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Economia

Decreto crescita: le parlamentari spezzine ospiti degli impiantisti Cna

Decreto crescita, gli impiantisti Cna ne parlano con Gagliardi, Paita e Pucciarelli

Gli impiantisti della Cna hanno incontrato ieri le parlamentari spezzine e illustrato le ragioni della propria contrarietà alla misura prevista dall’articolo 10 del Decreto Crescita. Al costruttivo confronto hanno partecipato la senatrice della Lega Nord Stefania Pucciarelli, la deputata di Forza Italia Manuela Gagliardi e la deputata del Partito Democratico Raffella Paita.

“L’articolo di legge prevede la possibilità – ha spiegato il Presidente Cna Installazioni e Impianti La Spezia Davide Mazzola -, per il soggetto che ha diritto alle detrazioni, di poter optare, al posto del loro utilizzo diretto, ad un contributo anticipato di pari importo come sconto su quanto dovuto all’impresa che effettua l’intervento di riqualificazione energetica o di adozione di misure antisismiche, che viene rimborsato a quest’ultima come credito di imposta da usare in compensazione in cinque quote annuali. In pratica con questa procedura si scarica direttamente sull’impresa gran parte dell’onere finanziario derivante dal costo dell’intervento. Si tratta di una misura opzionale ma è pur vero che il cittadino, davanti alla possibilità di utilizzare le detrazioni, il cui importo può scontare in dieci anni o di poter usufruire della stessa somma tutta e subito, non potrà che scegliere la seconda opzione”.

“Data l’estrema pericolosità per le nostre imprese di quanto previsto all’art. 10 – ha aggiunto Mazzola – chiediamo l’abrogazione dell’articolo. La struttura portante del mercato italiano è costituita da migliaia di piccole e medie imprese che esaurirebbero in pochi interventi la propria possibilità di “anticipare” al cliente lo sconto del 65%. Ad esempio nel caso di un intervento di piccola entità come la sostituzione caldaia con una spesa di 4.000 euro, l’entrata a regime dell’opzione prevista dal Decreto crescita, cioè il riconoscimento al cliente di uno sconto pari al 65% dell’importo, produce l’effetto evidente di generare per l’installatore nell’immediato un mancato incasso e quindi un anticipazione di circa 2.800 euro. Al fornitore, in seguito, verrà rimborsato sotto forma di credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo. Inoltre, il fornitore che ha effettuato gli interventi ha a sua volta facoltà di cedere il credito d’imposta ai propri fornitori di beni e servizi, con esclusione della possibilità di ulteriori cessioni da parte di questi ultimi e rimane in ogni caso esclusa la cessione ad istituti di credito e ad intermediari finanziari. La misura che rischia di tradursi in vantaggio per chi, invece, probabilmente vanta questi crediti, come le multiutilities e gli ex monopolisti dell’energia che negli ultimi anni, che possono vantare una posizione dominante e sono entrate nel mercato della riqualificazione energetica esercitando nella pratica una concorrenza sleale nei confronti delle piccole imprese. Sul territorio saranno poi gli artigiani delle piccole imprese a prezzi impropri a svolgere le lavorazioni per le grandi aziende. Una situazione paradossale. Abbiamo poco tempo per intervenire – ha concluso Mazzola – perchè entro fine luglio il direttore delle Agenzie delle Entrare deve procedere nel definire le modalità attuative delle disposizioni. Cna da lunedì avvierà una mozione di raccolta firme online e speriamo in un aiuto concreto da parte dei parlamentari del territorio, che ringraziamo per la partecipazione e l’attenzione dimostrata”.

L’appello del presidente Cna La Spezia degli impiantisti e degli artigiani e imprenditori presenti all’incontro è stato accolto dalle parlamentari spezzine.

“Siamo vicini alle piccole imprese – ha commentato la senatrice della Lega Pucciarelli – ed è stato già presentato un emendamento a firma Lega di carattere correttivo. Credo che la prima tappa che ora si prospetta è quella dell’assestamento di Bilancio e confido che entro fine luglio che si possa procedere in termini abrogativi”.

“Pensare che la piccola impresa possa fare da banca ai consumatori è assurdo – ha aggiunto la deputata di FI Manuela Gagliardi -. Comprendiamo le difficoltà degli impiantisti e cercheremo la strada migliore verso un provvedimento correttivo o la stessa abrogazione delle norma. Lo spirito della misura vuole incentivare l’economia, ma è chiaro che in questi termini la distorsione supera il beneficio”.

“Il problema è oggettivo – ha concluso la deputata del Pd Raffaella Paita – in un Governo bisognerebbe avere la capacità di aiutare i cittadini senza però mettere in croce le piccole imprese. E’ del tutto evidente che all’interno del Decreto Crescita non stata trovata una sintesi e ora bisogna intervenire garantendo ai cittadini una convenienza al contempo non danneggiare le imprese. Abbiamo preso atto della situazione e ragioneremo su tutte le forma di iniziativa politica utili per risolvere questo problema”.

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