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Cronaca

Referendum, da metà anni ’90 il quorum non è mai stato raggiunto

Dato parziale di affluenza però confortante.

Schede refererendum

Sono stati 62 (diventeranno 66 con i quattro in programma oggi e domani) i referendum abrogativi promossi nel nostro paese.
Il primo si è svolto il 12 maggio del 1974, lo storico referendum sulla Legge sul Divorzio: l’affluenza fu altissima, 87.7%, un livello mai raggiunto negli anni successivi.
La questione del Quorum (per essere validi i referendum devono essere votati dalla metà più uno degli aventi diritto) è diventata centrale negli ultimi anni: se in passato, infatti, il Quorum veniva sembre facilmente raggiunto, dalla metà degli anni ’90 la mancanza di affluenza alle urne ha fatto fallire tutte le consultazioni.
Gli ultimi referendum che hanno ottenuto un risultato, infatti, sono stati proposti l’11 giugno del 1995 (Concessioni televisive nazionali, Interruzioni pubblicitarie, Raccolta pubblicità radiotelevisiva, Rappresentanze sindacali (richiesta massimale), Rappresentanze sindacali (richiesta minimale), Soggiorno cautelare, Privatizzazione RAI, Autorizzazione al commercio, Trattenute contributi sindacali, Legge elettorale comuni, Orari esercizi commerciali): da allora sono stati proposti 24 quesiti referendari, senza che mai si sia raggiunto il Quorum.
Le affluenze più basse nel 2009: all’appello referendario, legato a norme per i parlamentari, rispose poco più del 20% degli aventi diritto.

La prima scheda: colore rosso
Oggi e domani i cittadini devono esprimere il loro parere su 4 referendum. La prima scheda è di colore rosso e punta all’abrogazione di norme che consentono di affidare la gestione di servizi pubblici locali ad operatori economici privati. Il testo della norma chiede: “ Volete voi che sia abrogato l’art 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “ Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria convertito, con modificazioni in legge 6 agosto 2008 n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art 15 del decreto legge 25 settembre 2009 n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità Europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte Costituzionale?.
Se viene apposto il segno su il SI’ vuol dire essere contro la privatizzazione dell’acqua e contro la gestione dei servizi idrici da parte dei privati e, quindi, di essere a favore dell’abrogazione della norma.
Se viene apposto il segno sul NO si vuole confermare la privatizzazione dell’acqua e della gestione dei servizi idrici.

La seconda scheda: colore giallo
La scheda di colore giallo rappresenta il quesito numero 2 sull’acqua pubblica e determinazione delle tariffe. Il testo del referendum chiede: “Volete voi che sia abrogato il comma 1 dell’art.154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n.152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?.
Il segno sul SI indica l’abrogazione della norma che offre questa garanzia al gestore del servizio idrico e la rinuncia al 7% di profitto garantito che comporterebbe minori introiti e minori utili da distribuire a fine anno ma anche, teoricamente, meno fondi per gli investimenti.
Se invece il segno è sul NO mantengo il profitto del 7% a favore dei privati perché la legge la considera un’adeguata remunerazione.

La terza scheda: colore grigio
La scheda grigia tratta la produzione di energia nucleare in Italia. “ Volete voi che siano abrogati il decreto-legge 25 giugno 2008 n.112 convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008 n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7 comma 1 lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?”: questa la domanda della consultazione.
Il segno sul simbolo del SI è un voto contro la costruzioni di centrali nucleari in Italia anche negli anni futuri.
Il segno sul NO chiede il mantenimento delle leggi in vigore e approva la realizzazione entro il 2021 di quattro centrali nucleari per la copertura di circa il 13% del fabbisogno nazionale di energia elettrica. Per i prossimi 12 mesi, cosi come stabilito dal governo dopo la tragedia in Giappone, verranno sospese le procedure che riguardano la localizzazione e realizzazione degli impianti nucleari.

La quarta scheda: colore verde
La scheda di colore verde rappresenta il quarto quesito di questa consultazione refendaria, qualle sul Legittimo Impedimento. Il testo chiede: “Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, 2, 3, 5, 6 nonché l’articolo 1 della legge 7 aprile numero 51 recante “Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?”.
In sostanza viene chiesta l’abrogazione di norme in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale. E’ un voto che potrebbe causare ripercussioni politiche ed è stato proposto dall’Italia dei Valori.
Il voto sul SI è per respingere l’immunità assoluta dei membri di governo e prevede il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della costituzione.
Il voto sul NO è un voto per mantenere le leggi attualmente in vigore e permette al premier di invocare il legittimo impedimento ogni qualvolta lo ritenga opportuno. La legge ha 18 mesi di validità, ma lo scudo in scadenza ad ottobre potrebbe essere reiterato dalla maggioranza di centrodestra in vista di una possibile riforma costituzionale.

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