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Adesione allo sciopero dell'80 per cento

"Metro toglie i premi e peggiora l’organizzazione del lavoro"

I dipendenti di tutta Italia protestano contro la disdetta del contratto integrativo e chiedono meno differenze tra gli addetti, soprattutto per quel che riguarda il fine settimana.

Il presidio dei lavoratori e dei rappresentanti sindacali davanti alla Metro

Incrociano le braccia per difendere la loro dignità e i loro diritti. I dipendenti di Metro di tutta Italia scendono oggi in piazza per protestare contro la disdetta unilaterale dell’accordo integrativo nazionale decisa dall’azienda lo scorso febbraio, per la prima volta dal 1974. L’obiettivo dei sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs è quello di riprende al più presto la trattativa unitaria nei confronti dell’azienda. L’adesione allo sciopero alla Spezia è stata dell’80 per cento dei lavoratori.

“Metro si è detta disponibile a trattare, ma intanto il premio di produzione è stato ridotto da 1.780 euro annui a 1.500, abbassando così la quota salariale da distribuire ai lavoratori. Inoltre – spiegano a CDS i segretari delle sigle di categoria Luca Comiti, Mirko Talamone e Marco Callegari e i delegati Alessandra Norbertini, Gabriele Zennaro e Matteo Bertetto – verrà messa mano all’organizzazione del lavoro, che è un tema di fondamentale importanza. Metro vuole passare dai turni secchi, che garantiscono la possibilità di organizzare la vita fuori dal posto di lavoro, a una situazione spezzata e flessibile. Così peggiorerebbero le condizioni di vita dei dipendenti. La proprietà vuole flessibilizzare la prestazione lavorativa spezzando i turni spostandoli verso il fine settimana, scaricando eventuali assenze e mancanze di presidio derivanti dalla compressione degli organici sulle lavoratrici e i lavoratori di tutta la rete vendita. Di contro, l’impresa non ha accolto la richiesta delle organizzazioni sindacali di garantire i turni unici continuati, demandando al livello territoriale il confronto e gli accordi sull’organizzazione del lavoro”, precisano le sigle.

I sindacati denunciano un aumento degli infortuni all’interno dei magazzini Metro e ricordano di aver tentato di avviare una piattaforma di contrattazione rifiutata dal nuovo management della multinazionale tedesca.
“Con il ricorso ai lavoratori in appalto l’azienda tenta anche di creare una differenza tra i dipendenti, pagando meno chi lavora la domenica. Eppure nel 2018 Metro ha centrato un fatturato di 1,7 miliardi di euro solo in Italia, chiudendo il bilancio in utile. Queste decisioni sono inaccettabili. Lo scorso anno – spiegano i lavoratori in presidio di fronte al punto vendita di Via Valdilocchi dalle 8.30 – la sede spezzina è stata la migliore d’Italia in termini di produttività del personale. Non è stato un obiettivo centrato per caso, ma ci sono voluti impegno, dedizione e sacrificio. Se non si ripristina il contratto integrativo con i nuovi criteri proposti per noi il prossimo anno il premio sarà di zero euro”.
I rapporti con l’azienda sono tesi ed è già pronto un altro pacchetto di 8 ore di sciopero che sarà utilizzato in maniera autonoma in ogni punto vendita d’Italia.
“L’alta adesione dei lavoratori ci dà la forza per continuare la vertenza fino a quando le nostre richiesta saranno accolte”, concludono Comiti, Talamone e Callegari.

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