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Cronaca

L’ultimo saluto a Vincenzo Vigorito, il ricordo di Francesco Bellotti

Candela

Si sono tenuti questa sera, venerdì, presso la chiesa di Santa Rita, i funerali di Vincenzo Vigorito, nato il 28 ottobre di 92 anni fa, e morto il 27 giugno.
“La morte su cui aveva a lungo meditato, non ha scalfito la compostezza con cui è vissuto nè la serenità di chi, dopo aver combattuto la buona battaglia, avvertiva di poter ricongiungersi ai suoi affetti più cari che lo avevano preceduto in Dio e a chi gli stava accanto raccomandava di pregare – è il ricordo appassionato di Francesco Bellotti – . Uomo di cultura, autorevole e mite, di preghiera e carità, aveva fatto proprio il monito evangelico: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Nella giovinezza, durante la Seconda guerra mondiale, riusciva ad aiutare la sua ed altre famiglie di Pognana e Fivizzano e, insieme, i partigiani”.
Ricevette la medaglia con croce d’oro al merito con lettera del Presidente della Repubblica, ma la restituì chiedendo che fosse fusa perchè il valore corrispondente andasse ai poveri.
Finita la guerra, entrò in tribunale, dirigente di Cancelleria, in Liguria e poi alla Spezia dove, senza far ricorso mai a metodi coercitivi, che il ruolo gli conferiva, dirigeva un gruppo di centinaia di persone.
Marito e padre esemplare di due figli, Sonia e Enrico, avvocato alla Spezia, ha dedicato particolare affetto alla nipotina Chiara, che raggiungeva in casa per accompagnarla in chiesa alla messa. Faceva parte dell’ordine domenicano come oblato. Sebbene ormai avanti negli anni, partecipava regolarmente all’adorazione eucaristica nelle ore notturne. Animava il gruppo di preghiera di Itala Mela. Con dedizione fraterna ha sostenuto suor Nerina negli ultimi anni della sua vita. Ha prestato servizio di assistenza volontaria agli ammalati del Mazzini e aiutava il parroco don Lertora nel portare la comunione agli ammalati.
“Vigorito lascia intorno a sé una scia di saggezza e di bene – conclude Bellotti -, svolto in silenzio, senza pretesa di ricevere qualcosa in cambio o benemerenze, soprattutto fra i deboli e le persone che si sentono sole”.

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