La Spezia - Nave Virginio Fasan, di stanza alla Spezia, nei giorni scorsi ha intercettato e sottoposto a fermo sei somali sospettate di atti di pirateria. Il gruppetto, a bordo di due piccole imbarcazioni, ha tentato l’abbordaggio di una portacontainer e di un peschereccio d’altura, battenti rispettivamente bandiera panamense e delle Seychelles. Gli eventi si sono svolti tra il 17 e 19 Novembre a circa 320 miglia nautiche dalle coste della Somalia, all’altezza di Mogadiscio, nell'Oceano indiano.
L’azione della 'Fasan', diretta dal Comandante in mare dell’Operazione Eu Navfor Somalia - Atalanta, contrammiraglio Fabio Gregori, ha visto l’intervento congiunto della fregata italiana con l’elicottero di bordo ed il team della Brigata San Marco, nonché di un aereo da pattugliamento marittimo spagnolo appartenente anch’esso alle forze europee dell’Operazione Atalanta.
In particolare, il 17 novembre Nave Fasan si trovava in pattugliamento a circa 60 miglia nautiche dalla costa sud della Somalia, quando ha ricevuto informazioni sull'attacco di pirateria al portacontainer. L’unità militare si è diretta quindi alla massima velocità verso la posizione dell’evento, mentre veniva ordinato all’aereo da pattugliamento spagnolo di sorvolare la stessa zona di mare per effettuare una ricerca approfondita in area.
Lo stesso velivolo, nel corso della mattina del 18 Novembre, ha acquisito notizia che un peschereccio era stato anch’esso attaccato da un gruppo di pirati armati. Intensificando le ricerche in area, la sera del 18 novembre l’elicottero di bordo di Nave Fasan è riuscito ad identificare due piccole imbarcazioni in una posizione coerente e correlabile con quella degli attacchi.
La mattina del 19 novembre la Fasan ha abbordato alcuni barchini per effettuare l’ispezione del personale e del carico. Gli elementi caratteristici riscontrati durante l’ispezione delle imbarcazioni hanno permesso di riconoscere quest’ultime come le imbarcazioni responsabili degli attacchi alle unità mercantili. Ciò è stato possibile anche grazie alle informazioni fotografiche e alle testimonianze fornite dagli equipaggi delle stesse.
Queste evidenze, unite all’infondatezza e alla incoerenza di alcune informazioni fornite dai sei sospettati durante l’ispezione, ha portato il comandante di Nave Fasan, capitano di fregata Sebastiano Rossitto, a procedere al fermo degli equipaggi.
In seguito al fermo, i sospetti pirati sono stati portati a bordo della fregata Virginio Fasan in attesa della conclusione di ulteriori accertamenti allo scopo di confermare la possibilità di perseguirli legalmente in virtù degli accordi internazionali esistenti in materia tra l’Unione Europea e gli Stati costieri maggiormente attivi nel contrasto al fenomeno della pirateria.