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In duecento davanti alla sede di via picco

"Ai lavoratori nessun riconoscimento per aver garantito tutti i servizi"

Presidio per i lavoratori di Acam Iren. Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec: "L'azienda non può trincerarsi dietro al fatto che non ha usufrito della cassa integrazione. Dai dipendenti senso di resposabilità. Nostre proposte bocciate, tavolo chiuso".

Presidio in Via Picco per i lavoratori Acam

“Hanno garantito tutti i servizi essenziali e hanno rinunciato alle ferie per evitare la cassa integrazione. Il loro è stato un atto di responsabilità che Iren non vuole riconoscergli, nonostante le nostre proposte”. E’ la posizione dei sindacati Cgil, Cisl e Uil che questa mattina erano davanti alla sede di Via Picco con duecento lavoratori Acam per dare un segnale all’azienda affinché venga riconosciuto l’impegno garantito sin dall’inizio dell’emergenza Covid-19.
Questa mattina sindacati e dipendenti a partire dalle 8 si sono ritrovati in Via Picco. Il presidio è stato la conseguenza dello stop del tavolo di confronto saltato tra Acam Iren e i sindacati.
“La gestione dell’emergenza – ha spiegato Stefano Bettalli di Filctem Cgil – è stata congiuntacon Iren e i lavoratori. I dipendenti hanno mostrato un grande senso di responsabilità e si sono anche esposti a dei rischi. Alcuni di loro, almeno 4, potrebbero aver contratto il coronavirus in servizio, ora sono guariti e stanno bene. Nessuno si è tirato indietro nonostante le difficoltà di inizio emergenza quando ancora c’erano grosse difficoltà a reperire le mascherine. Molti lavoratori sono passati allo smart working e altri hanno garantito l’attività di sportello. Davanti a tutto questo il bilancio dell’azienda è positivo. Ci è sembrato giusto chiedere dei riconoscimenti per tutti i lavoratori quindi abbiamo avanzato tre proposte: un miglioramento del premio di risultato, per chi è passato allo smart working il riconoscimento dei buoni pasto e il riconoscimento delle ferie. Nessuna di queste proposte è stata accolta e il tavolo è saltato. Non possiamo dimenticare che alla dirigenza ci sono stati dei cospicui aumenti di stipendio che ammonterebbero a 50mila euro”.

In tutta la vicenda un nodo importante è rappresentato proprio dal riconoscimento delle fiere. “L’azienda – ha spiegato Ilaria Delcaldo di Femca Cisl – non scende a patti perché non ha messo i lavoratori in cassa integrazione. Al contempo, i lavoratori e le lavoratrici per luce, gas, fognature e depurazione sono stati presenti sia durante il lockdown che in quello successivo: sia chi era presente sul posto per le manutenzioni, sia chi ha lavorato in smart working e gli sportellisti. Nel gruppo Iren il lavoro a distanza è stato incentivato anche con una certa velocità e in maniera massiccia. Noi crediamo che però un riconoscimento a chi si è impegnato debba essere dato: un’azienda come questa, florida e attiva con 8mila lavoratori, dovrebbe dare il buon esempio: se dovesse accedere agli amortizzatori sociali rimarrebbe davvero poco per l’industria e i piccoli esercizi perché sarebbe ingente la somma alla quale dovrebbero accedere. Non essendoci stati dei cali di lavoro quindi è giusto che non si acceda alla cassa integrazione . I lavoratori hanno dato le loro ferie arretrate e dei primi quattro mesi dell’anno quindi hanno dato il loro contributo e l’azienda non ha fatto nient’altro oltre a quello previsto dalla legge. Ai lavoratori è stata riconosciuta, perché lo dice la legge, solo la presenza. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni”.

Salvatore Balestrino di Uiltec Liguria ha aggiunto: “Questa mattina a manifestare c’erano almeno 200 lavoratori. Considerato il momento particolare, la partecipazione c’è stata. L’assemblea di questa mattina è dovuta al fatto che Iren non vuole riconoscere, oltre al premio di partecipazione, il raggiungimento degli obiettivi a fronte dell’emergenza da Covid-19. E’ stato un periodo particolare e hanno lavorato tutti. L’azienda si è trincerata dietro al fatto che non è stata utilizzata la cassa integrazione. Lo stesso vale per l’utilizzo dei buoni pasto. Noi rivendichiamo un ruolo di riconoscimento sulle maestranze. Riguardo al premio di partecipazione, la Spezia, è stata l’ultima a entrare nel solido gruppo di Iren. I lavoratori per questa aggregazione stanno pagando una sorta di ‘dazio’: il loro premio di partecipazione corrisponde a un terzo rispetto al resto del gruppo”.

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