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Politica

Enel, il consiglio comunale si spacca nuovamente

Lunga e sofferta seduta in streaming per un consiglio straordinario che ha evidenziato le differenze politiche tra centrodestra e opposizione, complici le imminenti elezioni regionali.

Centrale Enel

Dopo l’unità raggiunta nell’ottobre scorso con il voto unanime di un documento da parte di maggioranza e opposizione, il consiglio comunale ritorna a spaccarsi in due sul tema della riconversione della centrale Enel e delle aree, complice il clima di campagna elettorale che aleggia sulla città che sarà chiamata, insieme al resto della Liguria, a votare per l’elezione del nuovo presidente della Regione tra poco più di due mesi. Centrodestra, centrosinistra e Movimento cinque stelle hanno dato vita ieri sera a una seduta in streaming iniziata con alcuni intoppi telematici e un clima tutto sommato disteso, ma alla fine le differenze hanno contato di più dei punti in comune e ognuno ha votato il proprio documento, come è prassi di un teatrino al quale difficilmente ci si può abituare.

Il consiglio comunale straordinario è stato convocato sulla base di una mozione contro l’installazione dell’impianto a turbogas e per l’avvio delle bonifiche presentata da tutta la minoranza e illustrata dal consigliere di Avantinsieme Lorenzo Forcieri.
“Non dimentichiamo quanto di positivo abbia significato la centrale sotto il profilo economico nel passato, ma nemmeno i danni all’ambiente e alla salute degli spezzini – ha spiegato Forcieri -. Ma oggi parliamo di un’altra storia. Con Enel c’è un rapporto complesso e conflittuale che sembrava avviato alla fine. Invece ora è stato lanciato il seme della continuità con l’impianto a gas, magari per i prossimi 30 anni. Un seme che deve essere chiuso in un barattolo, di quelli del film Frankenstein Junior”.
Forcieri ha elogiato il sindaco per la risposta netta (leggi qui) nei confronti dell’ipotesi di utilizzo di una parte delle aree come deposito di container “che va contro il Puc, il Prp e il Piano territoriale di coordinamento paesistico”.
Guido Melley, per Leali a Spezia, ha fatto un appello per un territorio unito, con il Comune di Arcola e la Regione dalla stessa parte del consiglio spezzino. “Spezia ha già dato abbastanza, il governo dica cosa vuole fare”, ha aggiunto chiedendo anche dove sia la relazione promessa dall’assessore regionale Giampedrone.
La prima voce della maggioranza è stata quella della leghista Federica Paita che ha ricordato le commissioni, i consigli comunali, il tavolo regionale “interrotto per l’emergenza Covid”, le lettere al ministro inviate dal sindaco senza risposta… “La partita si gioca a Roma, il centrosinistra proponga quel progetto che secondo voi avrebbe dovuto essere proposto dalla città per dire addio alla centrale. Intanto, ben più concretamente – ha proseguito – i parlamentari della Lega Pucciarelli e Viviani hanno chiesto al governo quali siano i tempi previsti per la procedura di Via e se non sia possibile celebrare un’inchiesta pubblica sulla questione”.
A riportare i riflettori sulla Regione ci ha pensato Jessica De Muro, consigliera del Movimento cinque stelle, illustrando l’ordine del giorno presentato insieme alla collega Donatella Del Turco: “Il Pniec afferma che la Regione possa indicare un mix di combustibili alternativo a quelli fossili. Sarebbe un provvedimento vincolante e dimostrerebbe che il tubogas non è l’unica soluzione possibile. Inoltre il raffronto del turbogas dovrebbe essere fatto rispetto alla soluzione zero, non rispetto a quella attuale”, ha concluso, recriminando sullo spiraglio lasciato aperto dalla maggioranza un anno e mezzo fa rispetto alla conversione della centrale.
Dai banchi di Forza Italia Fabio Cenerini ha attaccato la minoranza: “Gli ordini del giorno di Pd e M5S sono contro la Regione perché qua si vuole fare campagna elettorale. La competenza è del governo, ma non tutta l’opposizione è concorde. Dobbiamo combattere insieme l’arroganza e il menefreghismo di Enel e il consiglio regionale ha già votato un ordine del giorno a sostegno della nostra battaglia al turbogas”.
“Piccola o grande che sia anche la Regione ha competenza”, ha replicato Marco Raffaelli, capogruppo del Partito democratico. “Prima ancora della variante al Puc del Comune, che è successiva alla presentazione del progetto da parte di Enel, il Piano provinciale afferma che in quell’area non si possono bruciare combustibili fossili. Dobbiamo far pesare questo elemento. Dobbiamo far parte della partita e abbiamo sbagliato a lasciar scappare Enel quando l’avevamo seduta al nostro tavolo”.
Massimo Lombardi di Spezia bene comune ha rivolto un appello all’unità: “Un territorio sfilacciato non ottiene ciò che vuole: se saremo divisi questa sera il rischio di avere ancora una centrale aumenterà moltissimo. E’ in gioco la programmazione ambientale e lavorativa della nostra città”.
Per Italia viva ha preso la parola Federica Pecunia che ha cercato di contenere il clima contrario al documento della minoranza espresso nemmeno tanto velatamente dal centrodestra: “La mozione è laica, attribuisce a ognuno la sua responsabilità, al governo e alla Regione”.

La “pietra tombale” (come l’ha definita Raffelli) sulla discussione l’ha messa il sindaco Pierluigi Peracchini: “Chi nomina i vertici Enel? Chi decide il piano energetico nazionale? Chi è al governo ora? Pd, M5S e Leu. Vorrei che i consiglieri di questa area politica fossero scesi a Roma a dire no in tutte le sedi, come ho fatto io, alla proposta di Enel. La politica ha scelto e ora siamo in una fase tecnica: martedì scadono i termini per presentare le osservazioni e noi vogliamo che sia presa in considerazione l’opzione zero. L’intesa con la Regione è a valle della decisione del ministero. Ognuno deve tirare la giacca ai suoi rappresentanti. Invece sono venuti in città ministri che sono andati in sala Dante di nascosto (il riferimento è all’ex ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio) e poi sono fuggiti”.

Al termine delle dichiarazioni di voto Forcieri ha mosso un nuovo invito all’unità, chiedendo anche una sospensione della seduta, ma la maggioranza ha chiuso la porta, con Cenerini che ha dichiarato di poter pensare a un documento condiviso con il solo esponente di Avantinsieme, visti i toni degli altri membri dell’opposizione. “Non giochiamo al poliziotto buono e al poliziotto cattivo – ha risposto Forcieri -. Oggi con la scelta di rompere su questo tema la maggioranza esce più debole perché si accolla l’esito di questa vertenza in solitaria”, ha chiosato l’ex senatore.
Infine il valzer delle votazioni della mozione della minoranza (bocciata), degli emendamenti (ininfluenti) e degli ordini del giorno (bocciati quelli di Pd e M5S, approvato quello della maggioranza), con le assenze strategiche di alcuni esponenti della maggioranza e sottolineate dall’opposizione.
“E’ cascata definitivamente la maschera di questa amministrazione. Non ci tiene ad unire il consiglio comunale e la città sulla battaglia contro la centrale, perché non è unita neppure al proprio interno. Alcuni di loro vogliono che il progetto di Enel venga realizzato. Manca ovviamente il coraggio e l’onestà di dirlo chiaramente e pubblicamente, ed utilizzano questi mezzucci di bassa lega. Ma la devono smettere di prendere in giro gli spezzini”, commenta oggi il Pd.

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