La Spezia - C'era da aspettarselo e non è servita più di una mezza giornata. I consiglieri comunali di LeAli a Spezia, Guido Melley e Roberto Centi, hanno presentato un question time sul tema dei nuovi criteri di accesso ai nidi e asili comunali, varato nell'ultima riunione di giunta. Nel testo, "LeAli a Spezia", dopo avere dato un giudizio nettamente negativo sulla delibera, introduce il dubbio di costituzionalità della stessa e chiede al Comune di ritirare il provvedimento e avviare sul tema una discussione pubblica. "I servizi educativi per l'infanzia rappresentano nella nostra città uno dei tasselli fondamentali sul fronte dell'istruzione primaria, ma anche del sistema di welfare di comunità. Negli ultimi vent'anni è stata oggetto di un processo di crescita quali- quantitativa nel corso degli ultimi venti anni, per far fronte ai bisogni crescenti delle famiglie spezzine ma anche per accogliere ed integrare, sin dalla tenera età, i bimbi provenienti da diversi paesi senza differenza alcuna ne' di razza ne' di etnia" - attaccano i consiglieri. "Per garantire il più ampio accesso a queste strutture negli anni sono stati introdotti criteri di ammissione che hanno mirato in particolare a garantire l'iscrizione alle famiglie in base ai parametri reddituali ed alla situazione rilevante ai fini Isee, favorendo laddove possibile i bambini appartenenti ai nuclei familiari meno abbienti. Ora l'amministrazione ha inteso modificare i criteri di accesso ai servizi educativi per l'Infanzia del nostro Comune, rivedendo sostanzialmente il principio di ammissione in base ai parametri Isee del nucleo familiare ed introducendo - ex novo - il criterio della residenza del bambino e della sua famiglia da almeno tre anni sul territorio comunale. Il sindaco venga in consiglio comunale e relazioni su questi nuovi criteri perchè secondo noi rappresentano una possibile violazione dei diritti dei bambini e delle famiglie anche sotto il profilo del dettato della nostra Costituzione".
Si chiedono i consiglieri se "con tale modifica non si corra il rischio di impedire di fatto l'accesso a tali servizi da parte dei bambini provenienti da altri Paesi, secondo una visione politico- culturale tipica della destra populista che rifiuta l'idea dell'integrazione e dell'inclusione sociale a prescindere. E se la Giunta non abbia valutato che verranno di fatto discriminati anche i bimbi di nazionalità italiana ma provenienti da altre città italiane, a causa del trasferimento in città delle loro famiglie per motivi di lavoro. Non è il caso di ritornare sui propri passi?"