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La sentenza

Via le misure al migrante, ma il Cas rischia l’accusa di peculato

Il Tar della Liguria si è espresso in merito al ricorso presentato dal richiedente asilo, segnalando alla Procura l'ipotesi di reato da parte del centro di accoglienza per il mancato versamento del "pocket money" quotidiano.

Tribunale della Spezia

Doppio effetto per la sentenza con la quale il Tar della Liguria ha valutato il ricorso di un richiedente asilo protagonista di una rivolta per avere i 2,5 euro quotidiani previsti per legge dal Centro di accoglienza straordinario del quale era ospite.
Il migrante aveva aggredito un altro ospite straniero e si è visto confermare dal Tar della Liguria la revoca delle misure di accoglienza, ma i giudici hanno anche trasmesso copia della sentenza alla Procura della Repubblica spezzina rilevando “come dalle dichiarazioni dei richiedenti protezione possano emergere ipotesi di reato a carico dei gestori del Centro quali peculato e appropriazione indebita”.

“I migranti – si legge ancora nella sentenza -, lamentando la mancata esatta corresponsione del pocket money, si rifiutavano di ritirare una somma inferiore, inscenando una protesta culminata in una colluttazione quando un ospite della struttura ha accettato una somma inferiore a quanto dovuto”.
“Alcuni degli altri ospiti lo hanno trattenuto, con conseguente avvio di una colluttazione che ha richiesto l’intervento delle forze di polizia. L’esatta dinamica della vicenda è ricostruibile dalla denuncia della Questura della Spezia”, scrivono i giudici.
“La ricostruzione è confermata – conclude il Tar -, sia dalle querele sporte dagli operatori del Cas, sia dalle dichiarazioni rese dai migranti, i quali, pur con attendibilità limitata per effetto dell’intento di sminuire la propria responsabilità, ammettono concordemente il tentativo fisico di impedire all’ospite del centro di ritirare il pocket money, e la conseguente colluttazione e il ferimento dello straniero”.

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