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Cronaca

Politica spezzina in lutto, è morto Luciano Faraguti

Si è spento a Genova all'età di 80 anni. Uomo della sinistra "minoritaria", aderì alla corrente "sindacale" di Carlo Donat-Cattin. Deputato dal 1979 al 1994. Il ricordo di Banti: "Grazie a lui arrivò Conthsip

Luciano Faraguti

E’ morto la scorsa notte all’età di 80 anni all’ospedale San Martino di Genova Luciano Faraguti, figura di spicco della vita politica spezzina per buona parte del ‘900. Nato in riva al Golfo nel 1937, apparteneva a quella che Vittorio Emiliani, in un bel libro, ha chiamato di recente la generazione “dei cinquantottini”. Quei giovani, cioè, che salirono alla ribalta locale e nazionale alla fine degli anni Cinquanta, costruendo le basi di una nuova classe dirigente, la prima davvero successiva al periodo del fascismo.

“Sembra idealmente chiudersi un’epoca nella storia della politica spezzina – ammette l’ex parlamentare Egidio Banti che traccia il ricordo del collega -. All’inizio di una nuova legislatura caratterizzata da un forte rinnovamento dei parlamentari, non solo nei volti ma anche nelle storie personali e nei programmi, con tutte le incertezze che ne derivano, si chiude nel silenzio di un progressivo distacco l’esperienza di vita di chi ha dedicato tutto se stesso ad una politica ben diversa e, credo lo si possa e debba dire, alla parte migliore della storia repubblicana”. Continua Banti: “La fucina di quella generazione furono le università italiane, tra cui un ruolo importante, ben prima del Sessantotto di Sofri e di D’Alema, ebbe quella di Pisa, dove Luciano Faraguti, rappresentante dell’Intesa, ovvero dell’organismo rappresentativo degli studenti democristiani, arrivò a ricoprire l’incarico di presidente dell’Interfacoltà, ovvero l’organo esecutivo unitario studentesco”.

La sua era una posizione di sinistra, che lo portò molto presto, nel partito, ad aderire alla corrente “sindacale” di Carlo Donat – Cattin. Donat-Cattin aveva una grande stima di Faraguti, tanto che per circa vent’anni – escluso il periodo in cui fu sottosegretario al Turismo nei governi Craxi e Fanfani – lo volle come rappresentante della corrente di “Forze nuove” nella direzione nazionale della Dc. Consigliere regionale in Liguria nel 1975, eletto a sorpresa contro una parte rilevante della “vecchia guardia”, Faraguti divenne poi deputato nel 1979, rieletto nelle successive tre legislature, sino al 1994. Allora era l’epoca delle preferenze, e per uno spezzino non era facile ottenerle nel resto della Liguria. “La sua intelligenza, l’acume politico e la coerenza delle posizioni compensarono però sempre, nella stima di tanti, amici ed avversari, lo “svantaggio” territoriale” – continua Banti.

“Alla Spezia dedicò un impegno forse a volte poco appariscente, ma concreto, in particolare per lo sviluppo del porto: se Angelo Ravano arrivò in città con la sua Contship lo si deve in buona misura proprio a lui. Ma Faraguti fu anche e forse soprattutto un “maestro” di vita politica, “allevando” nella sua corrente – sempre minoritaria, e quindi povera di riconoscimenti di potere, se non quelli conquistati sul campo – giovani di successive generazioni, “traghettandoli” spesso dal mondo cattolico. Lavorare con lui rappresentava una vera e propria formazione politica, quella che manca oggi, o per lo meno sembra davvero mancare”. Nel 1994 il PPI di Martinazzoli non lo ricandidò, e da allora, trasferitosi a Genova, restò in disparte, pur non mancando di seguire le vicende politiche regionali e nazionali. Ma il segno della sua presenza è rimasto forte, e costituisce davvero la testimonianza di una politica diversa, sempre combattuta alla luce del sole, nell’interesse delle comunità. Uno spirito di servizio che appare molto raro ai nostri giorni.

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