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Economia

Artigianato spezzino, crollano i prestiti

Calo di oltre otto punti percentuali, dato superiore alla media ligure e a quella nazionale.

Artigiano

Nel giro di un anno l’artigianato ligure perde ben 59 milioni di euro di credito su un totale di 1 miliardo e 21 milioni di euro. Il forte calo, -5,5% rispetto a settembre 2015 (pressoché in linea col dato nazionale, -5,8%), emerge dall’ultima analisi dell’Ufficio studi Confartigianato su dati Artigiancassa e Banca d’Italia (settembre 2016). Una situazione generalizzata anche nelle altre regioni d’Italia, meno accentuata in Valle d’Aosta (-2,5%) Lazio e Sardegna, entrambe al -3,2%.

A livello provinciale, ben due province liguri rientrano nelle prime posizioni in classifica per aver registrato un calo dei prestiti superiore alla media nazionale: La Spezia (124 milioni) è addirittura 15esima con -8,1%, Imperia (141 mln) è in 44esima posizione con il -6%. A Genova (483 mln) i rubinetti del credito si chiudono in un anno del 5%, mentre a Savona (273 mln) del 4,8%.

In un panorama che vede il Paese tornare indietro di quindici anni per stock di credito erogato (42,9 miliardi oggi contro i 44,9 del 2001), emerge comunque un dato positivo per la Liguria: la nostra regione è prima in Italia per maggior incidenza di prestiti a medio-lungo termine sul totale: 72% contro il 28% a breve termine. Inoltre, la diminuzione dei prestiti a medio termine è meno accentuata rispetto a quella a breve termine: -3,3% contro -10,7%. Una situazione che, in misure diverse, si rispecchia anche a livello provinciale: a spiccare è Savona (prima provincia in Italia), con il 76,2% dei prestiti concessi a medio termine (in calo del 2,5% contro l’11,6% del breve termine). A Imperia il 73,2% di prestiti è concesso a medio-lungo termine (-3,7% contro il -11,7% del breve termine). Segue La Spezia, con il 71,7% dei prestiti concesso a lungo termine (in calo del 7% contro il -10,6%), e infine Genova: i prestiti concessi a medio-lungo termine sono il 69,4%, in diminuzione del 2,6% (contro il -10,1% dell’altra tipologia).

«Il basso livello dei prestiti, che ci riporta indietro di 15 anni, è generalizzato e dipende dall’attuale situazione economica e bancaria – dichiara Giancarlo Grasso, presidente Confartigianato Liguria – Per questo, insieme alla Regione Liguria e tramite i nostri strumenti Artigiancassa e Confart, abbiamo deciso di investire sulla qualità del credito, cercando di trasformare i debiti a breve delle imprese artigiane in medio-lungo termine. I risultati ci danno ragione e premiano i nostri sforzi».

Un’occhiata alle sofferenze: osservando i dati per classe di grandezza si osserva che al terzo trimestre 2016 il 70,3% delle sofferenze nette si concentra sopra i 500 mila euro e si riferisce al 4,7% degli affidati, con un valore medio di 2,2 milioni di euro, maggiormente compatibile con il taglio del finanziamento di medie e grandi imprese. Sotto questa soglia troviamo il 95,3% dei soggetti affidati in sofferenza che rappresentano però solo il 29,7% dell’importo, con un valore medio di 46 mila euro, riconducibile al segmento della piccola impresa. «Ma i tassi d’interesse applicati a seconda delle diverse grandezze di impresa non sono coerenti con questa disparità, risultano anzi in netto contrasto – sottolinea Grasso – Il calo dei prestiti alle microimprese non sembra determinato da condizioni strutturali di maggiore rischiosità, addirittura assistiamo a un calo delle sofferenze per importi sotto i 30 mila euro, ma le va fortemente a penalizzare. Una situazione che pesa soprattutto in Liguria, dove il gap tra i due diversi tassi d’interesse applicati è particolarmente ampio».

Di 341 punti base, per la precisione: a fronte di un 4,92% di interesse a breve applicato a un’impresa ligure di dimensioni medio-grandi, quello destinato alle piccole realtà imprenditoriali è dell’8,33%. In entrambi i casi si tratta di percentuali superiori alla media nazionale (4,58% contro 7,58%) di quasi mezzo punto in più.

Guardando ai macrosettori in Liguria, il più penalizzato è quello delle costruzioni, con un tasso del 6,9%. Seguono servizi (5,44%) e manifatturiero (4,45%).

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