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Economia

La Spezia controlla Carrara, ecco le nuove Autorità portuali

Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale è il nome scelto per il nuovo organismo. Il presidente sarà nominato dal Ministero, su consiglio della Regione. Sparisce il comitato portuale.

Porto

Dunque la mannaia del Consiglio dei Ministri ha colpito le Autorità Portuali: lungamente atteso, il provvedimento mira a semplificare la catena di comando nei porti italiani, rendendoli più organici e competitivi. Le autorità portuali scendono da 24 a 15: Genova, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Cagliari, Napoli, Palermo, Catania, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste. Alle sedi di Autorità di Sistema Portuale viene affidato un ruolo strategico di indirizzo, programmazione e coordinamento del sistema dei porti della propria area. Avrà funzioni di attrazione degli investimenti sui diversi scali e di raccordo delle amministrazioni pubbliche. Stretta la relazione con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in particolare per il Piano Regolatore di Sistema Portuale e i programmi infrastrutturali con contributi nazionali o comunitari.

In Liguria si chiude quindi la querelle avanzata soprattutto da Savona che perde la sua autorità che viene fusa con Genova. Guadagna competenze, ma è semplicemente la conferma di qualcosa di già ampiamente anticipato, anche la Spezia che controllerà, oltre al proprio scalo, anche quello di Marina di Carrara in una curiosa nuova area che supera i vincoli regionali. Per evitare delusioni da campanile le authority cambieranno nome: quella di Genova e Savona, per esempio, si chiamerà Autorità Portuale del Mare Ligure Occidentale. Quella che unirà la Spezia al porto apuano si chiamerà Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale.

Le ASP saranno governate da un Consiglio d’amministrazione formato da quattro o cinque persone, con un presidente nominato dal ministero dei Trasporti, dopo una consultazione con la Regione competente. Sparirà il Comitato Portuale, che oggi raccoglie i rappresentanti degli operatori e dei lavoratori del porto. Questi confluiranno in un Tavolo di partnernariato che non avrà alcun potere, ma solo una funzione consultiva.

“I porti italiani – ha detto Graziano Delrio, padre della riforma – ora faranno sistema. Si compiono scelte strategiche, si semplificano i processi. La sfida è quella del confronto con le grandi potenze portuali del mondo, il Nord Europa, il Nord Africa, il Pireo e il Far East. La ‘risorsa mare’ torna centrale in Italia”. Tra le linee ministeriali anche la creazione di uno sportello unico delle dogane per semplificare la filiera dei 113 adempimenti burocratici gestiti da 23 diversi soggetti che appesantisce il sistema italiano rispetto a quelli del nord Europa. Soddisfazione è stata espressa dalla principale associazione di categoria, Assoporti: il suo presidente, Paqualino Monti, auspica adesso che i decreti attuativi, quelli cioè che traducono il piano dalla carta alla realtà operativa, possano essere presentati in fretta. Secondo le fonti del Mit Graziano Delrio li sottoporrà all’attenzione del prossimo Consiglio dei Ministri.

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