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"confidiamo nei ristori economici annunciati"

Le sfumature del Dpcm: le chiusure non sono totali, resta l’asporto

Antonella Simone di Confartigianato spiega: "L'allarme c'è comunque anche se le attività possono continuare a lavorare sull'asporto. Dopo le 18 c'è il divieto di consumare dentro i locali".

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Un Dpcm che fa discutere e una riunione che si terrà domani, tra associazioni di categoria e prefettura, per analizzare e cogliere il sentimento di chi opera in vari settori e si sente fortemente penalizzato dalle nuove decisioni del decreto. Mentre si attende il Decreto ristoro che cuberebbe fino a 5 miliardi e che annuncia fondi quasi immediati, da Confartigianato La Spezia arrivano alcune precisazioni in merito all’interpretazione del Dpcm senza dimenticare che alcune realtà esprimono forte preoccupazione per l’effetto delle chiusure anticipate.
A farsi portavoce dell’associazione di categoria è Antonella Simone: “Nell’articolo 1 del nuovo Dpcm alla lettera ‘e’ viene specificato chiaramente che i servizi della ristorazione, quindi ristoranti, bar, pasticcerie, gelaterie, pizzerie possono lavorare dalle 5 alle 18. Questo farebbe intuire una chiusura: in molti hanno colto solo questa prima parte e c’è grande allarme. L’articolo però prosegue e specifica che comunque possono proseguire fino alle ore 24 le attività di asporto e di consegna a domicilio. Questo significa che non bisogna consumare all’interno del locale ma si possono eseguire acquisti e consumarli in un altro luogo”.

“E’ chiaro che comunque tutte le attività sono in allarme nonostante gli sforzi compiuti per garantire la sicurezza di tutti – prosegue Simone -. Ripetiamo dunque che le attività sopracitate possono continuare a lavorare anche dopo le 18, l’importante che non si vengano a creare assembramenti dentro e fuori dai locali. Noi dunque invitiamo i clienti a consumare, quindi ad acquistare. Per i ristoranti il discorso assume anche un altro peso: sono penalizzati perché perdono gran parte del loro servizio serale. Stiamo lavorando a livello nazionale e con l’incontro i prefettura cercheremo di modificare alcune restrizioni. Quando chiude un’attività non ne paga le spese solo una persona c’è tutta una famiglia che non mangia e la situazione si ripercuote anche sui dipendenti e le loro famiglie. Confidiamo nei ristori annunciati e che possano essere davvero di sostegno all’economia”.

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