Impensabile non chiedere al sindaco un’opinione sulla querelle Piazza Verdi, il cantiere infinito che finalmente sta per concludersi. Sul merito si sono espressi un po’ tutti, sul metodo invece la discussione è più profonda e supera la vicenda in sè per sè. La domanda, a poche ore dal gong sul 2016, è un rewind doveroso. Non si poteva intraprendere un percorso di avvicinamento tra il progetto e la città, tra Buren-Vannetti e gli spezzini? “Ho già riconosciuto i miei deficit in proposito. Non era semplice vista l’acutezza delle polemiche, ma in effetti avrei dovuto dispiegare maggiori energie in quella direzione. Ora la piazza è terminata. Ci vorrà tempo ma si capirà sul “campo” che l’intervento crea uno spazio fruibile e di incontro che non c’era, un intervento che non solo non influisce sulla bellezza delle architetture ma le evidenzia. Col tempo, quando si sarà depositata la polvere del conflitto politico, sarà più semplice vedere il valore di un intervento che offre alla città una occasione straordinaria per proiettarsi su una scala internazionale. Sarà un simbolo e un orgoglio della città. Pertanto spero davvero ci potranno essere le condizioni per una ricucitura con tutti, associazioni e comitati compresi”.
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