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Ai ferri corti

"Atc torni sui suoi passi, la disdetta dell’accordo è inaccettabile"

I sindacati dell'azienda di trasporto pubblico sono stati ascolati dalla commissione consiliare sulla cancellazione dei turni sindacali.

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La disdetta unilaterale di un accordo sindacale da parte di Atc Esercizio è stata il tema centrale dell’audizione dei rappresentanti delle parti sociali avvenuta l’altro giorno nella seduta della commissione Economia, Lavoro e Occupazione presieduta da Maria Grazia Frijia. Un fatto che, è emerso nel corso dell’incontro, rischia di portare a una definitiva crisi i rapporti tra l’azienda e le sigle.

“Senza nessun dialogo o confronto sono stati aboliti i turni sindacali. Parliamo di un monte ore che cuba al massimo l’equivalente di tre unità lavorative su 430, e solo per un certo periodo dell’anno. E’ stato un fulmine a ciel sereno – ha dichiarato Alessandro Negro, delegato Filt Cgil – che si è abbattuto sui rapporti sindacali in un momento del tutto particolare, quando era in pieno svolgimento la discussione sui tagli alle corse, che sono poi stati effettuati lo stesso. Abbiamo deciso di non effettuare nessuna protesta sulla disdetta dell’accordo sindacale per lasciare che l’azienda lavorasse su quel piano industriale che è indispensabile per arrivare all’affidamento in house, obiettivo condiviso da tutti. Dopo che avremo visionato il documento cercheremo di chiarire la situazione con i vertici aziendali, anche perché se non è comportamento antisindacale poco ci manca. Siamo stati anche bypassati con una serie di lettere aperte indirizzate al personale da parte dell’amministratore delegato…”.
“Dopo l’incontro di fine 2018 con Provincia, azienda e Comune ci eravamo lasciati con impegni reciproci per centrare quell’efficientamento necessario per l’affidamento in house. Per scongiurare la privatizzazione siamo sempre stati disposti a fare sacrifici, anche rivedendo i turni sindacali. Invece – ha aggiunto Marco Furletti, segretario provinciale Uiltrasporti – abbiamo dovuto assistere a una prova muscolare dell’ad Francesco Masinelli, che ha firmato la disdetta il giorno seguente all’esito negativo del referendum dei lavoratori su un altro accordo. Se, come pare, si parla di un risparmio di 80mila euro con l’abolizione dei turni sarebbe stato auspicabile che fossero utilizzati per evitare il taglio delle corse. E invece… A questo punto non vorrei che servissero per sostenere altre voci di spesa come promozioni di carattere esclusivamente politico o alcune consulenze. Ma quello che più di tutto non vorremmo è che si cercasse di rompere la pace sociale che è in vigore da 20 anni”, ha concluso sarcastico il leader della Uiltrasporti.
Critico nei confronti dei vertici di Atc Esercizio anche Marco Moretti, segretario provinciale Fit Cisl: “Il punto non sono i turni sindacali, ma il metodo. Abbiamo fatto tavoli, ci siamo resi disponibili a dare un supporto per migliorare la situazione, per salvare l’azienda e spingere verso i quattro anni di proroga e gli investimenti sui mezzi che possano portare a evitare la gara. Siamo l’unica azienda in Liguria che ha sempre chiuso bilanci in pari e i lavoratori sono sempre stati disposti a collaborare. E lo stesso i sindacati: abbiamo ridotto i turni anche in passato, avremmo potuto farlo anche questa volta”.
“Siamo sempre stati interpellati per ogni cosa, per ogni tema. Ora viviamo un cambio di rotta che non ci spieghiamo”, ha ribadito Fausto Bruni, delegato Fit Cisl.
Al tavolo c’era anche chi, come il segretario provinciale Cobas, Luca Simoni, non si è visto cancellare alcun accordo sui turni, semplicemente perché la sua sigla non lo aveva mai sottoscritto.
“Noi non abbiamo mai fatto i turni, abbiamo sempre usufruito solamente delle ore sindacali previste dal contratto collettivo nazionale. Ma sono qua – ha spiegato – perché non era mai stato disdetto un accordo in maniera unilaterale e perché alcuni accordi non vengono rispettati. Siamo molto preoccupati per questo atteggiamento. Come Cobas chiediamo dal 2012 che si eviti la gara e che si punti all’affidamento in house. Nel frattempo sono passati gli anni e i mezzi sono diventati vecchi”.
Diversa la posizione di Mario Bonafiglia, delegato Faisa Cisal, che imputa poche colpe all’azienda e punta il dito contro l’atteggiamento di alcuni colleghi sindacalisti.
“Eravamo già pronti a essere messi a gara. Questa amministrazione ha portato in dote la possibilità di arrivare a una corposa proroga del contratto di servizio e di mirare all’affidamento in house. Ci siamo seduti al tavolo ma abbiamo anche dovuto registrare l’irrigidimento forte dei rapporti sindacali, che ha portato a questa disdetta, che comunque non ci piace. Ci troviamo a questo punto a causa di questa rigidità”.
“Ricordo che l’accordo sindacale disdettato dall’azienda – ha illustrato Giuseppe Ponsanelli, delegato Uiltrasporti – prevedeva 12 turni, quando venne stipulato una ventina di anni fa e che poi è stato rivisto verso il basso di volta in volta. Eravamo pronti a sederci al tavolo per ridurli, abbiamo proposto noi di partire da quello. Ora le cose stanno in maniera ben diversa: o Atc ritira la disdetta e ci sediamo a trattare, oppure diventa difficile dialogare”.
“Siamo quelli che lavorano di più e prendono di meno in Liguria – ha proseguito Simoni -. In Tigullio, nonostante l’azienda sia in predissesto finanziario, sono arrivati 30 mezzi nuovi. I dipendenti si sono decurtati lo stipendio del 30 per cento per non fallire, e ora è pari al nostro… Non discuto su permessi e turni, ma ricordo che nei mesi scorsi ci sono state promozioni che costano. Per questo c’è stato un irrigidimento”, ha concluso in risposta a Bonafiglia.

