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Politica

"Regione può porre veto a centrale turbogas, a Vado è andata così"

Su richiesta del consigliere Andrea Costa la discussione sul futuro della centrale di Vallegrande si sposta in commissione, ma nel consiglio regionale di questa mattina il Pd richiama De Ferrari ad un'assunzione di responsabilità.

I protagonisti del consiglio regionale della mattinata

Il futuro della centrale Enel “Eugenio Montale” è stato uno degli argomenti della mattinata nel consiglio regionale genovese. Un dibattito sul futuro degli stabilimenti Enel sul territorio ligure, perché si è parlato pure della già chiusa centrale Enel di Genova, con una particolare attenzione alle vicende che interessano lo stabilimento di Vallegrande. Due le mozioni presentate all’ordine del giorno, la prima del consigliere Francesco Battistini, la seconda della capogruppo M5S Alice Salvatore, che chiedevano alla Giunta di impegnarsi a stimolare la collaborazione di tutti gli enti interessati, promuovendo il rinnovamento delle centrali e dei processi.
Una discussione a metà perché il consigliere regionale Andrea Costa, in qualità di Presidente della III Commissione, ha chiesto ed ottenuto che la discussione venisse rinviata: “Ho chiesto che entrambi i provvedimenti fossero rinviati alle commissioni competenti perché credo fermamente che su un tema così delicato bisogna muoversi con i piedi di piombo. Ritengo che sia più utile rimanere compatti e avere tutto il tempo di analizzare a fondo la questione, di ascoltare anche le parti in causa, specialmente gli enti locali e le loro esigenze, e – perché no? – anche i ministri interessanti, Sergio Costa per il dicastero dell’Ambiente e Luigi Di Maio per quello del Lavoro e dello Sviluppo Economico”, prosegue il leader dei liguri popolari.

In realtà la questione era stata comunque introdotta dai presentatori delle mozioni. Dapprima Francesco Battistini consigliere di territorio per Rete A Sinistra: “Le centrali di Spezia e Genova risultano inserite nella lista dei 23 impianti di conversione del progetto Futur-E: un’ occasione per aprire nuove opportunità di sviluppo per i territori ospitanti. Solo sei centrali non hanno in corso alcuna procedura: Pietrafitta, Portoscuso, Maddaloni, Larino e appunto le nostre liguri. Chiediamo di definire strategico, per Genova e Spezia, il progetto Futur-E, considerare le potenzialità e le tecnologie del nuovo brand Enel-X sia per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sia per il suo utilizzo sostenibile, ad avviare un tavolo istituzionale per il progetto Futur-E in Liguria, a coinvolgere le comunità per ripensare le aree occupate dai siti produttivi Enel a Genova e alla Spezia”. Il documento, fra l’altro, chiede di definire con Enel un protocollo di dismissione delle due centrali, un piano di bonifica delle aree, di potenziare i controlli a tutela della salute, favorire l’insediamento di attività ad elevata tecnologia e coinvolgere Enel-X per ripensare in chiave hi-tech la produzione e l’uso dell’energia elettrica.

L’altra mozione, presentata da Alice Salvatore (Mov5Stelle) e sottoscritta da tutto il gruppo, verteva sul progetto di sostituzione dell’unità a carbone con una nuova unità a gas nella Centrale termoelettrica della Spezia. Il documento chiedeva alla giunta di attivare, insieme con le due amministrazioni comunali interessate (La Spezia ed Arcola), un tavolo di concertazione, definire uno studio di danno sanitario prodotto ad oggi dalla centrale, richiedere da parte di Enel i dati che documentino l’effettiva necessità di realizzare una centrale a turbogas; impostare una serie di scenari di fattibilità tecnico economica sul futuro dell’area Enel non limitati alla sola produzione di energia elettrica e che prevedano la produzione di energia tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili – non inquinanti. Il documento, inoltre, chiedeva “una valutazione di impatto integrato ambientale e sanitario, la verifica della gestione attuale della centrale e l’eventuale revisione dell’AIA, considerato il perdurare della presenza della centrale e carbone e, infine, chiede alla giunta di attivarsi verso i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente affinché si mantenga il 2021 per la dismissione della centrale a carbone.

