“Sono incredulo per la notizia. Non mi stupisce la scelta di Iv, ma la modalità e il contesto in cui matura la decisione. Nessuna avvisaglia, nessun sentore, decisione completamente inaspettata. Le aspirazioni, ancorché legittime di ciascuno, dovrebbero essere sempre oggetto di confronto e trovare la soluzione all’interno di una discussione collegiale. È vero, c’era stata una proposta sull’ipotesi di candidatura, in realtà si trattava di una autocandidatura che comunque è stata valutata e presa in considerazione. Io per primo ho dato la mia disponibilità per capirne la praticabilità, dopo di che era emersa la necessità di costruire una lista con altri punti di forza”. Luca Liguori ex capogruppo Pd in Comune nel corso del secondo mandato Federici e “principale artefice del successo di Dina Nobili alle ultime elezioni amministrative”, commenta così la notizia del trasferimento della stessa Nobili dal Pd a Italia viva, con tanto di candidatura alle prossime regionali.
“Tutto doveva finire lì. Anch’io, spesso, ho tenuto posizioni critiche su alcune scelte del partito: è assolutamente normale. Non mi sarei mai immaginato finisse in questo modo.
Anche se le proprie ambizioni non vengono soddisfatte, occorre sempre tenere presente che l’impegno politico dovrebbe essere finalizzato al bene della comunità, il percorso personale che può esserci, giustamente, deve arrivare sempre in ultima istanza. Non c’è dubbio che le testimonianze che abbiamo, anche a livello nazionale, vadano invece in tutt’altra direzione. In questo senso è la politica che perde credibilità. È proprio questo a farmi più male. Perché se la politica arretra, le persone si allontanano e a rimetterci sono proprio quelli più in difficoltà, che della politica avrebbero più bisogno. Un tempo chi stava in un partito lavorava per il partito, oggi purtroppo si ragiona al contrario, ovvero, si ritiene che il partito debba lavorare per l’affermazione di obiettivi personali. È in questo modo che politicamente si alimentano soggettività esplosive. Purtroppo è un fenomeno figlio dei tempi, una società che ha totalmente capovolto la scala dei valori e la politica purtroppo non ne è immune. Al di là della scelta di Dina Nobili, alla quale auguro ogni bene, occorre portare la discussione politica sulla selezione della classe dirigente, sulla scelta delle rappresentanze istituzionali. È questo che mi interessa di più. Il nodo a mio giudizio è tutto qui, la politica deve tornare ad attrarre le risorse migliori della società e possibilmente esprimerle. Oggi non le esprime o le esprime solo in parte. Per farlo deve riportare al centro della discussione, passione, capacità, impegno per il bene comune e senso di responsabilità. Con queste prerogative, allora, si potrà parlare di rinnovamento. Le persone si aspettano questo e la politica deve mostrare maturità e avere la forza per affrontare questo tema, costi quel che costi”, conclude Liguori.