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Dito puntato contro la politica

Flp Difesa: "Civili e militari siano retribuiti in egual misura"

La sigla indipendente ieri non ha partecipato alla deposizione della corona di fiori ai piedi di Chiodo insieme ai sindacati confederali e successivamente ha consegnato un documento ai vertici della Marina.

Arsenale militare

Nella giornata di ieri è stata celebrata la morte simbolica dell’arsenale con il posizionamento di una corona di fiori ai piedi della statua che raffigura Domenico Chiodo.
Il coordinamento territoriale di Flp Difesa, pur condividendo i contenuti della protesta civile e dell’ennesimo grido d’allarme che hanno voluto manifestare gli altri sindacati, ha deciso di non esserci, “non ritenendo che fosse quello lo strumento più utile alle rivendicazioni del personale civile, correlato per giunta, ad un evento importante, non solo per i dipendenti ma per la città tutta, come la celebrazione dei 150 anni dell’arsenale”.
“Il tutto – afferma Christian Palladino, coordinatore provinciale di Flp Difesa – anche alla luce del fatto che i vertici di forza armata presenti hanno già sottolineato, sia nelle commissioni parlamentari che attraverso i media, le medesime criticità e preoccupazioni che le organizzazioni sindacali e i lavoratori lamentano da anni. Lo stesso ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone ha da pochissimo assunto l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Marina e a nostro avviso gli deve essere concesso il tempo utile a raccogliere gli elementi che possano consentirgli di trovare soluzioni o dare risposta ai numerosi problemi in cui versa l’arsenale. È appunto con questo approccio che abbiamo spostato l’esposizione delle nostre rivendicazioni sindacali al termine delle celebrazioni”.

Alle 13 infatti si è tenuto un incontro presso la sala riunioni dell’arsenale al quale hanno partecipato i sindacati, l’ammiraglio Cavo Dragone, il comandante dell’area logistica, ammiraglio Eduardo Serra, il comandante di Marinanord, ammiraglio Giorgio Lazio, gli ammiragli Benedetti (direttore dell’arsenale) e Ceccobelli (Stato Maggiore).
“Nell’occasione – prosegue Palladino – abbiamo consegnato un nostro documento nelle mani del nuovo Capo di Stato Maggiore e ribadito con forza la delusione nei confronti dei vertici politici e di forza armata che da anni, nonostante i ripetuti appelli dei sindacati, non hanno dato soluzioni percorribili per il rilancio dell’arsenale. Abbiamo rimarcato la necessità e l’urgenza di assunzioni straordinarie e che nel caso specifico deve esserci unità d’intenti a tutti i livelli ma soprattutto un intervento immediato nell’assegnazione di fondi a bilancio Difesa per realizzare gli interventi strutturali indispensabili alla riorganizzazione interna che ottimizzi le risorse, contenga i costi e liberi aree sottoutilizzate. Questo a nostro avviso è un dovere imprescindibile della Marina militare che non può consentire che i lavoratori civili e militari continuino ad operare in reparti fatiscenti a discapito della sicurezza e della produttività. Abbiamo inoltre rappresentato il non più procrastinabile annullamento del differenziale economico fra le retribuzioni della componente civile e quella militare a parità di funzioni svolte nonché di quella a confronto con le altre pubbliche amministrazioni, vale la pena ricordare che i dipendenti civili del ministero Difesa sono i meno retribuiti fra i pubblici dipendenti. Per l’immediato, in attesa delle eventuali assunzioni, gli unici incrementi di personale sono stati quelli dei militari transitati all’impiego civile e su questo punto abbiamo rappresentato la necessità che i profili assegnati siano maggiormente funzionali alle esigenze dell’ente e in linea con il know how lavorativo dei dipendenti transitati”.

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