E’ qui che Costa intervenie per fermare la discussione e portarla anzi in commissione: “Sarebbe utile, su un tema così
importante, provare a condividere un percorso per dare maggiore forza alla nostra azione – ha spiegato – pur consapevoli che sono ben chiare le competenze”. Costa ha lanciato una proposta: “Sarebbe utile ascoltare non solo tutti gli attori interessati al tema, ma anche i ministri competenti. Siamo coscienti del fatto che il destino delle centrali non dipende da noi consiglieri regionali né dalla giunta, perché competenza del governo centrale e del privato che ne è proprietario. Già il consiglio comunale della Spezia, di cui faccio orgogliosamente parte, ha espresso posizioni nette e da tutti condivise. È giusto che anche i miei colleghi consiglieri regionali possano approfondire adeguatamente le questioni in gioco, affinché si possa pervenire a una decisione che provenga da tutti: temi così sensibili, infatti, richiedono uno sforzo unanime, non divisioni, richiedono attenzione, non superficialità”. Gianni Pastorino (Rete a Sinistra) ha condiviso la proposta ma ha chiesto tempistiche precise per completare l’approfondimento. Salvatore ha accolto anch’ella l’idea di Costa chiedendo che gli approfondimenti siano fatti in seduta congiunta dalle commissioni Ambiente, Sanità e Sviluppo economico. Infine Battistini ha chiesto che al tavolo partecipino non solo le associazioni ma anche le istituzioni coinvolte. Anche il Pd alla fine interverrà nel dibattito con Giovanni Lunardon (Pd) che ha sottolineato il ruolo della Regione nella riconversione, in quanto” ha potere di veto come è successo a Vado dove si prefigurava un ampliamento poi bocciato, una vicenda che conosco bene”, ha chiesto tempi certi e che gli approfondimenti in commissione siano precedenti all‘intesa. Marco De Ferrari, altro consigliere pentastellato, ha auspicato che la chiusura della centrale Enel a carbone e la riconversione siano fatte nel più breve tempo possibile. Infine Juri Michelucci (Pd) ha rilevato criticamente che la centrale della Spezia continuerà a bruciare carbone almeno fino al 2021 e che “non ci sarà una chiusura totale dell’impianto come, invece, auspicava la popolazione e le novità del piano energetico nazionale peggiorano la situazione”.

Il rinvio in commissione, proposto da Costa, è stato accolto, infine dai firmatari dei due provvedimenti purché siano definiti i tempi degli approfondimenti fatti in seduta congiunta delle due commissioni competenti e che la giunta non assuma iniziative prima della fine dei lavori delle Commissioni. Nel dibattito sul rinvio è intervenuto il presidente Giovanni Toti: “Colgo l’occasione per aggiornare il Consiglio degli ultimi passaggi sulla centrale Enel di Vallegrande, richiamata dalle due mozioni, perché credo che stiamo discutendo due mozioni che sono superate dagli ultimi accadimenti, almeno in alcune loro parti. E stato presentato dal Governo il Piano energetico nazionale, che prevede una serie di cambiamenti rispetto alle precedenti comunicazioni. Si conferma la chiusura definitiva della
Centrale a carbone di Genova, mentre si prevede la trasformazione della Centrale a carbone di Spezia in turbogas, in attesa che la rivoluzione sulle rinnovabili, che dovrebbe concludersi di qua al 2030, consenta al Paese un’autosufficienza energetica senza bisogno di alimentare la rete elettrica con gli idrocarburi”. Il presidente ha sottolineato che “fino alla settimana scorsa non esisteva realmente la richiesta di Enel di chiusura del carbone al 2021”: “Enel intende chiudere il ciclo a carbone nel 2021, mentre la trasformazione a turbogas della stazione di Spezia avverrà dopo il 2021”. Toti ha aggiunto, per quanto riguarda la Liguria: “È evidente che è un Piano energetico che è cambiato in corsa e quindi occorre approfondire con le istituzioni locali e non solo, con le parti sociali”. In merito ad alcuni aspetti delle mozioni ha aggiunto: “La richiesta di Aia e tutte le procedure in corso già prevedono la mappatura del rischio sanitario e tutte le cose che vengono richieste, sono già legge dello Stato, ma abbiamo già istituito un tavolo con Enel
e le istituzioni territoriali locali, abbiamo aderito alla richiesta delle parti sociali e anche dei Comuni limitrofi di partecipare al tavolo”. Il presidente ha concluso: “Abbiamo registrato una generica, al momento, disponibilità di Enel di discutere con le istituzioni locali l’affiancamento rispetto alla riconversione a turbogas di quella vasta area con un piano di sviluppo legato ad altri progetti”. Toti ha, quindi, condiviso la proposta di Costa di rimandare i due testi in commissione “per seguire anche, in parallelo, i lavori dell’amministrazione e dei governi locali e regionale rispetto a questo tema, e quindi di tenerci reciprocamente aggiornati o produrre suggerimenti che siano utili al dibattito futuro”.

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