La parola è passata ai commissari, con Marco Raffaelli che ha dichiarato la sua contrarietà per un “fatto senza precedenti” e ha inviato i sindacati a non accettare in alcun modo la logica della “monetizzazione dei diritti”. “I turni sindacali non sono un privilegio, sono un diritto che ha ragioni ben precise e al limite l’azienda – ha sostenuto – può anche verificare come vengono usati”.
“I problemi di Atc Esercizio non sono questione di oggi – ha esordito Patrizia Saccone – ma riflettono le scelte del passato. In ogni caso condanno il metodo con cui l’azienda ha disdettato l’accordo. Tuttavia questo non significa che l’obiettivo dell’efficientamento non possa essere utile per salvare azienda”.
Paolo Manfredini ha ripreso le parole pronunciate dai sindacalisti, chiedendo loro spiegazioni su tre dei concetti espressi: la preoccupazione della rottura della pace sociale, l’irrigidimento nei rapporti sindacali e le lettere aperte ai dipendenti.
“Non so cosa possa essere dietro alla volontà di rompere la pace sociale – ha risposto Furletti – ho solo fatto accenno alla storia passata di Masinelli. E’ sicuro che la conflittualità tra i lavoratori non può che avere ricadute negative sul servizio. L’irrigidimento non è dovuto a nostre scelte, ma all’atteggiamento muscolare da uomo solo al comando”.
“Se i dipendenti di Atc hanno avuto e continuano ad avere le condizioni contrattuali peggiori della Liguria vuol dire che in passato sono state accettate – ha replicato Bonafiglia -, mentre noi, come Faisa Cisal, siamo sempre stati all’opposizione di quegli accordi. Ora l’atteggiamento è cambiato, nonostante l’azienda stia cercando di salvare capra e cavoli con l’affidamento in house”.
Riguardo alle lettere ha risposto Negro: “Sembrava esserci la volontà di bypassare le sigle, mettendo anzi i sindacati in cattiva luce”.
“Senza i soldi per acquistare nuovi autobus sarà dura salvare l’azienda – ha rilevato il commissario Massimo Caratozzolo -. Ma non sarà che l’irrigidimento verso i lavoratori e i sindacati sia un modo per non far centrare l’obiettivo dell’affidamento in house?”.
“Bella domanda… quel che è certo – ha risposto Ponzanelli – è che iniziano a mancare le corse e che nei prossimi mesi ne verranno meno altre. Inoltre abbiamo perso otto unità e da sei mesi operiamo sotto organico. E in compenso è stato ventilato un aumento del ricorso al subappalto… Inoltre, nei conti tra tagli di risorse e chilometri, c’è qualcosa che non torna: sembra che avanzino 80mila euro, di cui non si conosce il destino”.

La situazione è chiaramente ingarbugliata e nelle prossime settimane dovrà essere fatta chiarezza per non mettere a repentaglio un servizio che tutti reputano essenziale. Il 15 aprile l’azienda mostrerà il piano industriale ai sindacati e il 16 si presenterà di fronte ai commissari consiliari, che avranno diverse domande da porre. Nel frattempo Comune della Spezia e la Provincia, in qualità di socio di maggioranza dell’azienda e di appaltante del servizio, avranno avuto tutto il tempo di visionare il documento e di dire la loro.

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