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Cronaca

Preso il "bombarolo" di Via Roma, fondamentale il contributo di un cittadino

Il responsabile ha 47 anni, coinvolto anche un parente. Il questore: "Premierei il cittadino che ci ha chiamati".

Ha un nome, un volto, nei prossimi giorni verrà convalidato l’arresto e un’altra persona verrà denunciata. Ha 47 anni ed è una vecchia conoscenza della Digos, legato al mondo ultras, il responsabile delle esplosioni che la notte del 15 giugno hanno tenuto sveglia l’intera città. Ad essere coinvolto nella vicenda è anche un parente dell’uomo che lavora per una ditta fuori provincia che produce giochi pirici e razzi di segnalazione anche in dotazione ad altri enti. Tutti materiali non in vendita al pubblico. Sei giorni di indagine serrate da parte della Polizia di Stato, condotte da Mobile e Digos, e la svolta è arrivata grazie alla segnalazione di un cittadino.
Il testimone chiave. Il responsabile tradito da una chiacchierata. Pochi giorni dopo le esplosioni un cittadino, che si trovava in un locale, ha sentito il 47enne che si vantava di essere l’artefice dei fatti di Via Roma. Poi, la telefonata alla Polizia, l’incrocio dei riferimenti e la soluzione del caso che esclude la pista politica e conferma una “goliardata” mal calcolata. La notte del 15 giugno non è rimasto ferito nessuno ma è stata una pura casualità. E gli effetti di quell’esplosione sono ancora ben visibili sullo scalino di marmo e il portone andati distrutti. Due ore dopo il primo scoppio da Biassa e Pegazzano ne erano stati avvertiti altri due e la Polizia ha accertato che degli ordigni non era rimasta traccia.
Quella di Via Roma non era una bomba carta, ma un ordigno ben costruito. Gli altri erano nascosti sotto il letto dentro uno scatolone. Il complice. La ricostruzione dei fatti da parte degli agenti hanno confermato un’ipotesi che girava sin dai primi momenti: un uomo si è avvicinato al portone, ha acceso la miccia, abbandonato l’ordigno e si è allontanato a piedi. Quindi non è stato abbandonato all’interno di un mastello dell’umido.
Inoltre la polvere nera fatta esplodere era all’interno di un involucro bianco costruito con attenzione e che si è rivelato ben più dannoso di una bomba carta. La miccia era fasciata con del nastro da pacchi. Una volta identificato il soggetto, la Mobile ha raggiunto la residenza dell’uomo e ha condotto una perquisizione. Sotto al letto è stato rinvenuto uno scatolone contenente dei veri e propri grappoli della stessa di tipologia di bombe utilizzare per le esplosioni della notte tra il 15 e il 16 giugno.
Tutti i materiali sequestrati provengono da una fabbrica apposita dove lavora un parente del 47enne e non è da escludere che questa persona verrà denunciata. In giornata il 47enne, che già agli agenti ha fatto delle ammissioni di colpa, è stato sentito dal Pm Monteverde che convaliderà l’arresto. Inoltre l’uomo avrebbe ammesso che non pensava che il gesto di quella notte potesse avere tutta quell’eco.
Il questore. A fornire il quadro dell’intera indagine è stato il questore della Spezia Francesco Di Ruberto: “Questa indagine è la dimostrazione che tutti bisogna partecipare alla sicurezza. La conferma è la testimonianza del cittadino che ci ha chiamato. Io gli darei una medaglia”.

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