Potere al popolo le ha affidato la maglia di capolista nella partita del seggio proporzionale per la Camera dei deputati, e Martina Fornelli ha accettato di mettersi in gioco. Nata alla Spezia 33 anni fa, è residente a Luni. Laureata in giurisprudenza collabora con uno studio legale, è sposata e ha un figlio di 8 anni. Nel tempo libero è volontaria in un centro antiviolenza della zona, ed è iscritta all’Anpi di Castelnuovo Magra.
Quali sono le ragioni che l’hanno spinta a candidarsi per questa tornata elettorale? Quali impegni si sente di assumere nei confronti degli elettori?
“Ho voluto mettere a disposizione del fronte la candidatura per potermi impegnare in parlamento nell’offrire un futuro migliore a mio figlio e alle nuove generazioni. Ce n’è bisogno. L’impegno che posso prendermi è di riportare il lavoro al centro dell’agenda politica italiana: il lavoro dà la dignità, la libertà e la sicurezza”.
In che cosa il programma nazionale del suo partito e delle sua coalizione possono incidere sulla vita degli abitanti della provincia della Spezia?
“Il rilancio dell’economia attraverso un intervento diretto dello Stato, ad esempio con un grande piano per la salvaguardia e la mitigazione del rischio idrogeologico che vedrebbe come benefici la messa in sicurezza del nostro fragile territorio oltre che importanti ricadute occupazionali”.
La campagna elettorale sino a ora si è svolta prevalentemente nei salotti dei talk show delle tv nazionali e negli incontri faccia a faccia, tra volantinaggi, gazebo ed eventi sul territorio. Non si è assistito al confronto tra i candidati locali sul merito delle questioni. E’ il sintomo della convinzione che i giochi si facciano altrove?
“Noi andiamo dove siamo invitati, tranne se sono presenti CasaPound o Forza Nuova. In questo alla Spezia alle ultime comunali siamo stati precursori, rifiutando il confronto con chi si richiama apertamente al fascismo. Noi abbiamo fatto una campagna elettorale come una volta: strada per strada, casa per casa”.
L’agenda politica è stata caratterizzata per lungo tempo dalle questioni relative all’immigrazione, alla sicurezza e all’antifascismo scaturite dai fatti di Macerata. Qual è la sua opinione in merito?
“Fino a che non ci sarà una vera ridistribuzione della ricchezza ci saranno questi problemi. Lo sfruttamento porta ad una guerra costante tra gli ultimi. Il fatto di Macerata è un vero e proprio attentato terroristico, che fa riprecipitare l’Italia nella strategia della tensione. Non si può paragonare il fascismo con l’antifascismo: non sono simmetrici. L’Italia è una repubblica antifascista, senza se e senza ma”.
Ritiene necessaria la realizzazione di un quarto lotto per la Variante Aurelia? E sul rigassificatore di Panigaglia che opinione ha: impianto da smantellare o sito strategico da mantenere e rendere più efficiente per le sfide energetiche e del futuro della navigazione?
“Il quarto lotto della variante Aurelia si inserisce all’interno delle cosiddette grandi opere che alterano inevitabilmente equilibri idrogeologici e paesaggio e non rappresentano una priorità. Siamo comunque vicini ai lavoratori del terzo lotto e auspichiamo possano riprendere per davvero il lavoro e la piena occupazione. Prima si finisca il terzo lotto e poi si parli del quarto. Ribadiamo invece la centralità degli interventi capillari sul territorio. Per quanto riguarda il rigassificatore, preliminarmente occorre osservare che il Gnl (gas naturale liquefatto) seppur “più pulito” rispetto ad altri combustibili, è pur sempre un combustibile fossile. Una moderna politica energetica che guardi al futuro non può basarsi sui “fossili”. Inoltre l’impianto di Panigaglia risale ormai a 50 anni fa: sono necessarie garanzie sulla sicurezza dell’impianto attuale ed una valutazione sulla sua necessità attraverso la stesura del piano energetico nazionale. Una grande multinazionale quale è Eni dovrebbe puntare all’innovazione energetica pensando un futuro alternativo per Panigaglia salvaguardando ed implementando i posti di lavoro su un territorio dal quale ha avuto molto in termini di concessioni”.
Nel rapporto tra Marina militare e città pesano non poco le decisioni prese a livello ministeriale. Quale disegno ha in mente per la base navale e l’arsenale?
“Un rilancio industriale duale dell’arsenale anche tramite riconversione di attività militari; compattare le attività attorno alle due darsene e trasferire gli attracchi dei moli Varicella al molo Lagora, opportunamente adeguato, e liberare dunque le aree a mare di Marola per attività sociali, ricettive, turistiche”.
Il lavoro, uno dei temi più sentiti dalla popolazione. Quale ricetta per il territorio spezzino e quale contributo lei potrebbe dare da Roma in questo senso?
“Innanzitutto l’abolizione del Jobs Act e la reintroduzione dell’articolo 18 per un lavoro stabile e sicuro. Una normativa che garantisca il pagamento degli stipendi e dei contributi: basta gare al massimo ribasso e clausola sociale obbligatoria che garantisca la continuità lavorativa in aziende subentranti all’appalto”.
Analisti e addetti ai lavori ritengono probabile la necessità di un accordo post elettorale per la creazione di un governo. Se il suo partito fosse coinvolto nella decisione di andare al governo con forze politiche che al momento sono vostre avversarie quale posizione terrebbe?
“Nessuna alleanza. Con nessun partito”.
L’Italia, l’Europa e l’euro. Dentro o fuori? E a quali condizioni?
“Noi siamo favorevoli all’Europa della solidarietà e dei popoli, siamo contrari a questa Europa dell’austerità e delle banche. Chiediamo l’abolizione dei trattati che prevedono condizionamenti della spesa pubblica dei singoli Paesi e che ha portato alla scellerata introduzione del pareggio di bilancio nella Costituzione”.
Buona parte del dibattito politico affronta temi poco sentiti dalle nuove generazioni. Convinca una giovane neolaureata a rimanere in Italia.
“Oggi posso solo dirle che in Italia c’è un buon clima e si mangia bene, ma domani, dopo aver scelto Potere al popolo, sono convinta che anche la situazione lavorativa migliorerà con nuove politiche a favore dei giovani laureati, l’abolizione dell’alternanza scuola lavoro e di tutte quelle tipologie contrattuali che prevedono lo sfruttamento tramite stage non retribuiti o sottopagati. Mi batterò anche per un impegno decisamente maggiore dello Stato nel mondo della ricerca affinché il nostro Paese possa eccellere in questo campo senza la necessità per i giovani di scappare altrove per affermarsi”.