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Politica

Oggi i ministri di Gentiloni, Orlando sarà riconfermato

Oggi dopo la direzione Pd al Nazareno le ultime consultazioni poi in serata la salita al Colle. Toti: "Governo Gentiloni fotocopia sbiadita del precedente. La gente col referendum ha chiesto il voto".

Andrea Orlando

Andrea Orlando, salvo colpi di scena, rimarrà ministro della Giustizia. Il nuovo presidente del consiglio Paolo Gentiloni alle 14 concluderà le ultime consultazioni e diramerà l’elenco definitivo ed ufficiale. Giusto ieri, una domenica di lavoro e attesa nella Capitale, il ministro spezzino aveva dichiarato quanto fosse fondamentale l’energia di Renzi, auspicando una svolta: “Non ci possiamo rassegnare al fatto che in alcuni settori della società il No sia stato così debordante – aveva detto ai microfonio di SkyTg24 – a preoccupare non sono i voti che non sono arrivati dal Pd, ma quelli dei giovani. Un segnale che non si sono sentiti riconosciuti, che non vedono prospettiva. Eppure il governo ha fatto molto su questo. Il congresso non sia una resa dei conti”.
Con tutta probabilità quest’oggi Gentiloni darà un segnale di discontinuità con la scelta del maestro di strada Marco Rossi Doria all’Istruzione in luogo di Stefania Giannini: d’altro canto la Buona Scuola è una delle riforme più contestate dei mille giorni di governo Renzi. Prima aveva pensato a Gianni Cuperlo che ha declinato per evitare possibili strumentalizzazioni sul suo “Sì” al referendum, oggetto di dibattito all’interno del Nazareno.

Non paiono invece in discussione Maria Elena Boschi e Luca Lotti anche se la ministra di Montevarchi potrebbe lasciare ad Anna Finocchiaro la delega dei Rapporti col Parlamento ad Anna Finocchiaro. Potrebbe diventare sottosegretario a Palazzo Chigi o tenere il ministero delle Pari opportunità. Lotti rimane alla presidenza e spera anche nella delega ai Servizi segreti. Poi c’è il possibile scambio Interno-Esteri con Alfano che va alla Farnesina e Marco Minniti al Viminale. E soprattutto da capire se il gruppo di Verdini, alla fine entrerà nell’esecutivo: possibilità per Pera, ex presidente del Senato con Berlusconi. In queste ore ha colloquiato con Padoan (confermato all’Economia), Calenda (Sviluppo economico, confermato), Martina (Agricoltura). Confermato alla cultura Dario Franceschini mentre a Montecitorio ha visto il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda. L’ultima delegazione ad essere ascoltata sarà quella del Pd, al termine della Direzione Dem alla quale parteciperà anche Renzi.

Intanto dalla Liguria il governatore Toti non le ha mandate a dire rispetto alla nomina di Gentiloni come premier. Lo definisce un “un premier un po’ più sbiadito simile a Renzi”: “Sarà un governo fotocopia, in continuità mentre gli italiani col referendum avevano chiesto ben altro. Magari esprimersi con il proprio voto. Il disagio è arrivato dalle grandi periferie di questo Paese, dai giovani disoccupati a tutti coloro che non sopportano più le invasioni di immigrati e che pretendono più sicurezza e un po’ di certezza sul proprio futuro”.

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