La Spezia - Probabilmente il malfunzionamento di una calderina, rimasta spenta durante i mesi caldi e riaccesa con i primi freddi. Una mamma di 44 anni e i suoi figli di 5 e 7 anni sono rimasti intossicati nella notte tra lunedì e martedì. Arrivati al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Andrea i medici hanno riscontrato i classifci sintomi di chi ha inalato una quantità importante dii monossido di carbonio. Alle 22.30 circa, la Asl ha quindi allertato il sistema di reperibilità di Comsubin per chiedere di poter utilizzare il sistema di ossigenoterapia presente nella base del Varignano.
Sotto la supervisione di un team composto da ufficiali medici e sottufficiali infermieri specializzati in medicina subacquea ed iperbarica, nonché dai palombari del Gruppo operativo subacquei, pazienti sono arrivati al centro OTI (ossigeno terapia iperbarica) e visitati dal capo servizio sanitario del raggruppamento, per poi essere condotti in camera iperbarica. Due ore dentro la macchina, e alle 2 della notte circa la madre e i suoi figli piccoli avevano finito il trattamento.
Grazie alla convenzione tra la l'Asl5 e la Marina militare, Comsubin rende disponibile l'unico l'impianto iperbarico della provincia per effettuare i trattamenti di questo tipo. Condotti secondo precise indicazioni e rigorosi protocolli d'impiego, sono capaci di garantire la risoluzione positiva di numerose patologie cliniche, tra le quali le malattie da decompressione conseguenti ad attività subacquee, l'avvelenamento da monossido di carbonio, le gangrene gassose e le lesioni da schiacciamento o fratture a rischio. Dal settembre 2016, data della ratifica della convenzione, il Raggruppamento subacquei ed incursori ha effettuato 920 trattamenti di ossigenoterapia in elezione e otto in emergenza a favore di pazienti civili della provincia spezzina.