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Economia

"Un nuovo molo serve più alla città che al porto"

Lorenzo Forcieri ribadisce la necessità portata avanti durante il secondo mandato da presidente dell'Ap: "Non va bloccata quell'opera".

Una vista aerea di Calata Paita

Tre navi in contemporanea, “cose” che non succedono tutti i giorni. La straordinaria giornata di sabato scorso, con la presenza di tre diverse imbarcazioni da crociera attraccate contemporaneamente in porto, ha riaperto il dibattito politico sul futuro delle attività del settore nel Golfo. Reduce dal Seatrade Europe di Amburgo dove l’Autorità Portuale di Sistema che unisce la Spezia a Marina di Carrara, ha portato a casa il ritorno della Disney a partire dal 2019 è l’ultimo approdo in ordine di tempo di un settore in continuo movimento e in grande competizione: Lorenzo Forcieri, ex presidente dell’Ap spezzina negli ultimi due mandati, rivendica le scelte del passato e torna a parlare del famoso molo della discordia, voluto dall’ente di Via del Molo e che trovò nell’ex sindaco Massimo Federici uno dei massimi detrattori: “Le tre navi di sabato, il ritorno della Disney, e soprattutto la proposta di MSC e Royal Caribbean per la stazione Crocieristica – spiega Forcieri – ci dicono che la scelta di dedicare una parte del nostro porto alle crociere è stata giusta. Lo sviluppo futuro di questo settore turistico, avviato durante la mia presidenza, ha permesso di ottenere questi risultati a cui assistiamo ogni anno. Anche la stagione 2017 infatti, programmata e definita nella precedente gestione, si sta concludendo con risultati più che soddisfacenti. Tutto questo lavoro però oggi potrebbe essere rimesso in discussione dalla ripresa dei dubbi sulla realizzazione del molo crociere, vanificando le nostre possibilità di attrarre nel nostro territorio anche gli investimenti privati ad esso collegati”.

E Forcieri ammonisce: “Così si rischia di compromettere il futuro di questa importante attività che vanta già numeri notevoli: 667mila crocieristi nel 2015 con conseguente ritorno economico ed occupazionale, 30,9 milioni di euro generati per il territorio spezzino. Passate le inspiegabili retromarce della precedente amministrazione, e’ giusto oggi ribadire che il pennello, a differenza di quanto dichiarato nei giorni scorsi da alcuni esponenti politici, rappresenta non un’ulteriore opera di tombamento dello spazio a mare, ma anzi la capacità di aggiungere e liberare spazi che possono essere utilizzati per la comunità locale, evitando l’occupazione totale di Calata Paita”. Da qui la convinzione che “il molo è necessario più alla città che non al porto. Con la sua realizzazione sarà possibile costruire al suo interno la stazione crocieristica, liberando per la città Calata Paita, che senza il molo sarebbe nuovamente tutta impegnata dalla stazione e dal traffico crocieristico; al contrario, con il molo ampi spazi di calata Paita con relativo fronte a mare sarebbero restituiti agli spezzini. Invece di rimettere in discussione tutto, penso che la comunità spezzina e i suoi rappresentanti amministrativi dovrebbero impegnarsi a rilanciare una politica di accoglienza con iniziative mirate a trattenere sul nostro territorio il maggior numero di crocieristi, politica che oggi mi sembra completamente scomparsa”.

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