, senza ambizione. Manca visione e manca ambizione. Volano bassi per non rischiare, ma alla fine a rischio è il futuro della città. Gli unici progetti di respiro (laboratori universitari in Arsenale, pista atletica campo montagna solo per citarne alcuni) se li sono trovati in eredità da quelli di prima. L’unico progetto che hanno proposto è il leggendario rifacimento di piazza Cavour che sta diventando un ridicolo balletto. Insommma la mirabolante rivoluzione promessa del #cambiamoinsieme dove è finita?”

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