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Il carburante Nato che scorre sotto i nostri piedi

Da Ruffino a Pontremoli, con due grandi siti di stoccaggio a Vezzano Ligure e Arcola e pompe che spingono kerosene e diesel fin oltre la Cisa. L'oleodotto tocca metà provincia.

Infografica - Rete Pol Nato

C’è persino la sezione delle singole condotte. E’ un segreto non segreto quello della Rete Pol della Nato, l’oleodotto che rifornisce di carburante gli aerei americani dell’Alleanza Atlantica, quelli dell’Aeronautica Militare e anche i mezzi terrestri dell’Esercito Italiano. Uno studio pubblico redatto dal Politecnico di Torino per conto del Centro militare di studi strategici nel 2006 aiuta a capire come si sviluppa questa strategica infrastruttura, che alla Spezia ha uno dei propri terminal marini e non solo. Alcuni dei serbatoi di stoccaggio più grandi del Nord Italia sono infatti ospitati proprio qui.

Il tema torna d’attualità ora che le forze armate sono pronto a potenziare l’appendice (qui l’articolo) che, in pieno Golfo dei Poeti, permette di introdurre il carburante in un circuito che si sviluppa per quasi mille chilometri. Quale carburante? Per la maggior parte un kerosene che in codice Nato viene indicato con la sigla F-35, specifico per turbine d’aereo e “equivalente a quello usato da molti operatori civili” secondo la stessa alleanza. In maniera minore, dalla Spezia muove anche il diesel per autotrazione che raggiunge il deposito carburanti dell’esercito a Giavera del Montello vicino a Treviso.

Il punto zero marino è a Ruffino, circa 300 metri dalla costa, da dove partono le condutture sottomarine, quelle che nei progetti dovrebbero essere ripensate insieme alla zona di conferimento. Tre tubazioni da 16 pollici, ognuna lunga 500 metri, porta il materiale dal mare fino al terminal terrestre su Via San Bartolomeo dove sorgono tre “piccoli” serbatoi, ognuno dei quali ha una capacità di 100 metri cubi, definiti slop; qui viene raccolto il carburante “contaminato”, quindi non utilizzabile. Due condutture da 20 pollici per 4,6 chilometri di lunghezza raggiungono le Pianazze dove sorgono i primi tre serbatoi di stoccaggio, due destinati al carburante avio e uno è diesel. Ciascuno ha una capacità di 750 metri cubi. Non stupisce che le tubazioni a diametro maggiore siano proprio alla Spezia, è una scelta funzionale a velocizzare le operazioni di scarico del carburante dalla nave cisterna.

L’oleodotto lascia la città attraverso due condotte da 18 pollici che percorrono i 2 chilometri di lunghezza che raggiungono Val Molinello ai piedi di Vezzano. Qui i serbatoi di stoccaggio, seminterrati, sono tra i più grandi dell’intera Rete Pol. Tre, da 10mila metri cubi ciascuno, ricevono il carburante jet e uno, sempre da 10mila metri cubi, il diesel. Infine vi è un serbatoio slop da 200 metri cubi. La capacità totale del sito è di 40.200 metri cubi. In questa zona si è più volte sollevata la protesta dei residenti per episodi di perdite avvenute negli anni.

Tre condotte (una da 8 pollici, due da 18 pollici) portano il carburante poi al sito della Val di Magra, ad Arcola, che dista 3,3 chilometri. Le tubazioni corrono per buona parte lungo l’Aurelia e sono state rifatte solo qualche anno fa nella zona di Ponte di Arcola. Qua i serbatoi sono 11: sei per il jet (24mila metri cubi totali), quattro per il diesel (16mila metri cubi totali) e uno slop da 100 metri cubi. Da qu è inoltre possibile rifornire le autobotti che servono, per esempio, anche l’aeroporto di Pisa che non è direttamente collegato alla rete. Ognuna di queste stazioni ha un suo sistema di pompe (elettriche o a motore); le più potenti sono proprio presso i depositi arcolani da cui il carburante deve essere spinto per 33 chilometri fino a Pontremoli superando un dislivello di circa 250 metri in totale e poi ancora oltre la Cisa e fino a Collecchio. Tutte le operazioni sull’oleodotto sono gestite proprio a Parma dove sorge il comando Rete Pol.

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