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Economia

"La Spezia sia laboratorio per l’intermodalità". In arrivo 39 milioni dal Cipe

L'Autorità portuale candida lo scalo spezzino come luogo di sperimentazione di progetti sul trasporto su ferro da esportare in tutta Italia. Presto la conferma delle risorse per il trasferimento dei fasci dei binari.

Il convegno "La Spezia lancia la sfida ferroviaria" nell'auditorium dell'Autorità portuale

Da porto pilota a porto laboratorio. Lo scalo spezzino si candida per trasformare la sua condotta virtuosa in termini di movimentazione delle merci su ferro (il 35 per cento, rispetto a una media nazionale dell’8 per cento) in un elemento da strutturare attraverso progetti sperimentali che possano essere esportati in tutti i porti italiani. La proposta arriva dalla stessa Autorità portuale nel corso del convegno “La Spezia lancia la sfida ferroviaria”, accompagnata da un ennesimo appello a prendere in maggior considerazione il tema del raddoppio della Pontremolese, linea a dir poco strategica per i terminalisti spezzini e per l’intero sistema logistico tirrenico-padano.
Un ruolo conquistato grazie ai risultati di efficienza che mettono lo scalo spezzino sullo stesso piano delle realtà del Nord Europa e del Far East, e alla posizione geografica.
“La Spezia è una porta di ingresso naturale per le merci dirette verso il Nord Italia e il Centro Europa. E’ centrale rispetto a due città come Genova e Livorno – ha fatto notare il presidente dell’Authority, Lorenzo Forcieri – e questo permette alle compagnie di sceglierla per evitare di doversi fermare in due porti differenti. “La geografia è destino”, ha detto recentemente il ministro Delrio. E con noi la sorte è stata clemente, mettendoci in una posizione in cui siamo vicini e collegati con molte realtà economiche importanti. Abbiamo lavorato tanto per sfruttare questa opportunità, anche per quel che riguarda il comparto del trasporto ferroviario, dove la comunità portuale si è mossa con una visione unitaria, per questioni logistiche e ambientali”.
A questo punto il presidente dell’Authority spezzina ha illustrato i tre filoni sui quali si sono applicati con maggiore impegno gli attori che operano all’interno del perimetro portuale, annunciando anche l’imminente presentazione al Cipe, e il contestuale finanziamento di 39 milioni di euro, del progetto del trasferimento dei fasci dei binari.

Infrastrutture
“Dopo anni e anni abbiamo chiuso il contenzioso con Rfi riguardante il pagamento di alcuni canoni accordandoci per l’acquisizione di tutte le infrastrutture ferroviarie del porto. Un fatto molto importante, che pochissime Autorità portuali possono vantare. Inoltre abbiamo sviluppato, con la collaborazione della stessa Rfi, la riorganizzazione dei fasci dei binari in porto. Potremo contare su binari di oltre 650 metri, rispetto ai 500 di oggi. Gli operatori guadagneranno tempo e denaro evitando le manovre, e anche i rumori saranno ridotti, a vantaggio dei residenti. E’ di poche ore fa – ha proseguito Forcieri – la notizia che il progetto verrà presto portato al Cipe, che dovrebbe confermare definitivamente il finanziamento dell’operazione, per 39 milioni di euro. Nel frattempo noi abbiamo espletato le procedure di gara, così da poter partire non appena avremo l’ok da Roma”.

Information tecnologies
Lo sviluppo di reti immateriali è stato un altro dei cardini sui quali il porto spezzino ha sviluppato il primato in termini di efficienza, anche per quel che riguarda il ferro. “Abbiamo lanciato la piattaforma Apnet con gli operatori e il progetto Widermos per consentire il flusso delle informazioni e la digitalizzazione della catena logistica. Inoltre il pre clearing e i corridoi logistici, non sempre ben accettati dagli operatori locali, sono altre due soluzioni di grande importanza, realizzate grazie alla collaborazione fattiva con l’Agenzia delle Dogane”, ha aggiunto Forcieri.

Governance
“Con il lancio di La Spezia railways shunting abbiamo costituito una società per la gestione delle operazioni ferroviarie in porto. Quando si fa qualcosa di nuovo in Italia – ha lamentato il presidente dell’Autorità portuale – si destano spesso invidie e sospetti, ma abbiamo da poco ricevuto l’approvazione e il plauso della Società nazionale dei trasporti. Grazie alla società, presieduta dall’avvocato Davide Santini, abbiamo migliorato le operazioni di manovra e siamo giunti a un incremento dell’efficienza dell’11 per cento. Con costi sostenibili per gli operatori”.
Lo stesso Santini, nel corso della tavola rotonda che ha valutato la possibilità di estendere il modello spezzino agli altri scali nazionali, dopo aver ricordato la figura di Marco Simonetti come uno dei fautori del successo dell’intermodalità, ha spiegato come si sia è trasformata una possibile competizione in caso di eccellenza. “Questo – ha sentenziato – è un modello replicabile, ma solo se si ragiona con l’intento di sviluppare la competitività invece della competizione”.
Nulla di teorico, dunque, bensì un contributo concreto che consenta a tutto il sistema logistico nazionale, oggetto oggi di un globale ripensamento e della messa a punto, per la prima volta, di un piano di integrazione reale fra trasporti marittimi e logistica di terra, di porre in atto best practices in termini di efficienza, ma specialmente di sostenibilità ambientale.

La Pontremolese
Non è mancato, da parte di Forcieri, un accenno al tema che più di ogni altro si lega allo sviluppo del trasporto su ferro delle merci che scalano nel golfo.
“L’entrata in vigore del Piano nazionale della portualità e della logistica porterà a un nuovo quadro nazionale, nel quale resta però da sciogliere il nodo del raddoppio della Pontremolese. In passato ci siamo attivati per inserire questa linea nelle reti Core, ma non siano stati supportati a livello governativo. L’importanza della Pontremolese sarà però evidente con il raddoppio del tunnel del Brennero, previsto per il 2025. La direttrice Parma-La Spezia è indispensabile, fondamentale per il traffico delle merci”.

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