La Spezia - Angeli senza contratto e tamponi pagati solo a proprie spese. Donne spesso sole costrette a lavorare per una manciata di ore a settimana con contratti sempre più al ribasso. Duemila lavoratori, spezzini, che da sette anni aspettano il rinnovo di un contratto nazionale del quale non di vede l'ombra a partire dal fatto che dalla scorsa primavera non è ripartito il tavolo delle trattative con le associazioni datoriali.
E' questo il quadro complesso e delicato descritto da Cgil, Cisl e Uiltrasporti questo pomeriggio alla Camera del lavoro della Spezia, per i lavoratori del settore multiservizi che oggi si sono riunite in diverse piazze d'Italia per manifestare e ottenere un'apertura sul rinnovo del contratto. Il presidio si sarebbe dovuto tenere anche alla Spezia in Piazza Europa, ma è stata annullata dopo la nuova ordinanza regionale che per limitare il contagio da Covid-19 ha vietato ogni tipo di assembramento.
Il comparto a livello nazionale conta almeno 600mila lavoratori e la priorità per arrivare alla firma del nuovo contratto saranno intransigenti su qualunque modifica all'articolo 4. "E' l'articolo che garantisce, nei cambi di appalto, l'integrazione di tutti i lavoratori nel passaggio da una cooperativa all'altra - ha spiegato Luca Comiti di Cgil -. Questi lavoratori percepiscono puliti anche 5 euro l'ora, nel migliore dei casi, e ogni volta si devono confrontare con riduzione delle ore perché sono stati vinti con appalti al ribasso. Molte di queste persone sono donne e talvolta subiscono veri e propri ricatti occupazionali. Ed è chiaro a fronte di tutte le trattative saltate fino ad ora, che da parte delle associazioni datorali non c'è la volontà di trovare una soluzione. Con l'emergenza Covid sono stati richiesti servizi aggiuntivi di sanificazione e pulizia ovunque. Le aziende del settore hanno aumentato il fatturato ma per i lavoratori non è cambiato nulla".
Mirko Talamone di Cisl ha fatto un quadro su questi lavoratori. "Sono coloro i quali garantiscono la pulizia dei nostri ospedali, negli uffici pubblici e nei palazzi del potere. Abbiamo il quadro chiaro su come vengono trattati: sono considerati lavoratori di serie B che rimangono in balia di una situazione drammatica. L'articolo 4 del contratto nazionale non va toccato in alcun modo. Chi lavora nel settore sanitario, ad esempio, stando anche a contatto per persone positive al coronavirus deve farsi carico privatamente di test sierologici e tamponi. Serve uno sforzo corale e anche del governo per tutelare queste persone".
"I loro diritti sono stati massacrati - ha detto Marco Furletti di Uilstrasporti -. In mancanza della risposta alle richieste dei sindacati e a questi diritti calpestati siamo pronti, a livello nazionale, a incrociare le braccia con uno sciopero nazionale. Vogliamo l'introduzione di nuove regole affinché vengano rispettate quelle che ci sono già. L'impegno di questi lavoratori sarebbe regolamentato anche dai compensi stabiliti dalle tabelle ministeriali e ad esempio questi parametri spesso non vengono rispettati. Difenderemo il contratto con tutte le nostre forze".