La Spezia - Non sono bastate le 15 tonnellate di acciaio posate sul fondale di fronte al Molo Garibaldi sotto forma di due ancore spek. Per l'ormeggio delle navi da crociera con la prua che sporge oltre la fine della banchina sarà necessario collocare sul fondale altre tonnellate di corpi morti, questa volta sotto forma di blocchi di calcestruzzo. Nel corso del collaudo effettuato dall'Autorità di sistema portuale, infatti, è risultato evidente che "non è stato raggiunto il valore di progetto del dispositivo di ancoraggio previsto dalle stime elaborate sulla base delle indicazioni delle compagnie di navigazione".
Quando avviene il doppio accosto lungo il Molo Garibaldi, infatti, è possibile che la prua della nave più esterna superi in lunghezza il molo anche di più di 80 metri e con condizioni di vento o di onda particolari si rende necessario un sistema di ancoraggio suppletivo. Inizialmente era stata ipotizzata la costruzione di un "finger" e poi di quello che gli addetti ai lavori chiamano "dolphin" (leggi qui).
Nella primavera del 2020, durante un tavolo tecnico convocato presso l'Adsp, alla presenza della Capitaneria di porto e dei servizi tecnico/nautici, era stata richiesta l’implementazione di un dispositivo di ancoraggio suppletivo a mare da affiancare ai tradizionali ancoraggi di banchina. Nei giorni precedenti, infatti, si era verificato un doppio accosto sul lato Ovest del Garibaldi con la sporgenza di una di circa 90 metri oltre la sommità del molo.
In seguito all'esito del collaudo gli uffici tecnici di Via del Molo ritengono di dover rinforzare i corpi morti "per consentire la tenuta dell’ancoraggio alle sollecitazioni previste nelle risultanze della modellazione di calcolo a cura della compagnia di navigazione, con riferimento al layout di progetto condiviso con la Capitaneria di porto, in presenza di vento di 30 nodi agente in direzione ortogonale alla superficie di esposizione della nave".