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La fine dell'orrore

Liberata dal marito violento che sconterà cinque anni di carcere

Una giovane mamma di quattro bambini ha trovato il coraggio di denunciare ai carabinieri le violenze subite. In questi giorni l'epilogo.

Villa Andreino

Per lei finalmente è arrivato il divorzio. Per lui, che l’aveva vessata per anni, si sono spalancate le porte del carcere e dovrà scontare cinque anni di reclusione. E’ la vicenda di una giovane madre, di origine marocchina, che dopo anni di agonia è riuscita a mettere la parola “fine” a una vita di soprusi e violenze solamente perché voleva avere un minimo di automia e vestirsi all’occindentale.

Ad aiutarla in questo complesso percorso sono stati i carabinieri. La prima però a trovare coraggio nel compiere il primo passo è stata proprio la giovane madre che, ormai tre anni fa, durante un corso di perfezionamento di italiano si era rivolta ai militari quanto le accadesse.
La giovane, madre di quattro figli e non ancora trentenne all’epoca dei fatti, ha raccontata di essere sposata con un uomo molto più anziano di lei (54enne) e che le impediva qualunque tipo di socializzazione e possibilità di integrarsi nella società. A questa privazione si aggiungevano altri soprusi fisici e violenti.

I militari avevano subito preso a cuore la vicenda e, con discrezione, avevano effettuato una serie di accertamenti, tra cui la verifica di eventuali accessi al pronto soccorso: era emerso che la donna si era più volte recata in ospedale ed uno degli accessi aveva insospettito i militari, in quanto la giovane era stata refertata per delle lesioni guaribili in trenta 30 giorni a seguito di una non meglio specificata “caduta”. Le indagini avevano consentito di appurare invece che la donna era stata colpita con un bastone dal marito, molto più anziano di lei, colpo che le aveva procurato la frattura di una vertebra; per paura, non aveva riferito nulla ai medici di quanto accadutole.

I Carabinieri, con l’aiuto del personale del centro antiviolenza per le donne di Sarzana, erano riusciti a conquistare la fiducia della donna vittima dei soprusi domestici, riuscendo a farle poi raccontare le reiterate violenze subite da parte del marito, ed avevano accertato che era quotidianamente picchiata con calci e pugni e vittima di ogni tipo di costrizione da parte del consorte. Un primo provvedimento emesso dall’Autorità Giudiziaria aveva consentito l’allontanamento dell’uomo dall’abitazione. Il marito era poi stato sottoposto a custodia cautelare in carcere per circa 1 mese e mezzo, tempo nel quale la donna era stata collocata in una struttura protetta. Pochi giorni fa è infine giunta la conclusione del processo, con la condanna dell’uomo per i maltrattamenti in famiglia e le lesioni personali aggravate provocate alla consorte: rintracciato dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa di Sarzana, è stato così accompagnato in carcere per scontare la condanna.

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