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Economia

Turismo spezzino, i francesi mettono la freccia

I galletti crescono, più degli Stati uniti, che però continuano a guidare. Meno olandesi.

Turisti in piazza Verdi

Bellezze incomparabili, il nome (il brand, tocca dirlo) Cinque Terre disseminato in ogni angolo del pianeta, il mito della vacanza in Italia e, inutile negarlo, il fatto che nel Belpaese il terrorismo non abbia colpito. E così, per questi ed altri motivi, il turismo internazionale guarda alla terra di Dante con crescente favore, popolando senza requie anche La Spezia e il suo comprensorio. Nel primo semestre 2017, rispetto al medesimo intervallo del 2016, gli arrivi di turisti stranieri nelle strutture ricettive locali sono cresciuti di quasi 6 punti percentuali, sfiorando quota 230mila. Questi turisti hanno dormito in media poco più di due notti tra B&B, alberghi e affittacamere: le presenze, ovvero le notti dormite, sono state infatti 593mila, 33.500 in più rispetto a gennaio-giugno 2016.

Se gli arrivi esteri vedono sempre gli Stati uniti d’America a farla da padrone (42.600 fin qui, poco meno di 2mila in più rispetto al primo semestre 2016), è vero anche che i turisti francesi hanno messo a referto un incremento maggiore: 34.600 a fine giugno 2016, quasi 40mila un mese fa. Odore di sorpasso? Si vedrà. I 5mila arrivi in più francesi e i 2mila statunitensi assieme costituiscono oltre la metà dell’incremento totale dei turisti stranieri. Il tutto in un quadro generale caratterizzato da moderati incrementi. Unici segni meno degni di una qualche attenzione, quello olandese (6.500 arrivi, un migliaio in meno) e giapponese (meno di 1.200 arrivi, 20 per cento in meno).

Grossomodo stabili i maggiori ‘esportatori’ di turisti: Germania poco meno di 20mila arrivi (+5%), Svizzera fissa poco oltre i 12mila, Australia e Cina saldamente oltre quota 10mila, Regno unito congelato sugli 8.500, Canada sugli 8mila, Spagna ancorata ai 6mila, Argentina ben oltre i 5mila (crescita dell’11 per cento), Brasile sopra i 4mila (stabile fino a un certo punto: +28%!), come anche la Svezia, quasi 4mila per la Norvegia, infine Austria e Belgio oltre i 3mila.

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